“L'epidemia sta accelerando e non abbiamo raggiunto il picco”, a dirlo ieri in conferenza stampa il direttore generale dell’Oms
Tedros Adhanom Ghebreyesus.
“Ci sono volute 12 settimane perché il mondo raggiungesse 400 mila casi di COVID-19. Ma ora, solo nell’ultimo fine settimana, ci sono stati più di 400 mila casi in tutto il mondo”, ha sottolineato Tedros.
Il Dg Oms, ricordando i 20 anni dalla conferenza mondiale di Durban sull’Aids che fu conclusa da
Nelson Mandela, ha poi lanciato un allarme sull'impatto di COVID-19 nella lotta all’Aids, riportando i dati di una recente indagine che ha evidenziato come, a causa dell’epidemia, si sia ridotto notevolmente l’accesso ai trattamenti Hiv in almeno 73 paesi che hanno denunciato un pericoloso calo delle loro scorte di antiretrovirali.
Questo quando negli ultimi due anni, il numero di nuove infezioni da HIV si è stabilizzato a 1,7 milioni all'anno con una modesta riduzione dei decessi per AIDS.
“I progressi sono in stallo – ha detto Tedros - perché i servizi di prevenzione e test dell'HIV non raggiungono i gruppi che ne hanno maggiormente bisogno. E la mancanza di farmaci anti-HIV ottimali con adeguate formulazioni pediatriche è da tempo un ostacolo al miglioramento dei risultati sanitari per i bambini che vivono con l'HIV”.
“Per sconfiggere la pandemia di COVID-19 e garantire che i servizi sanitari essenziali per malattie come l'HIV continuino; non possiamo permetterci divisioni”, ha aggiunto Tedros, sottolineando che “l'unità nazionale e la solidarietà globale sono più importanti che mai per sconfiggere un nemico comune, un virus che ha preso in ostaggio il mondo”.