Nei giorni scorsi
Mick Jagger aveva postato su Twitter un messaggio di scuse per i suoi fan (
I'm devastated for having to postpone the tour but I will be working very hard to be back on stage as soon as I can. Once again, huge apologies to everyone), scusandosi per il fatto di dover cancellare la tournée nord-americana prevista per questa primavera (17 date per 200 milioni di sterline di biglietti venduti). Problemi di salute, di cuore in particolare sono stati i
rumors trapelati all’indomani del tweet. E adesso è addirittura l’ufficio stampa dell’
American Heart Association a svelare l’arcano. Il
frontman dei Rolling Stones presentava una stenosi aortica serrata, risolta con un intervento mini-invasivo, la TAVR.
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Il 75enne Mick Jagger è stato sottoposto alla procedura presso un ospedale di New York e per riprendere la tournée dovrà stare fermo qualche mese, anche se normalmente la ripresa da una TAVR è decisamente più rapida che da un intervento si sostituzione valvolare tradizionale. Ma i suoi medici non vogliono sorprese vista che l’energia che Mick profonde nelle sue performance live.
Cos’è la TAVR
La TAVR è un intervento di sostituzione della valvola aortica mini-invasivo.
La procedura può essere effettuata con due possibili approcci: quello transfemorale (il cardiologo/chirurgo entra con il catetere dall’arteria femorale) o quello chirurgico mini-invasivo che prevede una piccola incisione a livello del torace e l’introduzione del catetere in una grande arteria toracica o dall’apice del ventricolo sinistro (approccio trans apicale). La degenza in ospedale è in media di 3-5 giorni.
Al momento la procedura è riservata ai pazienti per i quali un intervento cardochirurgico tradizionale comporterebbe un rischio intermedio-severo; il candidato ‘tipo’ alla TAVR ha 70-80 anni (Jagger ne ha 75) e ha spesso delle comorbilità associate.
Gli ultimi studi sulla TAVR presentati a New Orleans al congresso dell’ACC
L’utilizzo della TAVR potrebbe però presto vedere un’ulteriore espansione delle indicazioni, anche ai soggetti a basso rischio. All’ultimo congresso dell’
American College of Cardiology, con pubblicazione contemporanea sul NEJM, sono stati presentati due studi nei quali la TAVR è stata effettuata su pazienti a basso rischio chirurgico.
Nello studio
PARTNER 3 i pazienti con stenosi aortica serrata a basso rischio chirurgico, sottoposti a TAVR, hanno riportato un tasso di mortalità, ictus e nuovi ricoveri significativamente inferiore rispetto a quelli sottoposti ad intervento chirurgico tradizionale.
In un secondo studio, l’
EVOLUT, sempre condotto su pazienti a basso rischio chirurgico, la TAVR effettuata con una bioprotesi autoespandibile sopra-annulare, è risultata non inferiore all’intervento chirurgico rispetto ad un e
ndpoint composito di mortalità o stroke invalidante a 24 mesi.
“Abbiamo ormai sperimentato la TAVR in un’ampia gamma di pazienti – commenta
Michael J. Reardon, primo autore dell’EVOLUT – quelli a rischio chirurgico alto, intermedio e basso e questa serie di trial ha dimostrato che la TAVR è superiore o altrettanto valida dell’intervento chirurgico tradizionale in termini di risparmio di ictus invalidanti e di mortalità per tutte le cause. Visti questi risultati, sembra ormai ragionevole considerare di riscrivere le linee guida, assegnando alla TAVR, nei pazienti con stenosi aortica serrata a basso rischio chirurgico, una raccomandazione di classe I nelle linee guida, alla pari con l’intervento chirurgico. Gli studi PARTNER 3 ed EVOLUT saranno tra l’altro con tutta probabilità gli ultimi della serie ‘TAVR versus chirurgia’ visti i risultati positivi ottenuti in entrambi gli studi”.
La letteratura scientifica testimonia dunque l’efficacia e la superiorità della TAVR, in termini di safety ed eventi indesiderati risparmiati, rispetto all’intervento chirurgico tradizionale di sostituzione della valvola aortica (SAVR) in una vasta gamma di pazienti, compresi quelli a basso rischio chirurgico. Ma di certo, un testimonial (suo malgrado) del calibro di Mick Jagger, darà un enorme impulso alla conoscenza di questo intervento a livello del grande pubblico, proittandolo nel mito.
Maria Rita Montebelli