In Unione Europea ogni anno sono oltre 25 milioni le unità di sangue intero, plasma e emoderivati raccolte grazie a oltre 15 milioni di donatori, che garantiscono le trasfusioni a oltre 3,5 milioni di pazienti.
Per garantire la sicurezza di tutto il ciclo, dalla donazione alla trasfusione, è stata appena pubblicata la
ventesima edizione della “Guide to the preparation, use and quality assurance of blood components”, il documento dell’Edqm, il direttorato per la qualità dei farmaci del Consiglio d’Europa, detta i principi e i requisiti per garantire la sicurezza e la qualità degli emocomponenti impiegati per le trasfusioni. Alla stesura della Guida hanno partecipato anche gli esperti del
Centro Nazionale sangue italiano.
Il documento rappresenta un supplemento tecnico alla Raccomandazione n. R (95) 15 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla preparazione, uso e garanzia di qualità degli emocomponenti e si rivolge a tutti gli operatori del settore. Le raccomandazioni introdotte nella Guida rappresentano gli standard minimi in materia di attività trasfusionali oggi applicabili sulla base delle conoscenze scientifiche e degli sviluppi tecnologici disponibili. Le raccomandazioni rispecchiano e attualizzano i requisiti delle direttive Europee di settore.
Questa edizione della Guida contiene, inoltre, una versione aggiornata delle Good Practice Guidelines (GPGs), che riflettono pienamente i più recenti cambiamenti introdotti per garantire l’applicazione delle buone prassi in tutti i processi trasfusionali critici. Le buone prassi sono divenute obbligatorie per effetto della Direttiva UE 2016/1214. La nuova versione della Guida mette a disposizione dei professionisti di settore le monografie sugli emocomponenti, che contengono gli standard di qualità e di sicurezza presentati in una struttura armonizzata con quella adottata dalla Farmacopea Europea per i farmaci.
“Il sistema italiano garantisce tutti i requisiti di qualità e sicurezza richiesti dalle linee guida – ricorda
Giancarlo Maria Liumbruno, direttore generale del Cns –, e anzi la nostra esperienza, riconosciuta anche dall’Oms che ci aveva affidato l’organizzazione del World Blood Donor Day 2020, poi rinviato al 2021, è stata utile per quest’ultima revisione”.