“Quanto sta accadendo in India è una tragedia di dimensioni enormi destinata ad avere pesantissime ripercussioni anche in Europa: occorre un intervento immediato della comunità internazionale per liberare dai brevetti i vaccini e i farmaci anticovid, per produrne in quantità sufficienti ad arginare la diffusione incontrollata del virus e delle sue varianti. Per questo attendiamo da Draghi una risposta positiva all'appello inviato 10 giorni fa per un fermo e inequivoco sostegno alla proposta di India e Sud Africa per una moratoria temporanea dei brevetti sui vaccini e sui farmaci anti COVID-19: l'Italia deve far pesare la sua influenza anche nei confronti della Commissione Europea”.
E' l'allarme lanciato dal Comitato Italiano Diritto alla Cura della Campagna Europea -Right2Cure
#NoprofitOnPandemic, forte dell'adesione di oltre 100 realtà associative, tra cui le maggiori organizzazioni sindacali, tantissime associazioni nazionali e varie forze politiche.
L'occasione "imperdibile", seocndo il Comitato è rappresentata dalle imminenti riunioni del consiglio TRIPs del 30 aprile (che segue alla riunione informale del 22 aprile scorso) e del Consiglio Generale del Wto del 5-6 maggio: la proposta di India e Sud Africa è stata sottoscritta da un centinaio di nazioni, da organizzazioni internazionali come l'Oms, Unaids, Unitaid e dalla “Commissione Africana per i Diritti Umani”.
Identico è l’obiettivo della lettera aperta inviata da 243 Ong alla direttrice del Wto
Ngozi Okonjo, mentre 170 personalità, fra cui numerosi premi Nobel hanno rivolto il medesimo appello al Presidente americano
Joe Biden. Ma fino ad ora il blocco Usa-Ue-Uk-Giappone-Brasile-Canada-Svizzera-Australia e Singapore, ha impedito che la moratoria venisse approvata.
“Occorre una svolta radicale nella gestione planetaria dei vaccini: le 200.000 morti in India rappresentano un paradosso sconvolgente e devono pesare nelle scelte dei governi - ha detto
Vittorio Agnoletto, portavoce della Campagna Europea -Right2Cure #NoprofitOnPandemic- perchè, da un lato l'India è storicamente uno dei maggiori produttori ed esportatori al mondo di vaccini, ma non può usufruirne liberamente, dall'altro la tragedia in atto può portare ad un ulteriore penuria di vaccini, con conseguenze catastrofiche nelle altre regioni del pianeta.”