Un italiano su due soffre di una patologia ai piedi che compromette il suo benessere complessivo. Tra queste, sono in aumento le lesioni ulcerative - non solo nei pazienti diabetici e geriatrici - che interessano oltre 5 milioni di persone, secondo gli ultimi dati della Società italiana di diabetologia.
E’ l’allarme degli esperti che si ritroveranno a Napoli sabato 27 e domenica 28 aprile 2019 nell’Auditorium dell’Istituto Salesiano Sacro Cuore (va Morghen, 58) per il congresso internazionale di podologia e podiatria sul tema “Piede complicato da patologie croniche”, a cui partecipano specialisti provenienti da tutto il mondo.
Il meeting è organizzato dal podologo
Gaetano Di Stasio, coordinatore del comitato scientifico, in collaborazione con il chirurgo vascolare
Lanfranco Scaramuzzino, con l’Associazione europea dei podologi, la Società Italiana di Flebologia, presieduta dal chirurgo Gennaro Quarto della Federico II di Napoli, l’Associazione Italiana Ulcere Cutanee, il Coordinamento nazionale associazioni professionali sanitarie e il Consejo General de Colegios Oficiales de Podólogos.
In programma 3 sessioni di discussione e dibattiti su “Reumatologia, evoluzione biomeccanica”, “Infezione e wound care dell’arto inferiore” e “Diabete ed evoluzione biomeccanica”.
“La metà dei nostri pazienti è a rischio ulcere perché si tratta di soggetti complicati da patologie croniche come diabete, vasculopatie, reumatismi, neuropate, nefropatie. In questi casi, bisogna fare prevenzione attiva interpretando i primi segni, trattando le lesioni preulcerative o indirizzando allo specialista in presenza di fattori di rischio di competenza medica, fondando la propria azione su protocolli e procedure che facciano riferimento a linee guida basate sull’evidenza o comunque sulla migliore pratica clinica disponibile: le ulcere cutanee sono tanto diffuse da assumere ruolo di malattia sociale”, dichiara Di Stasio.
“In molti casi, e sono purtroppo oltre 700mila, bisogna ricorrere all’amputazione di una o più dita o di tutto il piede. Per evitarla bisogna puntare sulla prevenzione, sin da bambini. E il congresso, che è dedicato alla biomeccanica del piede, punta proprio sulla prevenzione nelle sue 3 principali declinazioni. Quella generalizzata, innanzitutto, nei bambini e negli adulti. Poi quella primaria, nella neuropatia, nella vasculopatia, nelle deformità acquisite, nelle lesioni preulcerative. Infine, la prevenzione secondaria, che interviene dopo un’ulcera o addirittura dopo l’amputazione”, aggiunge Scaramuzzino.
“Il piede non può essere trattato senza conoscere la condizione fisiopatologica del paziente. Occorre un’accurata anamnesi fisiologica, familiare, patologica remota e prossima. Nell’anamnesi patologica prossima importante è l’esame obiettivo e l’attenta valutazione eziopatogenetica del sintomo dolore. L’esame obiettivo podologico è l’insieme delle manovre diagnostiche effettuate dal podologo per verificare la presenza dei segni (o sintomi obiettivi) indicativi di una deviazione dalla condizione di normalità fisiologica e si distingue in esame locale degli arti inferiori ed esame funzionale biomeccanico, quest’ultimo è prevalentemente clinico e viene effettuato attraverso test valutativi ed eventualmente strumentali”, conclude Di Stasio.