Gli sviluppi e la ricerca in ambito oncologico stanno contribuendo alla disponibilità di farmaci innovativi in grado di modificare positivamente l'aspettativa di vita dei pazienti affetti da patologie oncologiche.
L'aumento della sopravvivenza corrisponde ad un incremento della prevalenza e dunque ad un aumento del carico assistenziale del paziente neoplastico.
In questo contesto in cui una maggiore attenzione alla diagnosi ed alle terapie innovative era necessaria anche in termini organizzativi, si è inserita la pandemia da Covid-19 che ha avuto un impatto notevole non solo sulle attività ospedaliere (comportando enormi costi complessivi per il trattamento dei pazienti affetti dal Covid-19 pari a 1.568.485.668 euro) ma anche sulla vita quotidiana dei pazienti.
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L'emergenza ha fatto emergere forti criticità che derivano anche dalla non ottimale interazione e integrazione tra ospedale e medicina del territorio nel processo della presa in carico del paziente oncologico che presenta numerose complessità di natura clinica, organizzativa, gestionale ed economica. In questo scenario, la Rete Oncologica rappresenta una possibile soluzione perché nasce e si sviluppa proprio in risposta alla necessità di superare il problema della frammentarietà nell'erogazione dei servizi sanitari e di rispondere ai bisogni di cura dei cittadini garantendo la continuità assistenziale tra ospedale e territorio.
Questa la cornice entro cui muoverà il Progetto di approfondimento di
Quotidiano Sanità, sostenuto incondizionatamente da MSD, che riunirà attorno a quattro tavoli di confronto interregionali i principali stakeholder, clinici e rappresentanti delle regioni, sotto la direzione scientifica dell'Associazione Periplo che, da anni, si occupa proprio dello studio delle Reti oncologiche nel nostro Paese. Il primo appuntamento sarà riservato alle Regioni Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. Poi sarà la volta di Toscana, Sardegna, Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. Il viaggio di QS proseguirà quindi con l'incontro dedicato Lombardia, Liguria e Piemonte per concludersi con Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Provincia autonoma di Trento.
L'impatto del Covid-19 in oncologia.
Come accennato l'emergenza pandemica ha comportato un'improvvisa riorganizzazione delle strutture, dei processi di diagnosi e cura, dei servizi e personale sanitario destinati quasi esclusivamente a far fronte alla presa in carico di pazienti affetti dal coronavirus nell'ottica di limitare il più possibile il contagio. Tale situazione ha portato inevitabili conseguenze in oncologia:
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Il 52% dei reparti ha avuto una contrazione dell'attività ambulatoriale2
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il 57% delle visite pazienti/settimana sono diminuite;2
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il 64% degli interventi chirurgici ha subito dei ritardi;2
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il 70% dei reparti di oncologia hanno avuto una riduzione nei posti letto disponibili;2
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il 10% - 30% dei reparti ha avuto una riduzione del carico di attività cliniche;2
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il 76% dei reparti ha avuto una contrazione dell'attività in termini di giornate di sala operatoria;2
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l'83% ha avuto una riduzione anche dei posti letto disponibili in terapia intensiva;2
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il 62.4% delle visite sono state riprogrammate;2
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il 95% dei follow-up sono stati cancellati;2
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quattro milioni di test screening tumorali sono stati rimandati;4
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il 51% del personale medico è stato spostato nei reparti di medicina interna;2
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il 38% è stato spostato nei reparti di emergenza covid-19.2
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l'8,3% dei pazienti colpiti da tumore al polmone ha avuto meno accesso alle terapie intensive rispetto agli altri pazienti oncologici (26%) e la mortalità è stata molto più elevata circa del 35%.4
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il 16,4% dei decessi registrati durante la pandemia ha riguardato persone con diagnosi di cancro ed eventuali altre comorbidità.5
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si prevede che potrebbero esserci almeno il 20% di decessi in più di pazienti affetti da cancro di nuova diagnosi.6
Risulta quindi del tutto evidente la necessità di unire sinergicamente conoscenze, competenze ed esperienze al fine di porre in rilievo azioni e iniziative per garantire ai malati percorsi di cura sicuri e la piena ripresa delle attività diagnostiche e terapeutiche in ambito oncologico, evitando così ogni possibile ripercussione negativa sulla storia naturale e sulla prognosi dei pazienti oncologici.
