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QS Edizioni - lunedì 23 dicembre 2024

Scienza e Farmaci

La sanità “no Covid” riapre ma più della metà degli italiani ha paura di andare in ospedale

immagine 6 luglio - Un sondaggio di Incisive Health-Censuswide. La paura di contrarre il virus si concretizza anche per le visitre specialistiche (45%), e il medico di famiglia (43%). Per quanto riguarda i servizi da riaprire il prima possibile, il 63% degli intervistati cita quelli diagnostici e oncologici. Riguardo a una eventuale seconda ondata di covid-19, lo studio, che mette a confronto Italia, Spagna, Germania e Francia e Regno Unito, ha rilevato come per il 50% dei cittadini italiani la priorità sia garantire Dpi  a medici e infermieri (percentuale più alta solo in Spagna, con il 61%). I DATI
Italiani riluttanti ad accedere ai servizi sanitari specie se ospedalieri. È quanto emerge da uno studio condotto tra la fine di maggio e l'inizio di giugno 2020 da Incisive Health in collaborazione con il servizio di consulenza elettorale Censuswide, che ha interessato anche Francia, Germania, Spagna e Regno Unito e che, per la sola l’Italia, ha intervistato oltre 2.000 cittadini in merito sulla loro posizione in merito all'uso dei servizi sanitari e all’impatto che la pandemia di Coronavirus ha avuto su di loro.

Più della metà (55%) degli italiani ha paura di recarsi nei reparti di emergenza visto che il rischio di contrarre il COVID-19 potrebbe essere più elevato negli ospedali. Questo timore si concretizza anche quando si tratta di visitare un medico specialista in ospedale (45%), e il medico di famiglia (43%). La maggioranza degli intervistati (60%) ha dichiarato di essere avverso a visitare i servizi di urgenza ospedalieri a causa di un possibile sovraccarico del sistema. La stessa cosa accade per quanto riguarda l’eventuale utilizzo di un'ambulanza (55%) e per visite specialistiche in ospedale (51%).

Quando si tratta invece di consultazioni mediche non urgenti (31%), i pazienti di tutte le età considerano gli appuntamenti telefonici preferibili a quelli di persona. Questi ultimi sono una migliore opzione solo per il 20% delle persone.

Per quanto riguarda i settori che dovrebbero essere prioritari quando i servizi sanitari torneranno al funzionamento normale, il 63% degli intervistati ha dichiarato che la loro priorità principale sarebbe quella di riaprire i servizi diagnostici e di trattamento dei tumori. Questo è presumibilmente dovuto alla chiusura o alla sospensione parziale di questi servizi durante la pandemia. Nel frattempo, il 39% degli italiani desidera dare priorità ai servizi di assistenza primaria.

In merito a una possibile seconda ondata di COVID-19, il pubblico italiano ha considerato essenziale mantenere al sicuro gli operatori dei servizi sanitari nazionali e il 50% degli intervistati da priorità agli investimenti nei dispositivi di protezione personale per medici e infermieri.
 
Per cercare di garantire che il paese sia meglio preparato per future pandemie, infine, il 57% degli italiani raccomanda di investire di più nella ricerca scientifica, il 54% nell'aumento della capacità di servizi di terapia intensiva e il 51% nel miglioramento della cooperazione tra paesi. 

Secondo lo studio tranquillizzare il pubblico sul fatto che i servizi sanitari siano sicuri sarà una grande sfida soprattutto quando si pensa che molte persone con condizioni gravi o croniche non stanno cercando aiuto per timore di contrarre il COVID-19.

“L'Italia - commenta Francesca Scassellati Sforzolini, Direttrice Amministrativa di Incisive Health Bruxelles - ha affrontato una delle sfide più difficili della sua storia e, nonostante la situazione sia ora sotto controllo, è comprensibile che il pubblico sia ancora molto preoccupato per quanto riguarda l'accesso ai servizi sanitari. La volontà del grande pubblico di dare priorità ad alcuni aspetti dei servizi sanitari sembra essere guidata dalle terribili sfide che questi servizi hanno dovuto affrontare durante la pandemia di COVID-19. È fondamentale che il pubblico italiano riacquisti la fiducia nei servizi sanitari, ma affinché ciò avvenga è necessario investire maggiormente nel servizio sanitario nazionale e ripensare i meccanismi di coordinamento tra regioni in previsione di future crisi sanitarie.”
 
Un'immagine simile è apparsa in tutta Europa, poiché lo stesso sondaggio condotto in Francia, Germania, Spagna e Regno Unito ha rivelato che la maggior parte delle persone è più riluttante a utilizzare i servizi ospedalieri per timore di contrarre il COVID-19 o di sovraccaricare il sistema sanitario. La riapertura dei servizi oncologici è la priorità della maggioranza dei cittadini di ciascun paese e sia la Spagna che l'Italia condividono risposte simili a domande riguardanti il futuro dei servizi sanitari.
6 luglio 2020
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