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QS Edizioni - giovedì 21 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Tumore seno. Ricostruzione con grasso autologo sicura ed efficace

di Marilynn Larkin
immagine 19 ottobre - La ricostruzione del seno con trapianto di grasso autologo, dopo mastectomia, non aumenta i tassi di recidiva del tumore. È la conclusione cui è giunto uno studio olandese pubblicato da Jama Surgery
(Reuters Health) – Il trapianto di grasso autologo per la ricostruzione mammaria dopo un tumore del seno non è associato a un aumento dei tassi di recidiva del cancro a cinque anni di follow-up. È quanto emerge da uno studio pubblicato su JAMA Surgery e guidato da Todor Krastev del Maastricht University Medical Centre, nei Paesi Bassi.

Lo studio. 
I ricercatori hanno preso in considerazione 287 donne con tumore della mammella che si erano sottoposte a ricostruzione mammaria e corrispondenti controlli per età, tipo di chirurgia per il cancro, invasività del tumore e stadio della malattia. Il follow-up medio per il gruppo di intervento è stato di 9,3 anni, compreso un periodo di osservazione di cinque anni dopo intervento di ricostruzione. I controlli, invece, sono stati seguiti per una media di 8,6 anni, con un periodo osservazionale corrispondente a 4,4 anni.

I risultati. 
Nel gruppo delle pazienti che si era sottoposto a ricostruzione mammaria, recidive localizzate si sono verificate in otto pazienti contro le 11 nel gruppo di controllo. Ulteriori analisi hanno evidenziato anche l’assenza di rischi maggiori con il trapianto rispetto a metastasi o mortalità dovuta a tumore del seno.

Secondo Krastev, nonostante gli incoraggianti risultati clinici del trapianto, l’uso diffuso di questa tecnica è stato ostacolato dal timore che posizionare cellule rigenerative dove prima c’era un tumore potesse aumentare il rischio di recidiva locale. “Il nostro studio è il primo a fornire informazioni a cinque anni di follow-up e dà prove cruciali che il trapianto non aumenta i tassi di recidive a lungo termine”, sottolinea il ricercatore olandese, “In ogni caso, anche se questa modalità di ricostruzione è efficace e sicura,prima di generalizzare i dati a tutte le pazienti con tumore bisognerebbe riprodurre i risultati dello studio in tutti i principali sottogruppi di pazienti e fino ad allora si dovrebbe evitare questo intervento nelle pazienti ad alto rischio di recidive”.

Fonte: JAMA Surgery

 
Marilynn Larkin
 

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
 
19 ottobre 2018
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