La battaglia contro il tumore si fa di giorno in giorno sempre più di precisione, sia sul fronte della diagnostica che della terapia. E come nel film ‘Minority report’ si cerca di intercettare le ‘mosse’ ulteriori del tumore per evitare che, diventando resistente alle terapie, torni a far danno. Nessuno può realisticamente affermare che la guerra contro questo nemico pervasivo e terribile sia vinta ovviamente, ma di certo i progressi fatti anche negli ultimi anni sono unici e inediti nella storia dell’oncologia.
La seconda edizione di un workshop internazionale organizzato dall’INT Regina Elena di Roma ha fornito appunto l’occasione per tracciare lo stato dell’arte di questi progressi a livello internazionale.
In quale direzione sta andando la ricerca sul cancro
Dalla caratterizzazione microscopica si è passati negli ultimi anni alla
caratterizzazione molecolare dei tumori, quella che permette di leggere dietro le ‘apparenze’ dell’istologia, di individuare il tallone d’Achille del tumore e di prescrivere la terapia più mirata e personalizzata per quella forma neoplastica.
Un altro importante passo avanti è rappresentato dalla cosiddetta
biopsia liquida; all’Ospedale Regina Elena (IRE) di Roma sono in corso numerosi studi multidisciplinari volti a svilupparla come strumento di routine nel monitoraggio della terapia oncologica e dal 2016 è operativo presso la Patologia Clinica l’unico saggio di biopsia liquida approvato dagli Enti Regolatori. Viene utilizzato per individuare il trattamento contro il tumore del polmone basandosi sulla presenza in circolo di mutazioni del gene EGFR. Si sta cercando ora di estendere questa metodica anche ad altri tipi di tumore (compresi i tumori rari, quello della mammella, del colon retto, della tiroide, della vescica, dei tumori cerebrali e testa-collo, dei sarcomi del melanoma, di alcuni linfomi) e in diversi stadi della malattia, sempre con l’obiettivo finale di offrire al paziente un guadagno in termini di possibilità terapeutiche e di lungo-sopravvivenza.
L’IRE ha anche allestito una
Biobanca Istituzionale (BBIRE) di tessuti e liquidi biologici, in rete con un network nazionale (la BBIRE appartiene alla Rete Nazionale delle Biobanche Oncologiche, la RIBBO) ed europeo (European Biobank Network) che rappresenta un valore aggiunto per la ricerca sul cancro, in particolare per la realizzazione di studi molecolari e traslazionali. Nei primi due anni di attività, la BBIRE ha raccolto in maniera standardizzata migliaia di campioni tumorali bioptici e decine di migliaia di campioni di siero/plasma da pazienti oncologici che aiuteranno tra l’altro nello studio dei biomarcatori tumorali.
Sul fronte delle terapie, anche al Regina Elena, come nei più prestigiosi centri oncologici, ha di recente fatto la sua comparsa il
Molecular Tumor Board (MTB), un team di specialisti (oncologi, anatomo-patologi, patologi clinici, biologi molecolari, genetisti, bioinformatici) che valuta in maniera globale il genoma tumorale e prescrive la giusta terapia al paziente giusto, nel momento giusto, anche al di fuori degli schemi terapeutici tradizionali. Il MTB si occupa infatti in genere di terapie ‘non standard’ cioè di prescrivere farmaci approvati magari per altre patologie tumorali o utilizzati in sperimentazioni cliniche in corso. L’obiettivo è quello di offrire al paziente un’opzione terapeutica aggiuntiva.
“I lavori del secondo
International Workshop – spiega
Gennaro Ciliberto, direttore scientifico IRE e promotore dell’evento– mirano ad un confronto per capire le modalità migliori per identificare tutte le mutazioni cui va incontro il cancro in un determinato momento. Sulla base di grandi informazioni, offerte dai sistemi di
big data oggi a disposizione, miriamo a comprendere quale farmaco abbinare in un determinato momento alla terapia di quel particolare tumore. E’ proprio per questo tipo di applicazione che ci siamo dotati anche di un
Molecular Tumor Board, un
team multidisciplinare che fornisce le ultimissime conoscenze da applicare alla clinica.”
"La capacità di fare sistema tra management e ricercatori- afferma
Francesco Ripa di Meana, direttore generale IFO
- ci ha portato a ridefinire l'agenda della ricerca, snodo essenziale delle attività che si svolgono in questi Istituti, centro di riferimento in oncologia e dermatologia. Per essere sempre più competitivi abbiamo lavorato a relazioni privilegiate con centri di alta formazione come ad esempio l'università Sapienza di Roma, e allo sviluppo logistico, organizzativo e delle competenze per dar vita nell'ultimo anno al centro studi di Fase 1, e nel contempo rinforzare il
clinical trial center e le biobanche, strumenti fondamentali per portare avanti i progetti delle linee di ricerca 2018-2020 assegnate dal Ministero e altri progetti di innovazione strategica."
