Un edificio di quattro piani, con oltre 8.700 metri quadrati di laboratori con 500 postazioni di lavoro, per un investimento di 42 milioni di euro. Sono questi i numeri del nuovo edificio per il Controllo Qualità del sito GlaxoSmithKline Vaccines di Rosia (Siena). Lo stabilimento italiano, che nel 2018 ha distribuito 47 milioni di dosi di vaccini in 54 paesi, ha il primato di essere l’unico al mondo a produrre tutti i vaccini contro le meningiti batteriche. La nuova struttura, inaugurata il 28 marzo, sarà interamente dedicata al controllo qualità, dallo sviluppo clinico del vaccino fino alla produzione e distribuzione.
“L’edificio è disegnato per essere un edificio del futuro perché vogliamo che i nostri vaccini siano sempre garantiti dalle più avanzate tecnologie a disposizione – ha spiegato
Rino Rappuoli, Chief Scientist Gsk e Amministratore delegato Gsk Vaccines Italia – La qualità è estremamente importante: da quando iniziamo a produrre una dose di vaccino a quando vengono rilasciati dal nostro sistema di qualità passano circa due anni. Il 70% del tempo e degli investimenti non sono per la produzione del vaccino ma servono a garantirne la qualità”. Ogni lotto di vaccino contro il meningococco B, per esempio, è sottoposto a 225 diverse analisi.
Riduzione fino a un sesto dei tempi di controllo
. Nei laboratori della nuova struttura si eseguiranno oltre 500 mila test all’anno, potenzialmente raddoppiabili in base a nuove esigenze produttive. L’edificio è organizzato secondo un approccio “lean” di razionalizzazione dei flussi di lavoro, orientato a massimizzare e migliorare costantemente i processi operativi interni. Questo consentirà una riduzione fino a un sesto dei tempi di effettuazione dei controlli (dai 120 giorni del 2019 a 21 giorni nel 2021), la garanzia di elevati standard di sicurezza biologica, la progressiva eliminazione della carta per la sola gestione digitale dei dati e la capacità di sostenere eventuali incrementi di produzione.
Rosia attualmente è l’unico sito nel network globale Gsk a produrre due vaccini blockbuster, per la prevenzione della meningite di tipo B e dell’herpes zoster.
“Continuiamo a investire in Italia perché puntiamo a essere l’azienda farmaceutica con la migliore performance qui – ha dichiarato
Luis Arosemena, presidente a Amministratore delegato di Gsk Italia – Vogliamo guardare al futuro e non solo al passato e questo significa pensare alla sostenibilità del settore. Farlo significa anche avere regole chiare che non cambiano nel tempo. La Toscana ha saputo creare le condizioni migliori per la salute pubblica”.
Rapporto con il territorio.
Il rapporto tra la multinazionale britannica e Siena e la Toscana c’è ed è stretto. “Credo che in questi casi le istituzioni debbano sapere ascoltare e avere una buona capacità di coordinamento. Solo in questo modo si riesce a capitalizzare il valore dell’intero sistema territoriale – ha osservato
Paolo Tedeschi, rappresentante delle Regioni nel Comitato nazionale per l’attrazione degli investimenti esteri – La costruzione di percorsi con grandi player internazionali significa maggiori opportunità anche per gli imprenditori locali, che possono diventare fornitori delle nuove realtà e sviluppare competenze spendibili anche in futuro”.
A Siena ha sede per esempio Fondazione Toscana Life Sciences. A partecipazione pubblico-privata, fa anche da incubatore di start up nel settore delle scienze della vita e dal 2007 ad oggi ha attratto investimenti per oltre 80 milioni di euro per imprese e gruppi di circa. “Siamo anche un facilitatore di sistema – ha spiegato il suo direttore generale,
Andrea Paolini – Cerchiamo di supportare le politiche regionali e nazionali per il settore scienze della vita. Crediamo nell’importanza della contaminazione: è importante creare network tra i vari attori del sistema per sviluppare al meglio il territorio”.
Il Governatore della Toscana
Enrico Rossi si è detto ottimista sul futuro del sistema sanitario, “a patto che ci sia maggiore appropriatezza, che si investa sui farmaci innovativi che portano con sé molta ricerca, risparmiando grazie ai generici, e che si diffonda una maggiore cultura scientifica nel nostro Paese”.
Michela Perrone