(Reuters Health) – Secondo un recente studio Usa, le persone hanno maggiori probabilità di invecchiare senza problemi di salute quando presentano una buona quantità di acidi grassi omega 3 nel sangue.
Gli autori – guidati da
Heidi Lai della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University di Boston – si sono concentrati sul cosiddetto “invecchiamento sano”, ovvero la quantità di anni che le persone subiscono senza sviluppare disabilità o problemi di salute fisici o mentali. I dati esaminati riguardavano 2.622 adulti, che avevano in media 74 anni, seguiti dal 1992 al 2015. Durante l’intero periodo di studio, solo l’11% è invecchiato in maniera sana.
Lo studio
I ricercatori hanno misurato i livelli nel sangue di omega 3 all’inizio dello studio e dopo sei e 13 anni. Tra gli omega 3 misurati figuravano acido eicosapentaenoico (Epa), acido docosaesaenoico (Dha) e acido alfalinoleico (Ala). Le principali fonti alimentari di Epa, Dha e Dpa sono rappresentate dal pesce, mentre l’ALA è contenuto soprattutto in noci, semi e verdure a foglia verde.
Sulla base di queste misurazioni, i ricercatori hanno diviso i partecipanti in quintili, dai livelli più bassi a quelli più alti di omega 3 nel circolo sanguigno.
Dopo aver considerato i fattori sociali, economici e di stile di vita, gli autori dello studio hanno scoperto che le persone con i più alti livelli di Epa derivanti dal consumo di pesce avevano il 24% in meno delle probabilità di avere un invecchiamento non sano rispetto a quelle con i livelli più bassi di questo acido.
Quanto ai livelli di Dpa, i partecipanti nei tre quintili superiori presentavano dal 18% al 21% in meno di probabilità di invecchiare in maniera non sana. Tuttavia, il Dha assunto tramite il pesce e l’Ala assunto mangiando verdura non sembravano influire sulla possibilità di un invecchiamento attivo.
Le conclusioni
“Una possibile spiegazione di questo effetto è che gli omega 3 contribuiscono a regolare la pressione, la frequenza cardiaca e l’infiammazione”, osservano gli autori dello studio.
Precedenti ricerche avevano associato gli omega 3 a un minor rischio di aritmia, livello inferiore di lipidi nel sangue, rischio ridotto di placca arteriosa e pressione leggermente inferiore.
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Nutri & Previeni)