(Reuters Health) – Secondo una recente revisione degli studi condotta da un team australiano, gli anziani con perdita dell’udito potrebbero avere maggiori probabilità di sviluppare sintomi depressivi rispetto ai coetanei senza problemi di questo tipo. Nel mondo sono più di 1,3 miliardi le persone che soffrono di una forma di perdita dell’udito; stima destinata ad aumentare in virtù dell’invecchiamento della popolazione. Circa il 13% degli adulti tra i 40 e i 49 anni ne soffre, mentre negli adulti da 60 ai 69 anni la percentuale sale al 45% e in quelli con un’età minima di 80 anni raggiunge il 90%.
Lo studio
Per studiare la correlazione tra perdita dell’udito e depressione, i ricercatori hanno analizzati i dati di 35 studi precedenti che hanno coinvolto un totale di 147.148 partecipanti con un’età minima di 60 anni. Rispetto alle persone senza problemi di udito, gli anziani che presentavano una forma di perdita dell’udito avevano il 47% in più delle probabilità di manifestare sintomi di depressione.
“Sappiamo che gli anziani con perdita dell’udito spesso rifuggono le occasioni sociali come eventi familiari perché hanno difficoltà a comprendere le altre persone in situazioni dove c’è confusione; ciò può condurre a solitudine emotiva e sociale”, ha dichiarato l’autore principale dello studio,
Blake Lawrence, del Science Institute Australia di Subiaco e della University of Western Australia di Crawley. Il legame tra perdita dell’udito e depressione non sembra essere influenzato dall’uso o meno di apparecchi acustici.
“I risultati di questo studio si aggiungono alle evidenze che indicano una correlazione tra perdita dell’udito e depressione”, dice
Nicholas Reed del Cochlear Center for Hearing and Public Health della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimore, non coinvolto nello studio. “Per prima cosa, la perdita dell’udito compromette la comunicazione e influenza l’equilibrio, elementi che possono condurre all’isolamento sociale e a una ridotta attività fisica, che a loro volta si traducono in depressione”, prosegue Reed. Inoltre, la perdita dell’udito può produrre cambiamenti nel cervello che contribuiscono alla depressione.
“Quando abbiamo una perdita dell’udito significa anche che inviamo al cervello un segnale uditivo più debole da processare”, osserva Reed. “Questo segnale debole può far sì che il cervello debba intensificare la sua attività per comprendere un suono (cioè l’eloquio) a spese di un altro processo neurale (cioè la memoria di lavoro). Inoltre, il segnale debole può costringere alcune aree e vie neurali a riorganizzarsi, il che potrebbe modificare il modo in cui il cervello, inclusi gli aspetti che regolano la depressione, funziona”.
Fonte: The Gerontologist
Lisa Rapaport
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)