(Reuters Health) – I pazienti che hanno avuto un infarto, un posizionamento di stent o un intervento chirurgico di bypass dovrebbero considerare seriamente l’iscrizione a un programma di riabilitazione cardiaca. E’ la raccomandazione che emerge da un articolo pubblicato da JAMA Cardiology redatto da
Tamara Horwich della University of California.
Horwich, che è direttore medico del programma di riabilitazione cardiaca dell’Ucla, sottolinea l’importanza dei cambiamenti dello stile di vita per prevenire le malattie cardiache e per la guarigione “Dico ai miei pazienti che se lavoriamo insieme riduciamo il rischio che abbiano di nuovo problemi al cuore. Con i farmaci giusti e uno stile di vita sano, infarti ripetuti non saranno più un problema”.
Questi programmi si concentrano su nutrizione, gestione dello stress, esercizio fisico, supporto psicologico, cessazione del tabagismo e educazione alle malattie cardiache. Non solo aiutano il cuore a guarire, ma, secondo i ricercatori, possono alleviare l’ansia, ridurre i fattori di rischio cardiaco e migliorare la qualità della vita.
L’allenamento aerobico è di solito il cuore di questi programmi, ma altri componenti chiave si concentrano sulla consulenza nutrizionale e sull’educazione su argomenti correlati al cuore come pressione sanguigna, diabete e colesterolo.
I programmi di riabilitazione cardiaca, che solitamente sono svolti in un ospedale o in uno studio medico, possono includere due o tre sessioni di un’ora a settimana per 12-18 settimane, per un totale di circa 36 ore. I programmi intensivi possono continuare fino a 72 ore.
Sono in corso alcuni studi che stanno testando tecnologie per programmi cardiaci a distanza smartwatch o monitor per la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e l’analisi del ritmo cardiaco. In questo modo i pazienti potranno essere in grado di partecipare a video di gruppo online comodamente da casa.
Fonte: JAMA Cardiol 2018
Carolyn Crist
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)