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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Covid. “Solo i vaccini non bastano”. Le dieci cose da fare secondo gli scienziati di “Lettera 150”

immagine 13 maggio - Il think tank a cui aderiscono oltre 300 accademici di varie discipline ha stilato una strategia in 10 punti per mettere in sicurezza il Paese. Dai test molecolari su vasta scala alla produzione nazionale dei vaccini al sequenziamento delle varianti fino alla detraibilità fiscale delle mascherine ffp2 e alla purificazione dell’aria negli ambienti chiusi, dai trasporti alle scuole, alcune delle proposte
Dieci azioni per mettere in sicurezza il Paese contro l’epidemia. Perché non basta osservare le regole di distanziamento e non bastano i vaccini, la cui campagna sta ora decollando, per ripartire senza nuove chiusure.
A proporre il dossier è Lettera150, il think tank a cui aderiscono oltre 300 accademici di varie discipline. Le proposte operative spaziano dai test molecolari su vasta scala alla medicina preventiva e domiciliare, dalla produzione nazionale dei vaccini al sequenziamento delle varianti, alla pubblicazione dei dati disaggregati, dalla detraibilità fiscale delle mascherine ffp2 alla purificazione dell'aria negli ambienti chiusi, dai trasporti alle scuole.
 
“L’epidemia ha messo a nudo vecchie e nuove inefficienze – ha spiegato Giuseppe Valditara, giurista, coordinatore di Lettera150 – il quadro macroeconomico delineato ai primi di marzo dall’Istat evidenzia quanto sia stato forte l’impatto della pandemia nel nostro Paese. Per evitare nuovi stop, serve una strategia ad ampio raggio per mettere in sicurezza il Paese”.

Ecco le misure proposte da Lettera150 che mirano ad “approfondire e monitorare la conoscenza della diffusione del virus; a impedire il fenomeno della diffusione in sé; ad intervenire medicalmente in sede terapeutica e vaccinale”.
 
1. Isolare rapidamente i possibili contagiati – Liberare i territori immuni
Ci è possibile individuando cluster epidemici e sviluppando una campagna di tamponi di massa presso tutti i contatti dei positivi. Sviluppare e distribuire test rapidi affidabili da fare ovunque ci siano aggregazioni: treni, aerei, scuole e università una volta la settimana etc.
Seguire quindi il modello Madrid, ove sono stati determinanti i seguenti fattori:
1° la decisione di estendere a chiunque e negli ambulatori sotto casa i test rapidi, i quali, sia pure meno attendibili, consentono di raddoppiare il numero dei controlli.
2° la conta del virus nelle acque reflue per individuare e mettere in quarantena i quartieri maggiormente colpiti. Conseguentemente applicando le misure da zona rossa solo per i cluster individuati. Degli oltre 6 milioni di abitanti di Madrid 2 mln sono stati coinvolti da queste micro chiusure.
3° l’accesso ai test e l’organizzazione dei quartieri nel contrasto al virus hanno agevolato il senso di responsabilità dei cittadini che, in larga parte, hanno rispettato il distanziamento e l’uso della mascherina. L’obbligo dell’uso della mascherina, imposto ai cittadini per motivi di sanità pubblica, secondo i principi non deve gravare sugli stessi, ma esclusivamente sullo Stato che lo ha imposto. Pertanto è assolutamente necessario che esse siano dispensate gratuitamente dal Ssn, senza ricetta, nel limite di una quantità mensile per ciascun cittadino prefissata e controllabile tramite il sistema “ricetta elettronica” attraverso la tessera nazionale. Il modello dimostra che il lockdown rigido non è indispensabile, a condizione che si realizzino chiusure circoscritte. Questa è la vera chiave di volta. Così come non serve vietare la circolazione nell’intero Paese, comprese le zone sostanzialmente franche. Occorrono senso civico e sanzioni serie verso chi non usa la mascherina, ma da parte dello Sato analogo buon senso nel chiudere solo i focolai.
 
