Covid. Parte la sperimentazione del farmaco giapponese “Avigan”. La coordinerà il Sacco di Milano. Il caso fu sollevato un mese e mezzo fa da un video facebook che parlava di una cura che aveva salvato il Giappone dal Coronavirus
7 maggio - L'annuncio del sì alla sperimentazione, seguito al clamore suscitato da un video amatoriale che ne lodava le doti terapeutiche, risale addirittuta allo scorso 23 marzo. Ma in realtà l'ok formale di Aifa al protocollo è arrivato solo l'altro ieri. Il medicinale è un antivirale autorizzato in Giappone dal marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci.
Il farmaco giapponese Avigan, principio attivo Favipiravir, sarà oggetto di uno studio multicentrico e multinazionale, di fase 3, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, per valutarne l'efficacia e la sicurezza nel trattamento di pazienti adulti con COVID-19.
Lo ha deciso il 5 maggio scorso Aifa che ha affidato il coordinamento della sperimentazione all’Azienda SocioSanitaria Territoriale (ASST) Fatebenefratelli-Sacco di Milano. Non sono stati invece resi noti gli altri centri coinvolti anche se nelle settimane scorse avevano già annunciato la volontà di sperimentarlo sia i il Veneto che la Sardegna.
Favipiravir è un antivirale autorizzato in Giappone dal marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci.
Se ne è cominciato a parlare in Italia soprattutto dopo un video amatoriale postato su facebook da un 42 enne romano con studi in farmacia il 21 marzo scorso e visualizzato in poco tempo da migliaia di persone. Il video ne decantava le doti terapeutiche palesando che in Italia non se ne volesse tener conto per ragioni poco chiare.
Da qui polemiche e interventi anche della politica e delle Regioni, il Veneto in testa che il 22 marzo si diceva subito pronto a partire con la sperimentazione. In un primo momento sembrava però che non se ne sarebbe fatto nulla dopo che Aifa, lo stesso giorno dell'annuncio del Veneto, diramava una nota dove si affermava che "l'uso Avigan non era autorizzato in Europa e USA e che erano scarse le evidenze scientifiche sull’efficacia per COVID-19", informando tuttavia che il dossier per avviare la sperimentazione era sul tavolo dell'Agenzia.
Ma il 23 marzo, quindi solo 24 ore dopo l'annuncio di Zaia e la nota di Aifa, arriva a sorpresa il semaforo verde alla sperimentazione e la notiza la darà lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza: “Il direttore generale di AIFA, Nicola Magrini, mi ha comunicato che la riunione del Comitato Tecnico–Scientifico di questa mattina, dopo una prima analisi sui dati disponibili relativi ad Avigan, sta sviluppando un programma di sperimentazione e ricerca per valutare l’impatto del farmaco nelle fasi iniziali della malattia. Nei prossimi giorni i protocolli saranno resi operativi, come già avvenuto per le altre sperimentazioni in corso”.
Da sottolineare poi che in quell'occasione l'azienda giapponese per bocca del suo rappresentante italiano allertava che a quel momento non esistevano "prove scientifiche cliniche pubbliche che dimostrino l'efficacia e la sicurezza di Avigan contro Covid-19 nei pazienti".
Ora l'annuncio ufficiale di Aifa che chiude la vicenda e avvia formalmente la sperimentazione.