Occuperà circa 55.000 metri quadri, di cui 35.000 di laboratori interdisciplinari, contando su quattro edifici (di cui tre esistenti e uno di nuova costruzione), che ospiteranno sette centri di ricerca e quattro strutture scientifiche di supporto che offriranno servizi e tecnologie necessari al lavoro scientifico. Tutto dovrebbe essere pronto entro il 2024 e vi lavoreranno fino a 1.500 persone. Sono questi i numeri che raccontano lo sforzo di Human Technopole, la casa per le scienze della vita, il nuovo istituto italiano di ricerca situato nel cuore del Milano Innovation District (Mind), dove si è svolto l'Expo 2015.
“Il nostro obiettivo è la medicina personalizzata - precisa
Marco Simoni, presidente della Fondazione Human Technopole –. Lavoriamo per scoprire i modi in cui si possono fare trattamenti ad hoc per tumori o malattie degenerative, potremo persino sequenziare il Dna di un paziente che sta in un’altra città. Stiamo costruendo un luogo abbastanza grande da essere al servizio della ricerca a livello nazionale, facendo in modo che non sia appannaggio di pochi, ma per tutti”. La missione sarà dunque quella di sviluppare approcci personalizzati alla medicina e la nutrizione per contrastare il cancro e le malattie neuro-degenerative, integrando la genomica su larga scala con l’analisi di complessi sistemi di dati e lo sviluppo di nuove tecniche diagnostiche. La chiave sarà l'interdisciplinarietà e la condivisione delle conoscenze per promuovere l'innovazione in sanità, non solo a Milano ma in tutto il Paese.
Lo stesso ministro dell'Istruzione e ricerca,
Lorenzo Fioramonti, ha detto che non dovrà essere “una cattedrale nel deserto, ma un nodo fondamentale di un sistema aperto e collaborativo in cui ciascun ricercatore, senza distinzioni di ente di provenienza, possa sottoporre la propria idea di ricerca in modo trasparente e competitivo".
Intanto, oltre al neo-coordinatore del comitato scientifico Walter Ricciardi, sono stati scelti gli scienziati che lavoreranno allo sviluppo dei primi centri di ricerca (genomica, biologia computazionale, neuro-genomica e biologia strutturale) del nuovo istituto italiano per le scienze della vita. Si tratta di cinque ricercatori italiani, un croato e un austriaco, individuati attraverso una procedura di selezione internazionale guidata dal Comitato di Gestione di Human Technopole e commissioni di esperti indipendenti. Per la maggior parte di loro Human Technopole rappresenta la prima esperienza di lavoro in Italia.
I prescelti sono
Piero Carninci, genetista, oggi vicedirettore del centro Riken per le scienze mediche integrative di Yokohama (Giappone) e che a Milano si occuperà dei meccanismi che governano l’espressione genica, dirigendo il centro di genomica. C'è poi il biochimico
Alessandro Vannini, che dirigerà il Centro di Biologia Strutturale dopo quasi otto anni passati nel Regno Unito all'Institute of Cancer Research di Londra. Il suo laboratorio allo Human Technopole si occuperà dei meccanismi molecolari che incidono sul cancro e sulle malattie neurodegenerative congenite. E' stato scelto anche
Giuseppe Testa, direttore del Laboratorio di Epigenetica delle Cellule Staminali dell’Istituto Europeo di Oncologia, ora chiamato a dirigere il Centro di Neuro-genomica per studiare i meccanismi molecolari alla base delle disabilità intellettive e dell’autismo.
Accanto a lui il bioinformatico
Francesco Iorio, attualmente al Wellcome Sanger Institute di Cambridge, che al Centro di Biologia Computazionale si concentrerà prima sul cancro e poi malattie rare e disturbi neurodegenerativi, come Alzheimer e Parkinson.
Gaia Pigino, ora responsabile di un gruppo di ricerca al Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics di Dresda, affiancherà Vannini nello sviluppo del Centro di Biologia Strutturale.
Nereo Kalebic, del Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics di Dresda, collaborerà invece con il Centro di Neuro-genomica occupandosi dei meccanismi molecolari alla base dello sviluppo e l’evoluzione del cervello, mentre
Florian Jug, informatico presso il Centre for Systems Biology di Dresda, collaborerà con il Centro di Biologia Computazionale.
Secondo il progetto, ognuno dei sette centri di ricerca avrà dei laboratori propri e collaborerà con università, centri di ricerca e ospedali. Le strutture saranno pienamente operative a partire dal 2023, con un totale di 1500 persone impiegate, ma già oggi presso Palazzo Italia lavorano i vertici di Human Technopole e gli amministrativi, che presto saranno seguiti da 150 data scientist.
“Nel giro di cinque anni abbiamo costruito gli edifici, fatto l’Expo, stabilito come reinventare il sito e restaurato completamente gli interni. Sono tempistiche record”, commenta soddisfatto Simoni. Human Technopole rappresenta un’occasione per far tornare in Italia persone che sono state fuori a lungo, ma anche l’opportunità per esperti mondiali di arrivare a Milano per la prima volta. E potranno contare su una dotazione tecnologica di tutto rispetto e in stadio avanzato: “Abbiamo acquistato - aggiunge Simoni - un microscopio Crio-M, largo 8 metri, capace di vedere la struttura atomica della proteina. In Europa ce ne sono nove, noi ne avremo due. Saranno usati da qualsiasi ricercatore italiano che ne abbia bisogno, facendo application per progetti”.
Adele Lapertosa