Individuare l’approccio diagnostico-terapeutico migliore e più appropriato per la cura dell’anziano con patologia onco-ematologica consapevoli dell’impatto drammatico dell’isolamento sociale e della privazione di trattamenti ottimali. È questo l’obiettivo principale del corso Ecm promosso a Taormina dagli esperti del settore con il contributo di Celgene.
L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che gli anziani che si ammalano di neoplasie del sangue sono pazienti “speciali”, hanno bisogni diversi, spesso legati alla presenza di patologie concomitanti. E, come per tutte le patologie oncologiche, si ammalano di più perché l’età è uno dei principali fattori di rischio. Ma, ancora oggi, sono poco studiati.
“La nostra – spiegano gli organizzatori dell’evento - è sempre più una società popolata da anziani ‐ oggi in Italia gli ultra 65enni sono circa 12 milioni, pari al 20,3% della popolazione residente. Spesso tuttavia le persone anziane che si ammalano di una patologia ematologica (le malattie ematologiche rappresentano oggi circa l’8% dei tumori) non ricevono i trattamenti più adeguati perché giudicate a priori non idonee per terapie antitumorali, e dunque spesso sono gestite con terapie non ottimali”.
Un fenomeno che ha portato alla nascita di un nuovo termine, “ageism” che indica la tendenza a discriminare gli anziani dal punto di vista terapeutico.
L’evento formativo sarà quindi l’occasione per affrontare e discutere le evidenze di come l’età costituisca uno dei criteri cardine alla base della scelta terapeutica ottimale. Verranno presentati esempi di “best practice” nell’applicazione delle metodologie della medicina geriatrica al fine di migliorare la classificazione del paziente anziano rispetto alle differenti terapie, così da approdare ad una dimensione di medicina personalizzata e quindi più efficace. Al centro dell’attenzione anche l'innovazione terapeutica con l'avvento di farmaci immunomodulanti ed epigenetici, che “rappresenta una delle novità clinicamente più rilevanti nel campo delle patologie oncoematologiche, diversificandosi nettamente dall'approccio classicamente chemioterapico e sovente non ideale nella terapia dell'anziano”.