“Non possiamo più lavorare sperando nella “fortuna” di non essere contagiati dal Coronavirus. Sto chiedendo in tutte le lingue alla Regione Veneto che ci invii i sistemi di protezione almeno per poter lavorare con un minimo di sicurezza fra medico e paziente. E’ da gennaio che stavamo vedendo cosa stava succedendo in Cina e noi siamo ancora qui, al quattro di marzo, privi di protezioni individuali. L’emergenza in Veneto sta durando da quindici giorni e le dotazioni che fino ad ora sono state distribuite dall’Ulss provinciale trevigiana sono state di un camice e di una mascherina, dopo otto giorni dall’emergenza, e di una seconda mascherine la settimana successiva”. A dirlo è
Salvatore Cauchi, presidente regionale dello Snami, sindacato dei medici di famiglia e medico di base a Pieve di Soligo (Tv), che è pronto, e lo dice in anticipo e senza nascondersi dietro alle parole, che in caso di contagio di un solo medico di medicina generale, porterà in tribunale la Ulss trevigiana e la Regione del Veneto.
“I medici di famiglia sono professionalmente fra i più esposti – scandisce Cauchi - e dal giorno dell’emergenza stiamo facendo triage telefonico per evitare di fare accedere negli ambulatori persone a rischio infezione del Covid-19, misuriamo la temperatura a tutti i nostri pazienti ma tutto questo non basta. Alla fine i pazienti che facciamo venire negli ambulatori li dobbiamo visitare considerando che tutta questa prevenzione non basta se guardiamo i numeri delle persone infette, che sono talmente diffuse ed il numero dei contagi cambia di giorno in giorno. Questa è la cornice nella quale noi MMG stiamo lavorando. Io rappresento oltre seicento medici e se uno dei miei iscritti si dovesse contagiare di Coronavirus io andrò in Procura della Repubblica per denunciare il direttore Generale della Ulss trevigiana, il Governatore del Veneto ed il Presidente del Consiglio Veneto per tentata strage a personale sanitario”.
Le dotazioni sono attese da settimane da tutti gli operatori sanitari e proprio in queste giorni Azienda Zero ha provveduto ad acquistare il materiali per fronteggiare l’emergenza. Speriamo che nel frattempo non aumentino i contagi fra gli operatori sanitari, come si può constatare, da alcune Ulss venete (Ulss 3 Serenissima, Ulss 1 Dolomiti e Ulss 7 Pedemontana), che in via precauzionale hanno disposto la sorveglianza domiciliare per molti medici, infermieri e oss, avendo lavorato senza protezioni, in aree dove sono transitati i pazienti risultati positivi al Covid-19.
Endrius Salvalaggio