In tal senso è fondamentale, sottolinea
Giordano Beretta, Responsabile Oncologia medica dell' Humanitas Gavazzeni e Presidente Aiom "che si cominci a ragionare in termini di organizzazione del sistema. Perché il punto è questo. La riorganizzazione del sistema, se ben fatta, porta anche a un risparmio economico che libera risorse utilizzabili e allocabili per trattamenti innovativi che a volte è difficile utilizzare perché vanno a sovraccaricare la spesa sanitaria. La rete, di per se stessa, è un sistema di sicurezza per il paziente. E' un sistema di potenziamento economico delle capacità dei servizi, è un sistema che consente maggiori possibilità di accesso e trattamento ai pazienti, èun sistema che consente di pianificare lo sviluppo anche in considerazione di quanto di innovativo sta arrivando. Ovviamente salvaguardando sempre il valore della massima appropriatezza".
"I limiti dell'attuale organizzazione sanitaria" chiarisce quindi
Pierfranco Conte, Ordinario di Oncologia Medica all'Università di Padova e Presidente di Periplo, "sono oramai sempre più evidenti. La qualità del percorso di cura si misura su tutto il percorso e non sulla singola prestazione per quanto importante e il percorso di cura non può ricondursi ad una singola istituzione per quanto grande e qualificata. Diventa pertanto sempre più necessario prevedere meccanismi di governo dei Pdta che superino i limiti derivanti da una sistema sanitario organizzato da un lato per aziende territoriali, aziende ospedaliere e aziende specialistiche e dall'altro e dall'altro di un finanziamento della sanità a Silos: personale, strutture, attrezzature, farmaci etc… Con questo sistema per esempio, il costo di un farmaco innovativo grava totalmente sul 'silos' dei farmaci (e magari rischia di non essere sostenibile) ma se questo farmaco riducesse i ricoveri ospedalieri o consentisse al paziente di tornare a lavorare, i costi 'salvati' in termini di ridotti ricoveri o di ridotti periodo di malattia non vengono trasferiti al 'silos' farmaci".
L'ideale, suggerisce
Silvestro Scotti, Segretario nazionale Fimmg, sarebbe quella di avere tutti gli strumenti per una presa in carico congiunta tra specialisti e medici di famiglia. Ma per questo serve un'organizzazione forte poiché oggi il rapporto tra professionisti è ancora troppo mediato dal paziente stesso.
A giudizio di
Antonio Gaudioso, Segretario nazionale di Cittadinanzattiva, "è necessario lavorare in modo anche maggiormente creativo poiché l'obbligo morale è garantire continuità delle cure alle persone malate di cancro. Utilizzando l'ospedale solo per quello che, istituzionalmente, deve fare l'ospedale facendo fuori, sul territorio, tutto il resto".
E infine, secondo,
Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore delegato di Msd Italia "una delle principali criticità del Sistema Sanitario nazionale che rallenta l'arrivo dell'innovazione ai pazienti e più nello specifico al paziente oncologico, è rappresentato senz'altro dall'attuale sistema di governance farmaceutica che si sta dimostrando obsoleto di fronte a questa emergenza. È però possibile rafforzare e tutelare l'ecosistema dell'innovazione attraverso una serie di misure: In primis incrementando il tetto della spesa farmaceutica con una ridefinizione dei tetti di spesa che meglio risponda alla reale domanda di salute, e poi attraverso il corretto finanziamento dell'innovazione farmaceutica con il pieno utilizzo delle risorse a disposizione, evitando che risorse allocate per la cura dei pazienti con terapie innovative vengano poi non adeguatamente utilizzate, per esempio unificando il "Fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l'acquisto dei medicinali innovativi con il "Fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l'acquisto dei medicinali oncologici innovativi". Una revisione dei fondi per i farmaci innovativi e auspicabilmente un incremento della dotazione finanziaria (che tenga conto sia dei progressi scientifici in atto, che della disponibilità di risorse aggiuntive garantite dal Fondo Next Generation EU) risponderebbero alle esigenze dei pazienti, che chiedono di poter accedere tutti e subito alle terapie più efficaci. Perché nessuno resti indietro"
Note:
1 I numeri del cancro in Italia 2019 – AIRTUM, AIOM. 2019
2 ALTEMS - Analisi dei modelli organizzativi di risposta al Covid-19, 11 giugno 2020
3 IQVIA: dati sondaggio 2020
4 Dati Nomisma; Il peso del lockdown sugli screening oncologici. Quando dobbiamo recuperare; 2020
5 The European House –Ambrosetti su dati Istituto Superiore di Sanità (aggiornati al 20/4/2020)
6 Internal assumpition based on Lai et al., April 28, 2020