Per reagire a “un contesto economico e di business sempre più critico e complesso e assicurare così all’azienda una crescita sostenibile nel medio-lungo termine”, Roche Diagnostics S.p.A. ha annunciato “la necessità di ridefinire la propria struttura organizzativa al fine di adeguare le proprie risorse alle attuali necessità aziendali”. L’annuncio è arrivato pochi giorni fa dalla stessa azienda, che spiega come questa decisione “si impone in uno scenario critico per il settore diagnostico, nel quale una molteplicità di fattori sta producendo e produrrà nei prossimi anni una contrazione del business”.
Il piano di riorganizzazione si propone di raggiungere un corretto equilibrio tra assetto organizzativo, dimensionamento complessivo della forza aziendalmente occupata, cifra d’affari, costi ed efficienza operativa, in funzione sia dell’evoluzione del portafoglio prodotti della Società sia, e soprattutto, del contesto di un mercato “particolarmente segnato da fattori strutturali difficilmente reversibili”. Tra questi, la Roche ne cita in particolare tre: “1. tagli alla spesa sanitaria nel suo complesso, succedutisi nel corso dell’ultimo triennio; 2. crescente dilazione dei tempi di pagamento delle Aziende Ospedaliere pubbliche, da cui proviene circa l’80% del fatturato globale della Società; 3. predominanza del fattore prezzo nelle gare d’appalto a discapito dell’innovazione tecnologica”.
Un contesto che ora mette la Roche Diagnostics S.p.A. “nella necessità di ridurre il personale di 72 unità, occupate sia presso la sede di Monza sia su tutto il territorio italiano”. Nessun impatto è invece previsto su Roche S.p.A., l’affiliata italiana della divisione Pharma del Gruppo.
“Roche Diagnostics – spiega l’azienda in una nota -, consapevole dell’impatto che questo provvedimento avrà sulle persone e le loro famiglie, non mancherà di valutare, nell’ambito della procedura di consultazione sindacale appena avviata, misure volte a contenere, per quanto possibile, le negative conseguenze sul piano sociale”.