L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato oggi che COVID-19 è una pandemia, con oltre 118.000 casi e 4.291 morti in più di 110 paesi e territori in tutto il mondo e il rischio costante di una ulteriore diffusione globale.
Del totale dei casi segnalati, oltre il 90 per cento, si registra in soli quattro paesi (Cina, Italia, Iran e Corea del Sud) e due di questi, Cina e Corea del Sud, mostrano ora una significativa riduzione delle epidemie
Ma nonostante questi miglioramenti l'epidemia si è allargata e minaccia ormai tutto il Mondo e secondo il Dg dell'Oms
Tedros Adhanom Ghebreyesus, "non è solo una crisi di salute pubblica, ma una crisi che toccherà tutti i settori. Quindi ogni settore e ogni individuo devono essere coinvolti nelle azioni e iniziative per contrastarla.
“Pandemia non è un termine da usare con leggerezza o noncuranza. È un termine che, se usato in modo improprio, può causare paura irragionevole o ammissione ingiustificata che la lotta sia finita, portando a sofferenze e morte inutili ", ha detto Tedros che ha sottolineato come "descrivere la situazione come una pandemia non cambia la valutazione dell'OMS sulla minaccia rappresentata da questo coronavirus e non cambia ciò che l'OMS sta facendo né ciò che i paesi dovrebbero fare”.
"Nelle ultime due settimane, il numero di casi di COVID19 al di fuori della Cina è aumentato di 13 volte e il numero di paesi colpiti è triplicato e nei giorni e nelle settimane a venire ci aspettiamo purtroppo che questi numeri crescano ancora", ha detto ancora il Dg dell'Oms che si è detto molto preoccupato di questo trend ma altrettanto della "inazione" da parte di molti Paesi.
Al contrario Tedros si è detto grato "per le misure adottate in Iran, Italia e Corea del Sud per rallentare il virus e controllare le loro epidemie", sottolineando come tali "misure stiano mettendo a dura prova le società e le economie, proprio come già acacduto in Cina".