(Reuters Health) – Secondo uno studio cinese apparso su JAMA Network Open, gli RNA lunghi non codificanti (lncRNAs) legati all’immunità innata e adattiva nel cancro potrebbero fornire un’indicazione della risposta all’immunoterapia.
“Questo studio è il primo a identificare l’lncRNA come biomarcatore promettente per la classificazione molecolare e la predizione dell’immunoterapia oncologica clinica”, ha dichiarato il Dott.
Herui Yao della Sun Yat-sen University di Guangzhou.
Lo studio. Herui Yao e colleghi, della Sun Yat-sen University di Guangzhou, hanno analizzato l’IncRNA e i dati genomici di 348 pazienti con tumore della vescica e di 71 con melanoma trattati con immunoterapia durante studi clinici. Inoltre, hanno incluso una multicoorte “pan-tumorale” di 2.951 pazienti estrapolata dal The Cancer Genome Atlas (TCGA).
I ricercatori hanno identificato quattro diversi sottotipi immunitari basati sugli lncRNA con differenze significative nella sopravvivenza generale (OS) e nella risposta immunoterapeutica. “Abbiamo rilevato che i pazienti con una sopravvivenza più lunga avevano una minore espressione di cellule immunitarie, checkpoint immunitari e antigeni leucocitari umani rispetto ai pazienti con una sopravvivenza più breve”, affermano i ricercatori.
Il team ha ipotizzato che “le cellule immunitarie dei pazienti con un minor beneficio in termini di sopravvivenza si trovassero in uno stato non funzionale”.
Il maggior beneficio di OS era presente nel sottotipo immuno-attivo caratterizzato da una firma lncRNA immuno-funzionale e da un’elevata infiltrazione di linfociti T citotossici. Punteggi IncRNA bassi versus alti presentavano una OS significativamente più lunga in vari tipi di tumore (hazard ratio, 0,32).
Fonte: JAMA Network Open
David Douglas
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)