In caso di influenza, “le chiusure scolastiche possono ridurre la trasmissione della malattia” ma i tempi e la durata sono fondamentali: chiusure non adeguate potrebbero non avere nessun impatto”. Sono le conclusioni di
un rapporto Oms del 2019 sulle misure di salute pubblica da mettere in atto per mitigare l’impatto di epidemie o pandemie di influenza.
Ed è proprio a partire da questo rapporto dell'Oms che l'Ecdc,
in un documento del 2 marzo scorso, prende posizione sull'opportunità o meno di chiudere le scuole di fronte all'attuale epidemia di COVID-19. In primo luogo, secondo il Cento europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, va presa in considerazione la differenza tra il virus influenzale, particolarmente diffuso tra i bambini che diventano a loro volta grandi trasmettitori in famiglia e nella comunità, e il nuovo Coronavirus.
In quest'ultimo caso siamo di fronte a un virus non particolarmente diffuso tra i bambini e sulla base dei dati dell’Oms in Cina sappiamo che, tra tutti i casi, solo il 2,4% coinvolge minori di 19 anni e solo una piccola parte di questi (il 2,5%), sviluppa una forma severa della malattia. D'altra parte al momento non è noto se i bambini abbiano un ruolo importante nella trasmissione del virus e quindi, secondo l'Ecdc, eventuali chiusure scolastiche proattive per ridurre la trasmissione di COVID-19 dovrebbero essere attentamente valutate caso per caso, soppesando l'impatto previsto dell'epidemia rispetto agli effetti avversi di tali chiusure sulla Comunità.
L'Ecdc spiega anche che la chiusura potrebbe però essere utile al fine di ridurre l’impatto dell’influenza stagionale sui sistemi sanitari “e quindi ampliare la capacità digestione dei casi di COVID-19 da parte dei sistemi sanitari”. In questo scenario la misura sulle scuole quindi non servirebbe tanto a ridurre l’impatto dell’epidemia di coronavirus, ma potrebbe essere necessaria nelle circostanze in cui la diffusione di COVID-19 coincide con la stagione influenzale.
In ogni caso prima di arrivare a chiudere le scuole, seocndo l'Ecdc, bisognerebbe cercare di ridurre le possibilità di trasmissione all’interno delle strutture scolastiche, ad esempio formando gruppi di studio meno numerosi, aumentando la distanza fisica tra i bambini in classe, promuovendo il lavaggio delle mani e tenendo lezioni all’aperto.