I sempre più numerosi italiani che soffrono di allergia stagionale temono con l’avvicinarsi della primavera i tipici fastidiosi sintomi dell’ostruzione e prurito nasale e degli starnuti, ma è importante anche l’interessamento oculare, che invece viene sottovalutato e non riferito dai pazienti. Da tempo si è dimostrato che circa il 95% di chi ha la rinite allergica presenta anche il sintomo congiuntivite, con il caratteristico prurito; si tratta quindi di rinocongiuntivite allergica. “L’interessamento della congiuntiva è frequente soprattutto nei soggetti con polisensibilizzazione, cioè sia ad allergeni perenni come gli acari, sia a quelli stagionali cioè i pollini; inoltre i sintomi sono più marcati nei casi di rinite persistente”, ha spiegato oggi a Milano
G. Walter Canonica, direttore Clinica malattie respiratorie e Allergologia Università di Genova, in una mattina di lavori per fare il punto sul tema.
In un survey europeo del 2007 sulla rinite allergica i sintomi oculari hanno mostrato un ruolo secondo solo a ostruzione nasale e starnuti, e dalla ricerca è emersa una sottovalutazione anche da parte dei medici dell’impatto dei disturbi oculari. Proprio per una maggiore sensibilizzazione prenderà il via la campagna educazionale “Occhio all’allergia”, che si svolgerà a maggio in studi oculistici e sul web, promossa dall’Associazione Italiana di Aerobiologia (Aia); le informazioni saranno presenti anche sul sito www.meteopolline.it., insieme a molte altre come il servizio di previsione sui pollini fruibile dal 1° aprile al 30 settembre.
“I sintomi oculari sono quelli che più influiscono negativamente sulla qualità di vita dei soggetti con rinocongiuntivite, anche sulla produttività lavorativa o scolastica” continua Canonica. “In uno studio in quattro paesi europei, tra cui l’Italia con 1.640 malati di rinite allergica, il 69% aveva sia sintomi nasali che oculari e questi mostravano minori performance lavorative, più ore di lavoro perse, maggior numero di visite”.
La forte sensibilità dell’occhio si lega d’altra parte all’abbondanza a livello palpebrale di quei mastociti che sono le cellule che liberano l’istamina. Come si vede nel test del challenge congiuntivale, in un quarto d’ora dal contatto con l’allergene compare un arrossamento che raggiunge il massimo a un’ora, ma occorrono 24 ore perché l’occhio torni normale: e nella stagione di pollinazione c’è una stimolazione costante. E’ però importante, ai fini del trattamento, distinguere la congiuntivite allergica da quella dovuta ad altre cause. “L’arrossamento oculare sta a significare un’infiammazione che può essere dovuta a infezioni, fattori ambientali come sole, vento, inquinamento atmosferico, problemi di ridotta lacrimazione, alcune patologie e, appunto, allergie” elenca
Stefano Bonini, ordinario Oftalmologia e Malattie apparato visivo, direttore scuola specializzazione Università di Roma Campus Biomedico. “Orientativi di una rinite allergica sono la presenza per più di un’ora al giorno di una concomitante rinite, inoltre il prurito oculare, più lacrimazione, bruciore e arrossamento”.
Il corretto inquadramento diagnostico permette anche per svelare allergie in pazienti che non hanno altre manifestazioni allergiche e test positivi per allergeni sensibilizzanti, ed è essenziale per il trattamento. Per la terapia sintomatica (a parte cioè i vaccini), conclude Bonini “Contro i sintomi oculari il paziente richiede rapidità d’azione, efficacia e sicurezza anche per periodi prolungati: caratteristiche che presentano antistaminici come levocabastina”.
Nel collirio per il trattamento sintomatico delle congiuntiviti allergiche, la levocabastina è formulata da sola, non associata a decongestionanti. “I decongestionanti sono da utilizzare con cautela e comunque non per tempi prolungati, per il rischio di congestione di rimbalzo alla sospensione del farmaco” precisa Canonica. “Nelle linee guida gli antistaminici di seconda generazione quale levocabastina nella rinocongiuntivite allergica sono raccomandati per uso generale o locale in adulti o bambini”.
I sintomi della rinocongiuntivite allergica sono tra i più frequenti per la cui soluzione ci si rivolge in farmacia. “Farmacia che è oggi un presidio sociosanitario nel quale il farmacista svolge anche un ruolo di consigliere e comunicatore, non solo di dispensatore” sottolinea
Felice Ribaldone, del Comitato centrale Fofi e Commissione nazionale Ecm “e dove il paziente con occhio rosso può trovare una risposta adeguata al suo caso grazie al farmaco di automedicazione, o essere indirizzato se occorre allo specialista per approfondimenti”. Quanto alla campagna educazionale, un’iniziativa aggiuntiva promossa dall’Aia sarà la “Giornata del polline e del malato allergico” in programma a Roma il 22 marzo, centrata sulla gestione del verde urbano in relazione alla salute pubblica.
Elettra Vecchia