He Jiankui, ricercatore cinese impiegato alla Southern University of Science and Technology di Shenzhen, alla vigilia di una conferenza sull’editing genetico in programma per martedì 27 novembre a Hong Kong ha annunciato di essere riuscito a creare i primi esseri umani geneticamente modificati. Secondo quanto raccontato dallo scienziato in un video, le gemelle “Lulu” e “Nana” sarebbero nate alcune settimane fa nell’ambito della sperimentazione sull’alterazione degli embrioni a cui sono state sottoposte sette coppie durante regolari trattamenti di fertilità. L’obiettivo dell’esperimento non è curare o prevenire malattie ereditarie, quanto sviluppare una resistenza alle possibili future infezioni come l’Hiv.
Intervenendo sul Dna attraverso la tecnologia di editing genomico CRISPR-Cas9, sarebbe riuscito a disabilitare il gene CCR5 che compone le proteine che permettono al virus dell’Hiv di penetrare nelle cellule. L’operazione chirurgica viene effettuata da un embriologo subito dopo l’inserimento dello sperma nell’ovulo, prima che questo venga impiantato nell’utero.
A seguito dell'annuncio, 122 scienziati cinesi hanno sottoscritto un comunicato di condanna, mentre la Southern University of Science and Technology ha preso le distanze dichiarandosi ignara di quanto sperimentato dal ricercatore. Molti anche i dubbi di diversi scienziati circa la veridicità dell'annucio.
Intanto, in Italia, a seguito della diffusione della notizia, il Comitato nazionale di bioetica ha rilanciato il suo parere del 23 febbraio 2017 sulla tecnica CRISP-Cas9 usata dal ricercatore He Jiankui. "Rispetto al gene-editing sulla linea germinale umana, il Comitato ritiene non giustificabile la sperimentazione su gameti destinati al concepimento e embrioni umani destinati all’impianto, concordando sulla opportunità della moratoria sulla ricerca clinica o ricerca in vivo finché non siano raggiunte le indispensabili condizioni di sicurezza ed efficacia della tecnica. Il Comitato esprime visioni contrapposte sulla sperimentazione del gene-editing in laboratorio sui gameti non destinati alla riproduzione e su embrioni in vitro non destinati all’impianto: alcuni sono favorevoli, altri contrari sulla base di argomentazioni contrapposte".