Rafforzare le terapie intensive, attivare percorsi formativi 'rapidi' per il supporto respiratorio per infermieri e medici, coinvolgere le strutture private accreditate e reclutare operatori anche da altre zone del Paese meno colpite. Il Governo risponde così all'emergenza coronavirus che sta iniziando a mettere in difficoltà, a livello organizzativo, il sistema sanitario delle le Regioni del Nord più colpite.
Alla luce di quanto si sta verificando negli ultimi giorni negli ospedali della Regione Lombardia, con i reparti di terapia intensiva fortemente sotto stress, il Ministero della Salute ha emanato una circolare che punta a rafforzare i reparti più interessati ed implementare i posti letto. Più in particolare si chiede di attivare, nel più breve tempo possibile, un modello di cooperazione interregionale coordinato a livello nazionale, oltre ad un incremento delle disponibilità di posti letto come segue:
- del
50 % del numero dei posti letto in terapia intensiva (TI);
- del
100 % del numero dei posti letto in unità operative di pneumologia e in unità operative di malattie infettive, isolati e allestiti con la dotazione necessaria per il
supporto ventilatorio (inclusa la respirazione assistita) e con la possibilità di attuare quanto previsto dalle "Linee di indirizzo assistenziali del paziente critico affetto da COVID-19" emanate in data 29 febbraio 2020.
Si spiega inoltre che "l'attivazione dei posti letto dovrà garantire il controllo delle infezioni anche attraverso la rimodulazione locale delle attività ospedaliere". Il Comitato tecnico scientifico ha inoltre ritenuto "necessario ridistribuire il personale sanitario destinato all'assistenza, prevedendo un
percorso formativo 'rapido' qualificante per il supporto respiratorio per infermieri e medici da dedicare alle aree di sub intensiva". A tal fine, viene raccomandato l'utilizzo dei corsi Fad (formazione a distanza) disponibili presso l'Istituto superiore di sanità.
Si farà ricorso anche alle strutture private accreditate. Il loro utilizzo, si spiega nella circolare, dovrà essere valutato prioritariamente per ridurre la pressione sulle strutture pubbliche mediante
trasferimento e presa in carico di pazienti non affetti da Coronavirus.
Al verificarsi di un primo caso confermato di coronavirus in una zona ancora non colpita, l'Autorità competente dovrà determinare la rimodulazione dell'attività chirurgica elettiva.
Per garantire il
trasporto dei pazienti critici dovranno essere costituiti
Pool di anestesisti/rianimatori provenienti non solo dalla Regione interessata, ma anche da altre Regioni meno interessate. Il coordinamento dei trasporti regionali ed interregionali verrà affidato alla rete dei sistemi 112/118, previa costituzione di un
Tavolo nazionale di coordinamento del 112/118 Covid-19.
Il Cts ha inoltre ritenute necessarie le seguenti azioni:
-
ridefinizione dei percorsi di triage dei PS con la individuazione di aree dedicate alla sosta/degenza temporanea di pazienti sospetti;
- identificazione di una o più
strutture/stabilimenti ospedalieri da dedicare alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid-19 (presidi ospedalieri Covid-19) come da circolare del Ministero della Salute-DgProg del 29 febbraio 2020;
- definizione di un
protocollo per l'esecuzione dei tamponi;
- incremento della capacità di attività e del
numero dei laboratori qualificati;
- definizione di un
protocollo di sicurezza e sorveglianza degli operatori sanitari;
- attivazione della
Rete ReSPIRA;
- riattivazione di una
Centrale unica di coordinamento logistico dei trasporti di pazienti che richiedono ricovero in T.I. e ventilazione meccanica fino a Ecmo.
Infine, per mantenere un'adeguata performance assistenziale delle équipe sanitarie operanti nelle zone colpite dovrà essere
pianificato un programma di turnazione, reclutando anche
operatori che svolgono attività in altre aree del Paese meno sottoposte a carichi assistenziali legati alla gestione dei pazienti affetti da Covid-19.
Giovanni Rodriquez