Con il voto di ieri mattina del Parlamento Europeo a favore del
rapporto presentato dall'eurodeputato italiano
Giovanni La Via (FI-Ppe) è stata ratificata in via definitiva l’assegnazione della sede Ema ad Amsterdam.
Pochi giorni fa, un gruppo di europarlamentari italiani aveva inviato una lettera al Governo italiano affinché si attivi nel riproporre Milano. Amsterdam, secondo i firmatari della lettera, sta accumulando troppi ritardi.
Infine l’epilogo di ieri. “I lavori ad Amsterdam procedono, la sede provvisoria è pronta, aspetta il trasferimento di Ema che è previsto per il primo gennaio, mentre la sede definitiva, il Vivaldi Building, che fino ad adesso era stato oggetto di contestazione, perché quando siamo andati a fare un sopralluogo c’era un terreno fangoso, oggi invece c’è un palazzo alto già 80 metri, ovviamente non completo, ma la consegna che era prevista prima del novembre 2019, sembrerebbe in linea con il calendario della costruzione”, commenta l’eurodeputato
Giovanni La Via.
“Non siamo preoccupati, ma sicuramente bisogna seguire i lavori e verificare a che punto è la struttura definitiva dove andrà l’agenzia – aggiunge La Via- In questo momento non ci sono proprio grossi ritardi e chi cavalca i grossi ritardi forse non è andato a vedere, perché la costruzione procede a 10 centimetri l’ora, quindi sono di una grande rapidità e sono arrivati ad un buon livello costruttivo. il Parlamento riporta una serie di vittorie significative, come il monitoraggio trimestrale, la possibilità di rivedere quegli accordi che avevano bloccato sino ad ora la procedura”.
Di tutt’altro avviso l’europarlamentare della Lega
Oscar Lancini, che ha votato contro il dossier presentato da La Via. “Oggi il mio voto contrario al dossier, che rispecchia la linea comune dell’intera delegazione leghista, intende denunciare l’opacità di tutto il processo che ha portato a scegliere Amsterdam come sede dell’Ema. Come custodi della voce e dei diritti dei cittadini europei, non possiamo permettere che la loro salute sia affidata ad una decisione che mostra palesi e gravi lacune nella trasparenza, la quale rappresenta la precondizione per un corretto svolgimento della vita democratica nell’Unione”.