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QS Edizioni - giovedì 21 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Remdesivir. I primi dati dello studio Niaid a metà maggio

immagine 27 aprile - Tra poco più di 15 giorni potrebbero essere resi noti i primi dati dello studio di efficacia di remdesivir per il Covid-19 condotto dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases degli USA. La sperimentazione è stata avviata a febbraio, dopo che remdesivir ha cominciato ad attrarre l’attenzione dei ricercatori come possibile terapia contro il Covid, sulla base delle evidenze nell’impiego in alcuni pazienti che avevano contratto l’infezione.
(Reuters Health) – Potrebbero arrivare già a metà maggio i risultati della sperimentazione chiave in corso negli USA sul remdesivir, l’antivirale di Gilead in studio contro il nuovo coronavirus. Ad annunciarlo è stato il coordinatore dello studio, Andre Kalil, dell’Università del Nebraska.
 
La sperimentazione è stata avviata a febbraio dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) dopo che remdesivir ha cominciato ad attrarre l’attenzione dei ricercatori come possibile terapia contro il COVID, sulla base delle evidenze nell’impiego in alcuni pazienti che avevano contratto l’infezione.
 
Alcuni giorni fa uno studio cinese aveva raffreddato le speranze sull’efficacia del farmaco sui pazienti con COVID-19 grave. Ma Gilead ha respinto la conclusione dei ricercatori asiatici dal momento che lo studio è stato interrotto presto per l’esiguo numero di pazienti arruolati.
Alcuni medici dello Houston Methodist Hospital hanno anche affermato di aver trattato con remdesivir, a partire al 23 marzo, 41 pazienti, principalmente affetti da COVID-19 grave; nessuno di questi era morto e la metà è stata dimessa dall’ospedale.
 
Prima di arrivare a conclusioni definitive, è necessario testare il medicinale in una rigorosa sperimentazione clinica sulla malattia in diverse fasi, per sapere se e in quali circostanze può produrre benefici.

Lo studio condotto presso il NIAID “ha tutti gli standard scientifici necessari per aiutarci a stabilire se il farmaco funziona o meno”, ha affermato Kalil. Si tratta, infatti, di uno studio randomizzato, in doppio cieco, versus placebo. Ieri si è concluso l’arruolamento e i partecipanti potrebbero aver superato la soglia degli 800

Fonte: Reuters Health News

(Versione italiana Daily Health Industry)
27 aprile 2020
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