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QS Edizioni - giovedì 21 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Diabete. La Sicilia si è messa in gioco, ma serve uno sforzo in più

immagine 30 maggio - Indispensabile la realizzazione di una piattaforma informatica unica regionale che metta in connessione tutti i software attualmente utilizzati da clinici, Mmg e Centri di riferimento. Ma è anche necessaria l’implementazione del Pdta recentemente aggiornato e una maggiore integrazione tra i professionisti. Riconosciuta infine come imprescindibile la necessità della prescrizione dei farmaci innovativi da parte dei medici di famiglia
Accelerare il processo di informatizzazione del sistema anche per consentire la piena implementazione del Pdta con l’obiettivo di renderlo diffuso, conosciuto e attuato compiutamente.
È questo l’imperativo che arriva dalla Sicilia per raggiungere la piena presa in carico dei pazienti diabetici che, sull’isola, raggiungono una percentuale complessiva del 5,8, superiore seppur di poco alla media italiana. In Regione l’attenzione alla patologia è quindi massima, tant’è che per contrastarne l’avanzamento e realizzare un’efficiente gestione integrata del paziente diabeticosono stati messi in campo importanti provvedimenti normativi.
Ma la sanità siciliana sconta alcuni gap culturali che ostano alla loro realizzazione. Da un lato infatti il processo d’integrazione e interazione tra specialisti e Medici di medicina generale, valore fondamentale su cui puntare, rimane ancora incompiuto a causa del permanere di “resistenze” intellettuali; dall’altro la “logica dei silos” frena la messa a regime di quelle azioni necessarie a concretizzare la piena continuità ospedale-territorio (quali l’avvio delle Aft e delle Uccp).
In questo scenario, per rendere più efficaci le cure ai pazienti, viene riconosciuta la necessità di aprire le porte ai medici di famiglia per la prescrizione di farmaci innovativi, quali i Dpp4-i, che costituirebbero anche un vantaggio sul fronte economico. Ma con una “conditio sine qua non”: che i Mmg ricevano una formazione ad hoc.
 
È questo il quadro emerso nel corso dell’incontro organizzato a Palermo da Quotidiano Sanità, con il sostegno di Msd, nell’ambito del più ampio progetto Dialogo (Diabetes Local Governance). Un Progetto nato con l’obiettivo delineare, in tutte le Regioni italiane, i contorni governance del diabete quale paradigma del più ampio universo delle patologie croniche, facendo emergere punti di forza ed eventuali criticità.
 
In questa nuova tappa del “viaggio” di QS, si sono confrontatiEugenio Ceglia, Capo di Gabinetto Vicario, Antonio Lo Presti, Direttore delle politiche regionali del farmaco, Mario La Rocca Dirigente Generale Dps Assessorato Salute,  Maria Letizia Di Liberti, Dirigente Generale Dasoe  Assessorato alla Salute, Rabuazzo Agata Maria, della Commissione diabetologica siciliana, Vincenzo Provenzano, Presidente nazionale Simdo e Direttore Uoc Medicina interna e diabetologia Po di Partinico - Asp Palermo, Salvatore Amato, Presidente dell’Omceo di Palermo, Salvatore Corrao, Vice presidente Amd Sicilia, Luigi Spicola Presidente regionale Simg, Giuseppe Figliola, referente Snamid area diabetologica, Antonio Burgio Presidente regionale Associazione medici endocrinologi (Ame Ets), Giacomo Trapani, Federazione Diabete Sicilia e Armando Maggiari, Vice Presidente pazienti diabetici.
 
Numeri e provvedimenti. Come già sottolineatola percentuale di pazienti diabetici complessiva nella Regione è di poco superiore la media (5,8%). In termini di mortalità a livello regionale il diabete rappresenta il 90% del totale delle patologie delle ghiandole endocrine ed è responsabile, rispettivamente per gli uomini e per le donne, del 43,3% e del 56,7% del numero totale medio dei decessi osservati per questa causa di morte.
 
Le azioni attuate dalla Regione.Tra gli atti messi in campo dalla Regione a sostegno della cura del diabete figurano: la costituzione, dal 2013, di un Data Base per la sorveglianza dell’impatto delle patologie croniche, incluso il diabete, in funzione anche della programmazione regionale e, in particolare, il recente aggiornamento del Pdta diabete per gli adulti. Mentre è in corso di adozione il provvedimento sull’uso delle tecnologie innovative per la cura di adulti e bambini. Tra le priorità individuate si è poi puntato sul potenziamento dell’assistenza primaria e sulla de-ospedalizzazione attraverso l’istituzione di Aft e Uccp (sono già state realizzate sperimentazioni). Non solo, la Regione guarda ora all’istituzione di un nuovo sistema informatico delle cronicità, partendo dai dati del diabete, che possa diventare strumento per far dialogare le diverse piattaforme software utilizzate da specialisti e Mmg. Uno strumento essenziale sia per la raccolta dei dati sia per una più efficiente ed efficace gestione del paziente. E ci si sta muovendo anche per rendere fruibile il Fascicolo sanitario elettronico (il primo step è una implementazione al 20% entro il prossimo giugno).
“Per provare a migliorare il sistema – ha dichiarato Ruggero Razza, Assessore alla sanità a Quotidiano Sanità – occorre innanzitutto accelerare il processo di digitalizzazione in maniera tale che la storia clinica di ogni paziente possa essere immediatamente visibile tanto dai Centri di riferimento quanto dai medici specialisti e dal medico di famiglia. Serve inoltre l’elaborazione di un Pdta per realizzare azioni di uguale trattamento in tutto il territorio siciliano. Un tema questo del Pdta affrontato, e spero anche risolto, con un Decreto ad hoc a mia firma. Dovremo poi misurare se i correttivi adottati si presteranno ad essere recepiti bene dal personale medico e dai pazienti”.
 
