I probiotici sono microorganismi viventi che, somministrati nelle giuste quantità, apportano benefici per la salute, secondo la definizione dell’Oms. “Le informazioni online sono state fondamentali per promuovere i probiotici in tutto il mondo. Tuttavia, solo pochi studi clinici rigorosi hanno soddisfatto i severi criteri richiesti per stabilire l'efficacia e la sicurezza dei probiotici”, hanno osservato gli autori dello studio. Bisogna poi tenere presente che l’
US Food and Drug Administration e l’
European Food Safety Authority, gli enti regolatori in Europa e Stati Uniti, non hanno dato un avviso favorevole ai probiotici.
I ricercatori si sono resi conto che spesso, le aspettative della popolazione in generale sugli effetti dei probiotici sono irrealistiche. L’idea è che essi possano apportare benefici in caso di disturbi gastrointestinali, ma anche rinforzare il sistema immunitario, e contribuire al miglioramento in caso di disturbi mentali o malattie cardiovascolari. Gli autori hanno dunque deciso di verificare l’attendibilità delle informazioni che si possono trovare online.
I ricercatori hanno analizzato i contenuti dei primi 150 siti internet, apparsi cercando la parola “probiotici” su Google. La ricerca è stata condotta in Belgio nel 2018. Hanno classificato i siti web per categorie (commerciali, governativi, portali che trattano di medicina, etc..), hanno poi valutato gli articoli sulla base del punteggio
JAMA (che prende in considerazione la presenza di 4 elementi: il nome dell’autore, la data della pubblicazione o degli aggiornamenti, il nome del proprietario del sito e il riferimento a fonti) e sulla presenza dell’ HONcode, una certificazione indipendente che attesta l’affidabilità e la credibilità dell’informazione. Hanno infine preso in considerazione la completezza dell’informazione scientifica dell’articolo, in termini di referenze e avvertimenti su benefici e effetti indesiderati dei probiotici.
Le informazioni scientifiche riportate, in particolare gli effetti benefici, sono state verificate sulla Cochrane Reviews, un database di revisioni sistematiche e meta-analisi che sintetizzano e interpretano i risultati della ricerca medica.
Quasi la metà dei siti web erano commerciali e in genere avevano un basso punteggio per quanto riguarda i criteri JAMA e l’HONcode. I portali che trattano di medicina e le news si sono rivelate più affidabili. Il 35% dei siti faceva riferimento alla letteratura scientifica, il 25% menzionava i possibili effetti collaterali e solo il 15% menzionava le disposizioni normative. Il 19% dei siti web non hanno fornito informazioni sui ceppi batteri che compongono i probiotici.
Tra le 325 dichiarazioni che vengono fatte sui probiotici nei diversi siti, solo 77 sono supportate da prove scientifiche comprovate presenti nelle recensioni di Cochrane, invece 66 non sono supportate da alcuna prova scientifica.
L’88% dei siti riporta i benefici rispetto ai disturbi gastrointestinali, che trovano in effetti riscontro negli studi scientifici. Il 62% dei siti parla però di potenziamento immunitario, “a malapena studiato nei trial clinici, lo stesso vale per i disturbi mentali e le malattie cardiovascolari”, scrivono gli autori.
Dalle recensioni di Cochrane emerge in effetti che i probiotici possano avere un effetto positivo in caso di diarrea infettiva, inclusa la colite associata a Clostridium difficile. Tuttavia, vi è ancora incertezza su quali probiotici debbano essere utilizzati per quali gruppi di persone e anche per valutare l'efficacia in termini di costi di questo trattamento. “Le recensioni di Cochrane supportano anche l'uso di probiotici nella prevenzione dell'enterocolite necrotizzante nei neonati pretermine, ma con dati insufficienti riguardo ai benefici e ai potenziali effetti avversi nei neonati più a rischio”, aggiungono gli autori.
Non sono stati invece trovati nella banca dati, articoli riguardo ai benefici dei probiotici in caso di cancro, obesità e disturbi respiratori.
I ricercatori hanno comunque osservato che la top 10 di articoli di Google era piuttosto affidabile, la metà degli articoli aveva la certificazione HONcode (rispetto al 6% degli articoli restanti) e un buon livello di completezza delle informazioni scientifiche.
Camilla de Fazio