Nel 2015 l’ONU ha ampliato l’agenda della salute materno-infantile (
Every Woman, Every Child) agli adolescenti, includendoli nel programma
Global Strategy for Women’s, Chidren’s, and Adolescents’ Health. Per prendere le misure al fenomeno ‘salute in età adolescenziale’, come punto di partenza per disegnare delle strategie correttive, la
Lancet Commission su salute e benessere degli adolescenti, ha stilato una classifica di 195 Paesi, analizzando il comportamento di 12 indicatori dal 1990 al 2016.
Tra quelli presi in considerazione vi sono indicatori di esiti di salute (come i DALYs,
disability adjusted life years, le malattie trasmissibili, materne e legate all’alimentazione; i traumi; le malattie non trasmissibili), alcuni fattori di rischio (fumo,
binge drinking, sovrappeso, anemia), alcuni determinanti sociali che influenzano lo stato di salute (fertilità adolescenziale, completamento delle scuole secondarie, lavoro, NEET -
neither in employment nor in education and training - matrimoni precoci, domanda di metodi contraccettivi soddisfatta con metodi moderni). I dati analizzati sono stati presi dal
Global Burden of Diseases, Injures, and Risk Factors Study (GBD) 2016, dall’
International Labour Organisation (ILO), da survey locali e dalla banca dati sulla scolarizzazione Barro-Lee.
Obesità/sovrappeso
Nel periodo temporale analizzato, gli autori hanno notato grandi variazioni nello stato di salute degli adolescenti; se in molte nazioni si è assistito ad una riduzione del carico di malattia, in altre, questo guadagno è stato vanificato dalla crescita demografica in contesti di pessima salute adolescenziale. Rispetto al 1990, nel 2016 si contavano 250 milioni di adolescenti in più nelle nazioni più disagiate. Una vera e propria rivoluzione, purtroppo in negativo, si è verificata in questa finestra temporale rispetto agli aspetti nutrizionali: nel 2016 su 1,8 miliardi di adolescenti, oltre 324 milioni (quasi 1 su 5) risultavano in sovrappeso. Un aumento di ben 176,9 milioni, rispetto all’inizio degli anni ’90. Le nazioni dove gli adolescenti hanno presentato il maggior aumento di prevalenza per sovrappeso e obesità sono Cina e India.
In Italiala prevalenza di obesità/sovrappeso è del 19,1% tra le ragazze e del 31,3% tra i ragazzi.
Fumo
Nel 2016, a fumare tutti i giorni erano 112 milioni di ragazzi e 25 milioni di ragazze (una riduzione di 38 milioni rispetto al 1990); la prevalenza del fumo tra le ragazze era superiore al 20% in Groenlandia, in Bulgaria, Cile e Croazia. Tra i maschi era superiore al 25% in Indonesia e Papua Nuova Guinea, in Groenlandia, Georgia, Ucraina, Bulgaria, Mauritius, Armenia, Cipro, Lettonia.
In Italia a fumare è il 12,6% delle femmine e il 15,6% dei maschi.
Binge drinking
Nel 2016, 71 milioni di adolescenti (15-19 anni) riferivano di aver presentato un episodio di
binge drinking nei precedenti 12 mesi (44 milioni di maschi e 27 milioni di ragazze). Tra le ragazze, la prevalenza del fenomeno superava il 55% in Irlanda, Danimarca, Nuova Zelanda, Finlandia. Tra i ragazzi superava il 50% in Samoa, Kuwait e Qatar. La prevalenza del fenomeno per il
nostro Paese è di circa il 40% in entrambi i sessi.
Anemia
Sul fronte dell’anemia, un adolescente su 4 (430,7 milioni) presentava questa condizione nel 2016, contro i 74,2 milioni del 1990. Maggiormente colpiti da questa condizione i ragazzi delle nazioni cosiddette ‘multi-burden’, dove la prevalenza tra le ragazze supera il 50% (Bhutan, Yemen, India e Burkina Faso), mentre tra i maschi supera il 45% (Yemen, Mali, Burkina Faso e Sudan). La prevalenza più bassa si registra invece nei Paesi del Nord Europa (< 4% in Svezia, Francia, Danimarca, Belgio, Irlanda) e in Australia. Il dato per
l’Italia è 8,1% tra le femmine e 2,7% tra i maschi.
Matrimoni precoci
La piaga dei matrimoni precoci resta purtroppo ancora molto diffusa: si stima infatti che almeno 66 milioni di ragazze nel mondo si sposino prima dei 18 anni. In Italia è il 5,4% delle ragazze.
Scolarizzazione
E se a livello globale si può parlare di parità tra i due sessi per quanto riguarda il completamento degli studi di scuola secondaria, la prevalenza di ragazze non ingaggiate in attività educative o di tirocinio o lavorative (NEET) rimane purtroppo elevata nelle nazioni più disagiate e questo suggerisce la presenza di scarse
chance di entrare a far parte della forza lavora in questi contesti. La percentuale di adolescenti che completano le scuole secondarie è inferiore nei Paesi disagiati (appena il 42% delle femmine e il 43% dei maschi taglia questo traguardo, ma in Congo, Gambia, Zimbabwe e Tanzania è meno del 5%). Per contro, il diploma di scuola superiore viene ottenuto da oltre il 95% delle ragazze di Taiwan, Corea del Sud, Usa, Croazia e Fiji e dai ragazzi di Corea del Sud, Usa, Taiwan e Singapore.
In Italia completa le scuole secondarie l’80,6% delle ragazze e il 72,7% dei maschi e la percentuale dei NEET sfiora il 20% in entrambi i sessi.
Insomma, commentano gli autori, sebbene il carico di malattia si sia notevolmente ridotto in molti contesti, nell’arco degli anni dal 1990 al 2016, le variazioni demografiche hanno ulteriormente esacerbato le diseguaglianze planetarie. Il
global burden globale di malattia non si è modificato di molto, ma in compenso è aumentata la prevalenza dei fattori di rischio per la salute di molti adolescenti. Inoltre, fanno notare gli autori, i sistemi sanitari, la scuola e la giustizia non sono riusciti a tenere il passo con il cambiamento dei bisogni degli adolescenti e con le variazioni demografiche. La disuguglianza di genere resta un potente fattore nel determinare uno scarso livello di salute negli adolescenti di molte nazioni.
Lo studio è stato finanziato dalla Bill & Melinda Gates
Foundation, dal
Medical Research Council e dall’
Australian National Health.
Maria Rita Montebelli