La nicotina crea una dipendenza incredibile – afferma
Jeffrey Drazen, direttore del
New England Journal of Medicine insieme a Stephen Morrisey e Edward W. Campion – e lo dimostrano esperimenti di 20 anni fa condotti sui topi. Alla prima esposizione il topo rifugge l’odore del fumo di sigaretta, ma già alla seconda esposizione lo va chiaramente a cercare. Una volta ‘assaggiata’ la nicotina insomma, anche nel mondo animale, non se ne può più fare a meno. I tempi nei quali si sviluppa la dipendenza nell’uomo possono essere diversi da quelli del topo. Ma di certo – e basti vedere quanto sia difficile smettere di fumare – la dipendenza inevitabilmente compare. E incatena alle ‘bionde’.
Poi, si è aperta l’era delle sigarette elettroniche, dei
device di somministrazione della nicotina inventati per l’uomo. “Dato che l’atto del fumare non è un comportamento naturale, come mangiare o bere – scrivono gli editorialisti – le aziende produttrici di frequente addizionano degli aromi ai liquidi dai quali si genera l’aerosol di nicotina, per rendere più gradevoli le prime esposizioni.”
Un ‘amo’ questo al quale sembrano abboccare soprattutto i teenager, nei quali il tasso di ‘svapo’ è in crescita preoccupante. Gli autori sostengono che la nicotina crea una dipendenza importante come quella da eroina e che una volta ‘agganciati’ i ragazzi sono destinati a diventare consumatori a lungo termine.
“Temiamo – continuano gli autori – che creare una generazione di teenager dipendenti dalla nicotina possa portare ad una recrudescenza del fumo di sigaretta nei prossimi anni”. E in ogni caso – proseguono gli autori - creare una coorte di adulti dipendenti dalla nicotina può avere conseguenze che vanno oltre gli effetti fisiologici indesiderati della nicotina e portarli ad esempio a sviluppare dipendenza verso altre droghe.
Gli autori fanno inoltre notare che mancano dati a lungo termine sugli effetti delle e-cig.
Un avversario dichiarato delle e-cig è
Scott Gottlieb della FDA (
Food and Drug Administration) che si sta apprestando a vietare la vendita dei prodotti aromatizzati ad eccezione di menta, mentolo e di tabacco nella maggior parte dei
convenience store e ai distributori di benzina; ne verrà inoltre proibita la vendita
online fintanto che non vengano implementate delle verifiche più severe sull’età degli acquirenti.
Lo scorso autunno Gottlieb ha minacciato i produttori di e-cig di ritirarle del tutto dal mercato se non avessero smesso di fare un marketing mirato agli adolescenti. Sul momento
Big Tobacco ha detto Ok ma recenti episodi hanno messo in discussione il loro impegno in questo senso.
Riteniamo – concludono gli autori dell’editoriale - che l’FDA dovrebbe semplicemente proibire la vendita dei prodotti a base di nicotina aromatizzati per le e-cig. Il problema di salute pubblica che le e-cig dovrebbero aiutare a risolvere, ovvero aiutare i fumatori a lasciare le sigarette per lo svapo, può essere benissimo risolto dai liquidi non aromatizzati (così da venire incontro ai gusti degli adolescenti). Chiediamo dunque all’FDA di utilizzare i suoi poteri normativi per regolare i
device di somministrazione della nicotina e di fare un passo deciso verso la rimozione di questi prodotti aromatizzati dal mercato.
Maria Rita Montebelli