2. Istituire sistemi di network testing e verifiche dei guariti e vaccinati – Liberare gli immuni – Il passaporto vaccinale
Nell’ambito dell’obbiettivo 1: “Contenimento del contagio” sono da perseguire alcuni obbiettivi operativi e precisamente:
I. Monitoraggio capillare delle varianti.
II. Creazione di anagrafe vaccinale e strumenti informatici per consentire mobilità ai vaccinati e ai guariti.
III. Sviluppo di un sistema di tracciamento che combini incremento della capacità di effettuare tamponi molecolari e miglioramento dei sistemi informatici.
incorrere in violazioni costituzionali non può essere vincolante rispetto al godimento di diritti civili e all’uso di servizi pubblici mentre lo può per quanto concerne gli spostamenti all’estero e l’assunzione di impieghi o professioni per le quali la legge richieda la sana costituzione e l’assenza di malattie o situazioni di rischio (esemplificatamente come da decenni per le malattie tubercolari e le licenze di commercio o la professione di maestro).
Decisivi nel contenimento del virus sono sistemi di network testing e i test di massa. Il primo prevede di testare tutta la rete di relazioni della persona infetta indipendentemente dal contatto. Il secondo prevede di testare intere comunità. Tutte e due gli approcci sono stati utilizzati con successo in numerosi Paesi dell’Estremo oriente. Occorre pertanto varare un piano di sorveglianza di network testing che combini strumenti informatici e capacità di effettuare tamponi molecolari su larga scala.
Inoltre avrebbe senso verifica re gli anticorpi in tutti i guariti e vaccinati perché potremmo ottenere informa zioni fonda mentali per la strategia da sviluppa re in autunno. Nel frattempo occorre diffondere il sequenzia mento per una precoce diagnosi di eventuali varianti.
Appare, infine, urgente la istituzione di un passaporto vaccinale, che comprenda anche i casi di immunità da guarigione. L’uso di tale strumento, però, per non incorrere in violazioni costituzionali non può essere vincolante rispetto al godimento di diritti civili e all’uso di servizi pubblici mentre lo può per quanto concerne gli sposta menti all’estero e l’assunzione di impieghi o professioni per le quali la legge richieda la sa na costituzione e l’assenza di malattie o situazioni di rischio (esemplifica tamente come da decenni per le malattie tubercolari e le licenze di commercio o la professione di maestro).
Il Passaporto, inoltre, può essere una ragione di precedenza in determinate situazioni, come ad es. nell’esenzione del rispetto delle regole sull’affollamento, il coprifuoco, il distanziamento ed altre.
 

3. Riduzione del rischio relativo ai trasporti
Le procedure d’urgenza (art. 63 del codice contratti) validate dalla Commissione europea consentono di individuare in tempi brevi operatori disposti a vendere o locare autobus con i quali rafforzare le flotte del trasporto pubblico urbano. Si pensi in particolare agli operatori del turismo che si trovano con veicoli di qualità attualmente inutilizzati. Il Governo pu sostituirsi a organismi regionali e comunali inattivi.
Medio tempore utilizzare i mezzi delle FFAA (pullman e camion) soprattutto per gli scuola bus, requisire con indennizzo i pullman privati, oggi inutilizzati causa pandemia. Assumere a termine conducenti soprattutto NCC, oggi senza lavoro.
Stipulare convenzioni con le compagnie di taxi per coprire tratte e orari in cui sarebbe antieconomico l’uso di un autobus.
 
4. Contenimento del contagio e lotta alla diffusione materiale del virus – Dispositivi personali e misure collettive di protezione
a) Dispositivi personali
La prevenzione passa anche attraverso l’utilizzo corretto delle mascherine. Alcune verifiche hanno dimostrato la scarsa affidabilità di diverse tipologie di mascherine. È fondamentale incaricare le università per il controllo e la verifica di un adeguato filtraggio dei prodotti messi in commercio.
Sembra opportuno il passaggio alle mascherine FFP2 che garantiscono una protezione in entrata e in uscita.
Occorre prevedere la distribuzione massiva da parte degli uffici pubblici e privati ai propri dipendenti.
L’obbligo dell’uso della mascherina, imposto ai cittadini per motivi di sanità pubblica, non deve gravare finanziariamente sugli stessi ma esclusivamente sullo Stato che lo ha imposto. Pertanto è assolutamente necessario che esse siano dispensate gratuitamente dal SSN, senza ricetta, nel limite di una quantità mensile per ciascun cittadino prefissata e controllabile tramite il sistema “ricetta elettronica” attraverso la tessera nazionale. È in ogni caso grave che si possono finalmente scaricare le mascherine chirurgiche e non le FFP2 e FFP3.
b) Misure collettive di protezione - Sanificazione degli ambienti
Fondamentale è la ventilazione e sanificazione degli ambienti.
Per stabilire un valore corretto della distanza di sicurezza occorre essere in un ambiente ad umidità relativa (RH%) controllata. Il valore della distanza di sicurezza varia in funzione di diversi paramenti, ma quelli fondamentali sono:
– Dimensione delle goccioline emesse;
– Velocità di emissione (ad es. fonazione, circa 4 metri al secondo, o tosse, otre 10 metri al secondo);
– Grado igrometrico (ovvero RH%, umidità relativa dell’aria).
I primi due parametri si controllano con l’uso delle mascherine, il terzo con un semplice trattamento di umidificazione/deumidificazione dell’aria ambiente al livello desiderato.
L’aereazione deve quindi essere concepita con flussi d’aria dall’alto verso il basso, e in tal senso occorre aggiornare infissi, sistemi di aereazione o condizionamento etc., mentre è necessario approfondire gli studi sul grado igrometrico ottimale per contrastare la diffusione delle particelle.
Se la distanza di sicurezza è correttamente calcolata nelle condizioni specifiche dell’ambiente in esame ed è rispettata, il contagio è altamente improbabile. In termini pratici, impossibile.
In particolare, nelle scuole si deve adottare una strategia di trattamento dell’aria ed applicazione di NFI commisurate al rischio relativo legato alla didattica in presenza
Operativamente occorre quindi predisporre immediati programmi di ristrutturazione degli infissi e degli impianti di aereazione e controllo dell’umidità in uffici pubblici e scuole.
Contestualmente fornire agli uffici pubblici e alle scuole strumenti di sanificazione ambientale (raggi UV) da effettuare ogni 2/4 ore, predisponendo quindi opportuni protocolli di routine per la sanificazione e areazione. Identiche misure devono essere adottate sui mezzi pubblici di trasporto.

