Le bibite e i cibi che al posto delle zucchero contengono dolcificanti ipocalorici o del tutto privi di calorie non sono mai stati ufficialmente inseriti nelle raccomandazioni delle linee guida nell’ambito di un regime alimentare ipocalorico, perché mancano evidenze scientifiche di una loro sicura utilità, ma soprattutto perché non sono ancora chiari i loro potenziali effetti nocivi sulla salute.
Dell’argomento si occupa con l’inizio del nuovo anno un
articolo di revisione e
metanalisi di
Ingrid Toews (nstitute for Evidence in Medicine per la Cochrane Germany Foundation, Università di Friburgo, Germania) e
Joerg J. Meerpohl (Centre of Epidemiological and Statistical Research, Sorbonne Paris Cité, Inserm/Université Paris Descartes, Cochrane France,) pubblicato sul BMJ e corredato di editoriale di
Vasanti Malik (Dipartimento di nutrizione, Harvard T. H. Chan School of Public Health, Usa). L’articolo, che ha preso in esame 56 studio di intervento e osservazionali, è lo studio più approfondito sull’argomento mai pubblicato finora e costituisce la base di una futura linea guida dell’OMS proprio sull’uso delle bevande ‘diet’.
Analizzando gli studi di intervento che hanno confrontato l’assunzione di dolcificanti artificiali o quella di zucchero, dalla revisione emerge che tra gli adulti i dolcificanti determinano dei modesti miglioramenti nell’indice di massa corporea e della glicemia a digiuno, mentre tra i bambini si assiste addirittura ad un modesto aumento dell’indice di massa corporea ‘z score’ (IMC ‘z score’), anche se non ad un aumento di peso.
Anche i risultati degli studi di coorte prospettici sono non univoci. La maggior parte di questi studi riportano associazioni positive tra assunzione di dolcificanti (in particolare di quelli contenuti nelle bibite), aumento di peso e rischio di patologie cardiometaboliche. Un risultato però questo –avvertono gli autori - che può essere gravato da una serie di bias.
Non è invece emersa alcuna associazione tra assunzione di bevande dietetiche e cardiopatia ischemica. Al contrario, l’assunzione di bevande zuccherate è risultata associata positivamente al rischio di diabete e di coronaropatia, suggerendo quindi un beneficio potenziale dal sostituire questo tipo di bevande con quelle con dolcificanti artificiali. Anche gli studi più solidi da un punto di vista qualitativo e statistico condotti finora (quelli de Ruyter e colleghi e di Ebbeling e colleghi) provano che sostituire le bevande zuccherate con alternative ‘diet’ riduca il peso nei bambini e negli adolescenti dopo un anno di follow-up.
L’editorialista sottolinea tuttavia la necessità di condurre studi su un campione di popolazione più ampio e di maggior durata, prima che l’impiego delle bevande ‘diet’ possa essere ufficialmente consigliato nelle linee guida. “Comprendere gli effetti potenziali delle bevande con dolcificanti artificiali – afferma Malik - è particolarmente importante anche rispetto alle politiche di riduzione dell’assunzione dello zucchero (sugar tax ed etichettatura); questo potrebbe condurre alla riformulazione dei prodotti e ad incrementare l’uso delle bevande con dolcificanti artificiali”.
L’editorialista conclude che , stando ai risultati dei grandi studi di coorte di lunga durata e dei trial di buona qualità che utilizzano come
comparator lo zucchero, l’impiego di bevande ‘
diet’, al posto di quelle zuccherate potrebbero rappresentare un’utile strategia per ridurre il rischio cardiometabolico tra i forti consumatori. Anche se l’obiettivo finale dovrebbe restare quello di convertirli non alle bevande ‘diet’ ma all’acqua. La più sana delle bevande.
Maria Rita Montebelli