Sono sostanzialmente stabili in Regione Puglia i tassi di vaccinazione antinfluenzale che rimangono fermi a circa il 50%. Le coperture quindi non sono aumentate in maniera significativa attestandosi complessivamente a 684mila vaccinazioni effettuate eppure, per la nuova stagione in arrivo, la Regione ha acquistato 2.100.000 dosi. Come far fronte all’ambizioso obiettivo di triplicare le vaccinazioni ai tempi della Pandemia? Hanno cercato (e stanno lavorando intensamente su questo) di dare risposta a questa domanda alcuni tra i maggiori interlocutori regionali sul tema, riuniti da
Quotidiano Sanità per l’incontro online dedicato alla vaccinazione antinfluenzale in epoca pandemica svoltosi nei giorni scorsi con il sostegno non condizionato di Sanofi Pasteur.
Al meeting online hanno partecipato Vito Montanaro, DG Assessorato Salute;
Cinzia Germinario, Resp. Osserv. Epidemiologico regionale;
Pierluigi Lopalco, Ordinario di Igiene a Pisa e reponsabile per l’emergenza Covid in Puglia;
Michele Conversano, Direttore SISP Asl Taranto;
Rosa Prato, Ordinario di Igiene Università di Foggia;
Ignazio Aprile, Segretario regionale FIMMG;
Ruggiero Piazzolla, FIMP Puglia;
Vito Michele Domenico Novielli, Presidente Federfarma Puglia;
Giovanni Iannucci, Direttore SISP Area Nord;
Giuseppina Turco, Direttore SISP Lecce;
Stefano Termite, Direttore SISP Brindisi;
Guido Marinoni in rappresentanza della Fnomceo.
Oltre due milioni di dosi disponibili dunque ma perché un tale incremento? Perché nella prossima stagione antinfluenzale non è esclusa una co-circolazione di virus influenzali e di Sars-CoV-2 ed è necessario al riguardo ribadire ulteriormente, secondo gli intervenuti, non soltanto l’importanza della vaccinazione antinfluenzale per semplificare la diagnosi e quindi la gestione dei casi sospetti Covid-19 con sintomi molto, ma anche perché vaccinando si riducono le complicanze da influenza nei soggetti a rischio e di conseguenza anche gli accessi al Pronto Soccorso e perché alcuni ceppi influenzali (c’è molta letteratura in merito) amplificano la presenza dei recettori ACE2 quelli che il Sars-CoV-2 usa per attaccare le nostre cellule. In pratica un’esposizione recente a virus influenzali può peggiorare il decorso della malattia da Covid-19.
La stagione vaccinale 2020-2021 inizierà a ottobre come in tutte le Regioni italiane e in Puglia la distribuzione dei vaccini ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta tramite le farmacie si è rivelata un’esperienza positiva per le due ASL campione Bari e BAT che lo scorso anno hanno portato avanti questa esperienza. Un’altra scelta importante operata dalla Regione è quella di rendere gratuita la vaccinazione dai sei mesi ai sei anni prevista nella circolare ministeriale di giugno. Così come gratuita sarà dai 60 anni in poi e non più 64.
La Pandemia, quindi, per i partecipanti al tavolo di discussione va vista anche come un’occasione unica per innalzare il livello di attenzione sui temi della prevenzione. E la vaccinazione antinfluenzale è un vero e proprio paradigma della prevenzione. Anche in Puglia al centro delle dinamiche di azione ci sono i Medici di famiglia. Ma, come altrove, anche in questa regione alcuni hanno vaccinato anche oltre il 90% del loro target, mentre altri appena il 10%. E’ questo un elemento di conoscenza importante di cui però bisogna avere immediata consapevolezza. Quindi serve un esteso e facilmente accessibile sistema informativo in grado di monitorare in tempo reale non soltanto gli approvvigionamenti ai MMG (attraverso le farmacie del territorio) ma anche l’andamento del numero delle vaccinazioni che ciascun medico fa e per questa azione così capillare i Dipartimenti di Prevenzione si sono resi disponibili.
La proattività è, però, un elemento fondamentale, hanno esortato. Bisogna uscire dai propri ambulatori e, sul fronte della vaccinazione ai sanitari, è stata ricordata l’importanza della legislazione regionale in merito che ne ha introdotto l’obbligo.
Sul tavolo, dunque, alcune proposte concrete che sono in discussione in seno al gruppo vaccini della Regione: l’istituzione di una cabina di regia pe r governare tutto il processo sul territorio, la realizzazione di una campagna di comunicazione molto, molto forte e incisiva (non bastano conferenza stampa o video con testimonial), la creazione di nuovi percorsi organizzativi poiché se da un lato bisogna vaccinare x3, dall’altro non si possono affollare le sale di attesa e, infine, istituire una vera anagrafe vaccinale che, in tempo reale, possa essere accessibile a tutti gli operatori sanitari, dal MMG al Pronto Soccorso.
L’imponenza di un’azione così forte naturalmente non fa nascondere qualche punta di scetticismo non intravedendo all’orizzonte elementi innovativi tali da consentire alla Puglia, almeno entro il prossimo autunno, un salto da 600mila a oltre due milioni di vaccinazioni. Sul fronte informatico, per esempio, sono attivi oltre 600mila FSE ma non appare evidente una decisa accelerazione per far dialogare subito i sistemi informativi. Una delle ipotesi avanzate nel corso della discussione è che poiché sono attive circa 180 farmacie rurali (che operano in comuni compresi tra i 500 e i 5mila abitanti), in alcuni territori si potrebbero ipotizzare e sperimentare nuove azioni come, per esempio, la vaccinazione in farmacia.
Poi c’è la situazione, da molti definita allarmistica, in cui versano i Dipartimenti di prevenzione sul fronte del personale. Negli ultimi mesi sono stati sottoposti a carichi di lavoro inusuali ed è assolutamente necessario un adeguamento degli organici. I Dipartimenti si dichiarano tutti sottodimensionati e la coesistenza dell’influenza e di una malaugurata recrudescenza del Covid-19 desta molta preoccupazione. Non di meno esistono problemi logistici e a volte anche di adeguatezza delle sedi. La Regione, peraltro, ha chiesto alle direzioni strategiche di implementare gli organici dei DP anche attivando azioni “creative” come, per esempio, avvenuto a Taranto in cui sono stati utilizzati anche medici in formazione per la medicina generale.
A sostegno di tale richiesta il Direttore generale dell’Assessorato ha ricordato che la delibera per l’incremento di 400 unità da destinare ai Dipartimenti di prevenzione è pronta per essere approvata in Giunta. Le risorse per vaccinare i bambini si troveranno ma è importante, ha quindi ricordato, non cadere nella tentazione di introdurre il concetto di obbligo per una fascia di età non prevista dalla legislazione nazionale.