5. Riapertura in sicurezza dei locali destinati all’istruzione frontale
a) Scuola in presenza
Il quadro della situazione psicopedagogica dei nostri minori, delineato in premessa, richiede una strategia mirata alla riapertura delle lezioni in presenza.
Con questo scopo, occorre agire con strumenti amministrativi e organizzativi: verificare con un tampone antigienico o salivare settimanale le condizioni di salute degli studenti fino alla loro vaccinazione e prima dell’ingresso a scuola;
ampliare la disponibilità di aule per diminuire il numero di alunni per classe, facilitando i distanziamenti.
Conseguentemente, si devono assumere a tempo determinato docenti, anche richiamando, se necessario, quelli andati in pensione negli ultimi cinque anni, e personale ATA.
Il reperimento di aule aggiuntive può avvenire già ora agevolmente in molte scuole in esercizio. Le politiche di spending review degli ultimi anni hanno determinato una contrazione di do centi e di classi, con aumento di alunni per classe, sicché gran parte degli istituti comprensivi dispongono di locali, già adibiti ad aule, variamente utilizzati. Il residuo fabbisogno può essere reperito utilizzando immediatamente immobili demaniali inutilizzati o procedendo con requisizioni d’urgenza con indennizzo.
La possibilità di acquisire aule e assumere personale a tempo determinato è già prevista dal d.l. n. 34 del 2020 e successivi e ivi finanziata, ma solo come misura che i dirigenti scolastici (presidi) possono adottare, nei limiti del loro finanziamento, nei soli “casi necessari”.
Viceversa, l’obbiettivo da raggiungere è il raddoppio di tutte le classi di ogni ordine e grado in tutta Italia (e del personale necessario) per dimezzare il numero di alunni in presenza.
Affiancare alle misure dirette al sistema scolastico quelle riguardanti il sistema dei trasporti dedicati (v. punto 3), che ne è complementare. b) DAD
Nella ipotesi che la strategia del Governo preveda ancora la DAD, è indispensabile investire nell’acquisto di tablet o PC da fornire in comodato a tutti gli alunni che seguano la DAD e non ne siano dotati in famiglia e stipulare convenzioni apposite con i provider per acquisire strumenti di traffico dati (schede o fibra) al costo (va da sé che tale misura costituirebbe anche un passo avanti nell’investimento per la digitalizzazione del Paese, cui gli stessi provider sono interessati). Questa misura è stata timidamente attuata con il Governo Conte bis, ma finanziata in maniera inadeguata e affidata alle disponibilità dei singoli plessi scolastici.
 
6. Strategia della conoscenza
La richiesta formale di Lettera 150 sulla mancata pubblicazione dei dati pandemici, come richiesto anche dall’Accademia dei Lincei, è stata ignorata. Una dettagliata conoscenza dei dati disaggregati è preziosa per identificare soluzioni più efficaci, anche utilizzando metodi di intelligenza artificiale, e politiche condivise rassicurando i cittadini con un messaggio di trasparenza e democrazia.
Da subito il Governo deve rendere disponibili sul sito del Ministero della Salute tutti i dati, in forma disaggregata e trattabile, raccolti su base nazionale, regionale e comunale, perché essi siano a disposizione della comunità scientifica anche internazionale.
 
