toggle menu
QS Edizioni - giovedì 21 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Disturbo bipolare. La trasmissione intergenerazionale è genetica

di Will Boggs
immagine 30 marzo - La trasmissione intergenerazionale da genitori a figli del disturbo bipolare sia ampiamente imputabile ai geni. Questa evidenza emerge da uno studio USA che ha preso in considerazione i dati relativi a 2,4 milioni di figli appartenenti a quattro tipi di famiglie
(Reuters Health) – La trasmissione del disturbo bipolare di generazione in generazione dipende in gran parte dai geni. È quanto emerge da uno studio condotto dalla Virginia Commonwealth University di Richmond. Ad oggi gli studi che hanno cercato di scoprire i ruoli dei fattori genetici e ambientali nella trasmissione familiare del disturbo bipolare si sono basati esclusivamente sulla somiglianza intragenerazionale; solitamente si è trattato di studi su gemelli.
 
Kenneth S. Kendler e colleghi hanno utilizzato le informazioni dei registri svedesi basati sulla popolazione per esaminare l’impatto della genetica contrapposto agli effetti della crescita sulla trasmissione intergenerazionale della malattia bipolare (da genitori a figli), nonché l’associazione intergenerazionale familiare tra disturbo bipolare e schizofrenia o depressione maggiore.

Lo studio ha incluso 2,4 milioni di figli che facevano parte di quattro tipi di famiglie: intatte (la progenie risiedeva nello stesso ambiente familiare con i genitori biologici); figli non residenti con il padre biologico (la progenie non aveva mai vissuto con il padre biologico); figli con patrigno (i figli abitavano con un uomo con cui non avevano legami biologici) e famiglie adottive (bambini adottati prima del quinto anno di età).

I risultati. Sia tra i genitori che tra i figli, i tassi di prevalenza per disturbo bipolare, depressione maggiore, psicosi non affettiva e schizofrenia erano generalmente più bassi nelle famiglie intatte, intermedi nelle famiglie con patrigni e più alti in quelle adottive e in quelle dove la prole non aveva mai vissuto con il padre biologico.

La portata della trasmissione del disturbo bipolare alla progenie era di 0,25 da padri o madri biologiche che crescono i loro figli; 0,21 da padri e 0,28 da madri che forniscono solo i geni e 0,06 da padri e 0,10 da madri che crescono solamente i figli. Tra i genitori, la trasmissione era di 0,25 per i geni e la crescita, 0,22 per i soli geni e 0,07 per i rapporti che implicavano solo la crescita della prole.

La trasmissione intergenerazionale del disturbo bipolare e della depressione maggiore era di 0,09 per i geni e la crescita, 0,04 per i soli geni e 0,05 per la sola crescita. Per la trasmissione da genitore a figlio del disturbo bipolare e della schizofrenia, la portata stimata della trasmissione era di 0,12 per i geni e la crescita, 0,12 per i soli geni e -0,03 per la sola crescita.

Sulla base dei dati disponibili sui rapporti che implicavano solo la trasmissione dei geni, le correlazioni genetiche intergenerazionali erano 0,302 tra disturbo bipolare e depressione maggiore e 0,572 tra disturbo bipolare e schizofrenia.

“I risultati di questo studio indicano che i geni sono ampiamente responsabili della trasmissione del disturbo bipolare tra le generazioni, sebbene probabilmente siano presenti anche modesti effetti legati alla crescita”, osservano gli autori. “La trasmissione intergenerazionale tra disturbo bipolare e schizofrenia sembra essere interamente genetica con una moderata correlazione genetica; per il disturbo bipolare e la depressione maggiore la trasmissione sembra risultare in egual misura dai geni e dalla crescita con una modesta correlazione genetica”.

“Questi risultati si basano su diagnosi cliniche e, per ciò che conosciamo, si tratta di un nuovo design dello studio ad adozione estesa”, concludono i ricercatori. “Tuttavia, riteniamo che l’apparente validità dei nostri risultati sia supportata dalla loro coerenza tra i vari tipi di famiglie e, con due modeste eccezioni, dalle stime di trasmissione dal disturbo bipolare nei genitori e al disturbo bipolare nella progenie”.

Fonte: JAMA Psychiatry
 
Will Boggs
 
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
30 marzo 2020
© QS Edizioni - Riproduzione riservata