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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Bere nei limiti consigliati non favorisce la demenza

di Lisa Rapaport
immagine 4 ottobre - Un’assunzione moderata di alcol, nell’età anziana, non espone a un maggior rischio di demenza. L’evidenza emerge da uno studio USA che seguito oltre 3 mila settantenni per una media di sei anni. È importante però valutare con il proprio medico il rischio personale, sulla base dello stato di salute
(Reuters Health) – Un recente studio USA indica che la maggior parte degli anziani che bevono uno o due drink al giorno non hanno maggiori probabilità di sviluppare deterioramento cognitivo o demenza rispetto a quelli che bevono solo raramente. I ricercatori – guidati da Manja Koch, specialista in nutrizione presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston –  hanno seguito 3.021 adulti con un’età pari o superiore a 72 anni per una media di sei anni. All’inizio, la maggior parte non presentava problemi cognitivi; 473 avevano un lieve deterioramento cognitivo. Alla fine del follow-up, 512 avevano sviluppato demenza, inclusi 348 casi di Alzheimer.
 
Per i soggetti senza problemi cognitivi all’inizio dello studio non è emersa una differenza significativa nel rischio di sviluppare demenza sulla base della quantità di alcool assunta. Quando i partecipanti hanno iniziato con un deterioramento cognitivo lieve, le persone che bevevano più di 14 drink a settimana avevano 3,5 volte più probabilità di sviluppare demenza rispetto a quelle che si concedevano meno di un drink a settimana, ma anche chi si asteneva totalmente presentava un rischio aumentato.

“I nostri risultati rassicurano sul fatto che l’alcool consumato entro i limiti raccomandati non si associava a un rischio aumentato di demenza negli anziani con una cognizione normale”, osserva Manja Koch. “In ogni caso i pazienti dovrebbero parlare del consumo di alcool con il loro medico, che può fornire valutazioni personalizzate del rischio”.

Lo studio. Per lo studio, i ricercatori hanno raggruppato i partecipanti a seconda dei livelli di consumo di alcool: meno di un drink a settimana, da uno a sette drink a settimana, da 7,1 a 14 drink a settimana e più di 14 drink a settimana. Nel complesso, 1.286 persone, circa il 43%, hanno dichiarato di non bere affatto. Altre 466 persone, il 15%, hanno detto di concedersi meno di un drink a settimana; 689, il 23%, bevevano da uno a sette drink a settimana. Circa il 9% dei partecipanti ha affermato di bere tra i 7,1 e i 14 drink a settimana e circa il 10% di consumarne più di 14 a settimana.

Le persone con deterioramento cognitivo lieve all’inizio dello studio non sembravano avere un rischio inferiore di demenza quando bevevano dai 7,1 ai 14 drink a settimana rispetto a quando ne consumavano solo fino a sette a settimana.

 “Dobbiamo interpretare questi risultati con cautela”, dice Clive Ballard, esperto di patologie legate all’età presso la University of Exeter Medical School in UK, non coinvolto nello studio. “Si tratta di uno studio relativamente piccolo ed è veramente difficile confrontare un gruppo di bevitori con chi è astemio o beve molto poco perché è difficile controllare una serie di questioni sociali e di salute che potrebbero avere un effetto”.

Fonte: JAMA Network Open

Lisa Rapaport

(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
 
4 ottobre 2019
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