7. Strategia di riduzione della mortalità
Decisiva è una drastica riduzione della mortalità causata dal virus. A questo riguardo per ridurre la pressione sugli Ospedali e, in ultima analisi, complicanze e mortalità, bisogna:
– vaccinare tutti gli ospiti delle RSA, personale sanitario e persone sopra i 60 anni e coloro considerati fragili.
– Coinvolgere i medici di base per una precoce somministrazione di antiinfiammatori che si sono rivelati importanti nel ridurre la ospedalizzazione.
– Sviluppare una strategia di gestione ottimale degli ammalati, utilizzando anche esami di laboratorio di facile esecuzione ma che valutino le probabilità di sviluppare le principali complicanze (infiammazione, tromboembolia, patologia cardiaca o neurologica);
– Per le categorie fragili, studiare la risposta immunitaria (non solo sierologia ma soprattutto la risposta cellulare);
– Per il miglior rapporto costo/efficacia e rapidità per diagnosi e la identificazione delle varianti eseguire i test molecolari standard in prima battuta (sviluppando quanto già proposto da Lettera 150 lo scorso maggio), con successiva verifica rapida con test multi-target in tutti i positivi della presenza di quelle di cui si conosce già la presenza;
– Per identificare le varianti non ancora note, utilizzare le tecniche di sequenziamento rapido e ad alta produttività che sono ormai già disponibili.
– Infine è necessario aumentare i posti di terapia intensiva. Non mancano gli hardware, ma vi è penuria di specialisti. Una opportuna campagna internazionale di reclutamento risolverebbe il problema. Ovviamente occorre contestualmente rivedere completamente la politica di accesso alle specializzazioni aumentandone il numero e quindi limitando l’assunzione temporanea dall’estero a cinque anni, per dare modo di completare le prime implementazioni di specialisti.

8. Terapie e medicina territoriale - Uso degli anticorpi monoclonali in terapia ospedaliera e/o domiciliare assistita
Il Covid 19 è una malattia virale contagiosa, molto spesso con decorso asintomatico, o paucisintomatico, ma anche capace di causare polmonite interstiziale grave, tromboembolia, shock settico e morte. Come la maggior parte delle patologie umane, anche Covid viene classificato in 5 stadi o forme, da quella asintomatica all’insufficienza multiorgano. Questo è impor tante per stabilire le cure più appropriate e per avere gruppi di pazienti comparabili anche ai fini di ricerca e di acquisire nuove conoscenze. Almeno attualmente, è fondamentale sviluppare le ricerche su terapie possibilmente precoci, in fase domiciliare per curare presto, curare a casa e evitare ospedalizzazione. I farmaci utilizzati sono antinfiammatori, immunomodulatori, antiparassitari, antibiotici, eparina, cortisone, e più recentemente, anticorpi monoclonali.
Gli anticorpi monoclonali sono una categoria di farmaci già ampiamente utilizzati in oncologia, ematologia, reumatologia ecc. Sono proteine dirette contro antigeni specifici, in questo caso del virus, capaci di neutralizzarlo. Vengono somministrati per via parenterale, attualmente per endovena, ma la possibilità della via sottocute, o intramuscolare potrà permettere un loro utilizzo in pazienti non ricoverati, come si fa da anni in oncologia.
Le buone prospettive di questi ed altri farmaci allo studio devono essere verificate per sostenere la strategia di lotta non solo al virus, ma alla malattia in sé.
Pertanto è indispensabile che lo Stato finanzi e incentivi la ricerca nel settore dei farmaci biologici, anche attraverso opportune convenzioni con università e imprese farmaceutiche. Ci anche al fine di non tagliare fuori l’industria farmaceutica italiana dagli sviluppi commerciali futuri.
Il rapporto con Reithera, ove lo stato ha una partecipazione importante, deve quindi essere rafforzato con opportuni investimenti.
Nella lotta contro Covid sono state instituite le “unità speciali di continuità assistenziale “(USCA). Sono costituite da 2 medici, oppure 1 medico ed 1 infermiere, che con auto, borsa con strumenti quali: ecografo, saturimetri, farmaci, ecc. e dispositivi di protezione, si recano a casa del malato per visitarlo e curarlo.
Le Usca non funzionano. Sono poche e senza una risposta domiciliare rapida. Occorre procedere al rafforzamento strutturale dei presidi USCA coinvolgendo i medici di famiglia.
Va potenziata la Medicina del Territorio incardinata sui Comuni o loro aggregazioni con servizi basati sulla tecnologia 4.0 mettendo in rete medici, pazienti e servizi connessi.
La medicina territoriale deve poi essere implementata affiancandole l’applicazione diffusa di sistemi di telemedicina nella assistenza domiciliare in un network integrato paziente<> medico di base<>struttura assistenziale<>ospedale Covid.
 