Insomma, tanti gli atout da giocare,per questo dal tavolo è arrivato un invito ad implementare al più presto quanto normato, a partire dall’aggiornamento del Pdta diabete (che ha incassato il plauso di tutto il tavolo) per diffonderlo e condividerlo sul territorio e cambiare veramente il modello di assistenza.
 
L’esigenza quindi di un accompagnamento del paziente alla gestione della sua patologia, anche dal punto di vista degli stili di vita è particolarmente avvertita.Anche perché, come è stato evidenziato, il costo della gestione del diabete con tutte le sue comorbilità per la regione Sicilia è di gran lunga più alto di quello per il trattamento farmacologico del diabete.
 
Il tavolo ha poi riconosciuto come imprescindibile la necessità della prescrizione dei farmaci innovativi da parte dei medici di famiglia.Un vantaggio su più fronti. Da un lato scioglierebbe il nodo di una questione “deontologica” che porta, di fatto, a una sorta di discriminazione nella professione medica, dall’altro favorirebbe i cittadini siciliani e in modo particolare quanti, a causa diuna conformazione orografica del territorio, non riescono a raggiungere agevolmente centri di riferimento regionali e specialisti. Uno scenario quest’ultimo che determina una diversità rilevante nella gestione dei pazienti diabetici e una centralità obbligata del ruolo del Mmg. Inoltre è stato anche rilevato che, la possibilità di allargare ai Mmg la prescrivibilità dei Dpp4-i, non comporterebbe necessariamente un aumento della spesa farmaceutica.
Essenziale però una formazione ad hoc come leva per ampliare le competenze della medicina generale consentendogli di poter utilizzare al meglio l’armamentario terapeutico.
 
Ma la Sicilia deve fare i conti con un’integrazione tra i professionisti incompleta. Dal tavolo è arrivato anche un appunto. L’attitudine dei professionisti a parlare tra di loro e dei pazienti nella gestione della malattia stessa non è ancora entrato nel Dna di tutti i professionisti siciliani.  Una tessera del puzzle da completare soprattutto quando si parla di gestione integrata. Occorre quindi un cambio di passo culturale. Anche perché la Regione siciliana della fine del 2017 ha con diverse circolari, avviato un percorso che vede il Mmg coinvolto nella gestione integrale del paziente con diabete. Infatti, oggi il medico specialista, prima di procedere alla redazione del piano terapeutico, ha l’onere di ricevere dal Mmg una certificazione che attesta la storia clinica del paziente.
 
I dati della Survey in Sicilia.La Regione incassa un giudizio positivo sul fronte della presa in carico integrata del paziente diabetico: il 74% degli intervistati (soprattutto tra i Mmg, 85%, mentre la percentuale cala nel percepito degli specialisti, il 57%). Di questo il 39,7% la considera sufficiente, il 29,5% valuta la presa in carica discreta e il 5% la ritiene ottimale e il 24% la percepisce insufficiente e solo il l’1% pessima. Il dato comparato dei voti espressi in Sicilia rispetto all’area Sud ed alla media nazionale evidenzia alcuni scostamenti significativi. Da una parte dà rispetto alle aree comparate nel voto di sufficienza (+14 punti circa sul dato nazionale e +17 punti sull’area Sud) ed è molto più indulgente nel giudizio pessimo: 1,28% rispetto al dato medio nazionale (5,26) e dell’area Sud (quasi 8%).
 
Per quanto riguarda gli aspetti di governance che possono essere migliorati nella presa in  carico del paziente diabetico, circa il 47% dei rispondenti (sia Mmg sia Specialisti) punta sull’implementazione o il potenziamento della rete tra medici di medicina generale e specialisti; ben il 30% (36% degli specialisti e 26% dei Mmg) ritiene che sia necessaria una gestione dei dati mediante una rete informatizzata condivisa e l’introduzione di specifici indicatori per il monitoraggio delle relative performance. Gli specialisti ed i Mmg non ritengono necessario il pieno riconoscimento del Pnc mentre la maggiore valorizzazione del ruolo del Mmg nella gestione integrata del paziente è sentita importante dal 24% dei Mmg e dal 15% degli specialisti.
 
Per il  44% dei rispondenti, la prospettiva della possibilità per i medici di medicina generale di prescrivere farmaci antidiabetici orali innovativi (quali i Dpp4-i,  richiede percorsi formativi ad hoc (ben il 55% degli specialisti e “solo” il 38% dei Mmg), seguito dal 27% che valuta la prospettiva un traguardo importante per il Mmg (31% Mmg e 19% gli specialisti); il 22% la ritiene una prospettiva interessante dal punto di vista professionale (solo il 17 degli specialisti versus il 26% dei Mmg) e solo il 7% dei rispondenti la considera un carico burocratico difficile da sostenere.
 
La possibilità che i Mmg intervengano nella redazione dei relativi Piani terapeuticiper il 34% necessita di precisi accordi a livello regionale; il 27% propende per la necessità di una rete informativa che dialoghi con i sistemi utilizzati dai Mmg; il 22% ritiene che sia difficilmente perseguibile senza necessaria l’attivazione di una piattaforma web based ed infine il 17% avverte l’utilità di pochi accorgimenti organizzativi.
 
Infine solo il 22,33% dei rispondenti non riconosce un approccio regionale ragionato e condiviso capace di approfondire il rapporto tra accesso all’innovazione e sostenibilità economica.Il 34% pensa che la regione sia sfavorevole all’introduzione di nuove tecnologie ed il 27% al contrario riconosce la Sicilia stia aprendo a una diffusione valued based attraverso metodologie quali l’Hta.
30 maggio 2019
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