Si conclude oggi il Global Forum on Nicotine, che quest’anno si è svolto in modalità virtuale. Tema dell’edizione 2020 dell’evento è stato: 'Nicotina: scienza, etica e diritti umani', nella prospettiva – come hanno ricordato gli organizzatori - di aiutare gli oltre 1,1 miliardi di fumatori nel mondo, "ad accedere a prodotti a base di nicotina più sicuri e adeguatamente regolati, come le sigarette elettroniche, per smettere quando hanno difficoltà ad accedere alle terapie".
"Gli sforzi per la lotta al tabagismo condotti da agenzie internazionali come l'Oms hanno abbassato i tassi globali di fumo, sebbene resti ancora molto da fare – ha sottolineato il Gfn20 - L'80% dei fumatori nel mondo vive in Paesi a basso e medio reddito, ovvero quelli meno in grado di attuare misure di controllo del tabacco e con i sistemi sanitari meno in grado di far fronte al peso delle malattie legate al fumo. Laddove disponibili e convenienti, i prodotti più sicuri a base di nicotina come i vaporizzatori, i prodotti a base di tabacco riscaldato e lo 'snus' (tabacco da masticare) offrono ai fumatori più opzioni per abbandonare le sigarette".
Obiettivo: ridurre il danno da tabacco
Secondo
Gerry Stimson, direttore della conferenza del 'Global Forum on Nicotine' (Gfn20) e professore emerito all'Imperial College di Londra, "la riduzione del danno da tabacco è una buona pratica di salute pubblica. Si concentra infatti sui fumatori e sulle persone che sono passate a una valida alternativa alle sigarette. Inoltre promuove e incoraggia il cambiamento. La riduzione del danno da fumo non è antitetica al controllo del tabagismo, dovrebbe farne parte. Ma c'è una visione miope su queste strategie”.
"Il 30% della popolazione adulta del mondo ancora fuma - ha ricordato Stimson, - quindi dobbiamo integrare qualcosa nelle politiche. Penso che la riduzione del danno sia l'ingrediente mancante per coloro che fumano; rendiamo accessibili a queste persone dei modi più sicuri di inalare la nicotina".
Per Stimson i prodotti senza combustione del tabacco sono buone alternative per la riduzione del danno. “Sono circa 10 anni che i prodotti senza combustione sono apparsi nel mercato – ha osservato il direttore del 'Global Forum on Nicotine' - ma non possiamo davvero aspettare 50 anni perché questi prodotti sostituiscano completamente le sigarette. Dobbiamo trovare delle modalità per accelerare questo processo perché con 7 milioni di persone che muoiono ogni anno per malattie fumo-correlate, che corrispondono al triplo dei morti causati da Hiv, tubercolosi e malaria, questo è un problema di salute pubblica enorme".
Agevolare il passaggio ai prodotti senza combustione. Il ruolo della tassazione
"I consumatori in molti paesi tra cui Svezia, Norvegia, Islanda e ora il Giappone hanno dimostrato di passare alle alternative alle sigarette quando ne hanno la possibilità – ha sottolineato di
David Sweanor, del Center for health law, policy and ethics dell'Università di Ottawa, uno dei relatori del 'Global Forum on Nicotine' - Immaginiamo cosa accadrebbe se le persone avessero accesso a una vasta gamma di alternative a basso rischio rispetto alle sigarette e se potessero ottenere informazioni sul rischio relativo e se potessero essere spinti verso tali opzioni attraverso una regolamentazione intelligente e proporzionata al rischio".
Un ruolo fondamentale, in questo senso, potrebbe svolgerlo una tassazione differente per le sigarette e i dispositivi a potenziale rischio ridotto. "La tassazione è fondamentale per incoraggiare questi comportamenti anche perché la variabile del prezzo incide molto sul comportamento del fumatore – ha continuato Sweanor – Sono stato coautore di numerosi studi su questo tema, che indicano la necessità di una tassazione differenziata anche sulla base del rischio dei prodotti. Non c'è dubbio che le sigarette debbano essere tassate di più rispetto ai prodotti meno dannosi".
La centralità dell’OMS
Il tema della riduzione del danno da tabacco è un aspetto di salute pubblica che non deve sfuggire alla regia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ne è convinto
Clive Bates, ex direttore dell'Action on Smoking and Health inglese durante il mandato di Tony Blair, che non ha risparmiato aspre critiche alla massima organizzazione sanitaria.
"L'Oms è una organizzazione irresponsabile che non si assume la responsabilità di risolvere il problema della riduzione del danno da tabacco – ha detto Bates - Su alcuni temi lascia autonomia agli Stati con risultati scoraggianti visto il numero di fumatori che vi sono ancora al mondo; su altri, come quelli delle alternative meno dannose alle sigarette, non si assume il rischio di decidere e non attua politiche forti per mettere fine alle sigarette, ma osteggia i nuovi prodotti a rischio ridotto".
"Molti Stati si stanno muovendo in autonomia come la Nuova Zelanda, l'Inghilterra o gli Usa - ha concluso Bates - ma non possono venire osteggiati se prevedono l'uso di queste alternative nella lotta al fumo. Le politiche pubbliche dovrebbe essere incentrare sulla salvaguardia della salute e in questo caso la salute dei fumatori”.