"Da anni studiamo –rivela uno dei pionieri della genetica funzionale nella ricerca sul cancro, il professor
Douglas Hanahan,
Swiss Institute of Cancer Research di Losanna- i meccanismi che alimentano la proliferazione della malattia e che conducono ai processi di espansione dei tumori nelle sedi metastatiche. L'instabilità del genoma ovvero le alterazioni del DNA sono alla base di tutte le caratteristiche dei tumori e contribuiscono ad aumentare la complessità di queste malattie. Negli ultimi anni ci siamo concentrati a comprendere come i tumori riprogrammano il loro metabolismo energetico, ovvero le alterazioni della chimica delle cellule tumorali, il loro microambiente che spesso alimenta il tumore e l’elusione del sistema immunitario o i meccanismi di resistenza adattativa alle terapie mirate che impediscono di riconoscere ed eliminare le cellule malate”.
Attraverso lo screening di nuovi target terapeutici e l’individuazione dibiomarcatori predittivi della progressione neoplastica, altri gruppi di ricerca tentano di ottenere una risposta clinica più duratura nei pazienti, anche con l'immunoterapia." Nel mio laboratorio- afferma il professor
Emile Voest, Direttore di oncologia molecolare e immunologia del Netherlands CancerInstitute di Amsterdam - cerchiamo di modificare i vari tipi di cellule del sistema immunitario del paziente per aumentare la loro citotossicità verso le cellule tumorali. Quindi, attraverso l’utilizzo di nuove combinazioni farmacologiche, cerchiamo di eliminare il tumore sfruttando il sistema immunitario dei pazienti. Da alcuni anni usiamo la tecnologia ‘organoid’, una sorta di miniatura di un tumore
in vitro, per sviluppare un trattamento personalizzato utilizzando una co-coltura di organoidi tumorali e di cellule T, ottenute dal sangue periferico dei singoli pazienti."
Le 5 linee di ricerca dell’IRE per il 2018 -2020
Linea 1, “Prevenzione e Diagnosi Precoce del Cancro”.Il suo obiettivo èidentificare i meccanismi che concorrono al rischio di sviluppo delle neoplasie e lo sviluppo di metodologie capaci di anticipare sempre di più la diagnosi di cancro in soggetti e popolazioni a rischio. Gli obiettivi sono: ridurre il tasso di incidenza di malattia nelle persone sane (prevenzione primaria), identificare nuovi biomarcatori per lo sviluppo di esami diagnostici ad alto valore prognostico (prevenzione secondaria) e nuove tecniche avanzate per la diagnosi precoce dei tumori.
Linea 2, “Immunoterapia del Cancro”:comprende l’attività di ricerca traslazionale pre-clinica e clinica, volta a migliorare la conoscenza dei meccanismi immunologici antitumorali; dei processi di immuno-evasione inclusi quelli mediati dal microambiente del tumore, ovverossia l'ambiente cellulare ed extracellulare attorno al quale esiste e si sviluppa il tumore; ottimizzare la generazione di vaccini, cellule T ingegnerizzate e l’impiego di nuove molecole e strategie che servono a rafforzare e a stimolare la funzione immunitaria. Le ricerche si basano anche sull’analisi del profilo molecolare immunitario del singolo paziente.
Linea 3, “Medicina Personalizzata e di precisione in Oncologia”.La conoscenza dei meccanismi molecolari oncologici ha consentito lo sviluppo di terapie innovative basate sull’impiego di agenti in grado di interferire in maniera specifica sulla crescita, sopravvivenza e progressione delle cellule tumorali. Tale approccio è stato definito ‘medicina personalizzata’e‘medicina di precisione’, quando sia possibile identificare una precisa interazione e correlazione tra farmaco somministrato e presenza nel tumore del suo bersaglio molecolare.
Linea 4,“Approcci e Tecnologie innovative nella diagnostica, e nelle terapie integrate dei tumori” Fonda i suoi presupposti sull’utilizzo di approcci diagnostici e tecnologie innovative, di imaging funzionale e metodologie molecolari, e sull’efficacia di trattamenti mini-invasivi e integrati che oramai rappresentano l’approccio terapeutico standard per molti tipi di tumore.
Linea 5,“Qualità della vita del paziente neoplastico”. E’ orientata allo studio della qualità della vita (QoL) del paziente oncologico e ai diversi aspetti che la influenzano che comprendono la tossicità dei trattamenti oncologici tradizionali (chirurgia, radioterapia e chemioterapia) e quelle dei nuovi trattamenti a bersaglio molecolare. Studia gli esiti della malattia oncologica e dei trattamenti antitumorali e la loro influenza sulla QoL con particolare riguardo alle popolazioni fragili (anziani), ai lungo sopravviventi e al ruolo della medicina di genere. Prevede lo studio di strumenti di valutazione ‘patient-based’ edi strategie di riabilitazione oncologica orientate al recupero delle disabilità complesse.
(
nella foto da sinistra D. Hanahan, A. Bartolazzi, G. Ciliberto)
Maria Rita Montebelli