9. Quarantene e Covid Hotel
Adeguamento delle strategia di quarantena ed isolamento domiciliare alle linee guida OMS e CDC con conseguente riduzione del periodo di isolamento e quarantena e maggiore utilizzazione delle strutture Covid Hotel che vanno incentivate con la previsione di contributi economici a chi accetta di trasferirvisi. In momento di crisi turistica sono possibili convenzioni con gli alberghi per ospitare positivi conviventi. Occorre prevedere forme di contribuzione giornaliera per far decollare i Covid hotel.
 
10. Strategia per fronteggiare la carenza di vaccini. – Licenza obbligatoria e sub licenza
L’Italia deve comprare 60 milioni di dosi di vaccino tra Pfizer e Moderna con consegna in autunno efficace contro le varianti che ci saranno (come per l’influenza) per fare un richiamo a tutti e attrezzarsi a fare un milione di dosi al giorno.
Contestualmente, per affrontare la situazione contingente, occorre:
– Approfittando del momento di affievolimento della fiducia della opinione pubblica europea nel vaccino Astrazeneca, rastrellare sul mercato europeo le dosi non utilizzate dai vari Paesi, quale misura tampone;
– avviare trattative per accordi per la sub licenza a favore della industria farmaceutica italiana, ove la stessa sia in grado di affrontarne la produzione. In subordine:
– approntare immediatamente le procedure per ricorrere, al bisogno in tempi brevissimi, alla così detta licenza obbligatoria a favore dello Stato, tenendo conto che la licenza obbligatoria deve essere accompagnata dall’obbligatorietà di porre a disposizione dello Stato anche il know how e le informazioni relative al dettaglio della produzione, senza le quali questa sostanziale requisizione del brevetto non dà frutti;
La sagacia politica di una Nazione si giudica anche da come essa sa approfittare delle contingenze negative per superarle ma anche migliorare la sua situazione.
L’industria farmaceutica italiana è all’avanguardia, ma nel settore dei vaccini essa è tagliata fuori dai grandi circuiti.
Questa potrebbe essere l’occasione per favorire la nascita di un polo farmaceutico che esegua ricerca e produzione nel settore dei vaccini e non solo, così assumendovi il Paese una certa autonomia. Questa è la strada battuta da potenze grandi come gli Usa, la Russia e la Cina e me se e contribuisse al finanziamento delle aziende die come il Regno Unito e la Germania. farmaceutiche italiane, sia per garantire una pro-
Pertanto, oltre alle misure contingenti sopra duzione vaccinale de futuro, sia per riprendere un indicate, meglio sarebbe se il Paese si attrezzas- ruolo nel panorama farmaceutico internazionale.
 

Il dossier porta le firme di:
Antonio Bianconi, Professore di Biofisica, Università La Sapienza, Roma;
Sergio Brasini, Professore di Statistica economica, Università di Bologna;
Luigi Cavanna, Direttore del Dipartimento di Oncologia/ematologia, ASL di Piacenza;
Mario Comba, Professore di Diritto pubblico comparato, Università di Torino;
Pierluigi Contucci, Professore di Fisica Matematica, Università di Bologna;
Andrea Crisanti, Professore di Microbiologia, Università di Padova;
Francesco Curcio, Professore di Patologia medica, Università di Udine;
Giovanni Deriu, Professore di Angiologia, Università di Padova;
Giulio Maira, Professore di Neurologia, Humanitas Milano;
Massimo Mariani, Professore di Cardiochirurgia, Università di Groningen, Olanda;
Giampietro Ravagnan, Professore di Microbiologia, Università Ca Foscari;
Cesare Saccani, Professore di Impianti industriali meccanici, Università di Bologna;
Giuseppe Valditara, Professore di Diritto Romano, Università di Torino;
Claudio Zucchelli, Presidente Aggiunto Onorario del Consiglio di Stato.

 
13 maggio 2021
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