(Reuters Health) – In caso di danno renale acuto a seguito di shock settico, la dialisi precoce non sarebbe sempre la migliore terapia. A evidenziarlo è stata una sperimentazione clinica, lo studio multicentrico randomizzato Ideal-Icu, pubblicata dal
New England Journal of Medicine. Il
trial è stato coordinato da
Saber Barbar, dell’University Hospital di Nimes, in Francia.
La premessa
Secondo gli autori, sebbene problemi di iperkaliemia e acidosi metabolica suggeriscano di eseguire una dialisi immediata nel caso in cui, a seguito di shock settico, ci siano danni renali acuti, i tempi di trattamento non sono chiari. Il trattamento precoce è usato da più della metà dei medici del Nord America; in Europa la pratica è addirittura più comune, con tre quarti dei medici che iniziano una terapia di sostituzione renale precoce.
Lo studio
Lo studio francese è stato condotto su 488 pazienti. La terapia di sostituzione renale precoce veniva avviata entro 12 ore dall’esordio del danno renale acuto, in caso di oliguria o anuria per 12 ore o più o se i livelli sierici di creatinina crescevano rapidamente superando di tre volte quelli basali. Nel gruppo con terapia ritardata, invece, la terapia sostitutiva renale avviata a 48 ore dal danno, non è stata necessaria nel 29% dei pazienti, nei quali la funzionalità renale è ripresa spontaneamente entro 48 ore. Dopo 90 giorni, il 58% del gruppo sottoposto a trattamento precoce era deceduto, contro il 54% dei pazienti in cui la terapia era stata ritardata.
Quando i ricercatori hanno adattato i risultati a preesistente insufficienza renale cronica o esposizione ad agenti nefrotossici, il trattamento precoce non ha fatto registrare la differenza. Inoltre, la terapia precoce non avrebbe influenzato il numero di giorni senza ventilazione meccanica o la durata della terapia intensiva o del ricovero.
I commenti
Sulla base dei risultati di questo studio, “i medici potrebbero essere meno inclini a procedere con terapie aggressive e potrebbero scegliere di aspettare prima di iniziare una terapia di sostituzione renale”, dice Saber Barbar. E l’attesa potrebbe anche far risparmiare, considerando che il costo medio di una sessione di dialisi varia dai 300 a oltre 700 dollari al giorno, a seconda della tecnica usate e delle impostazioni dello strumento. “Già sapere che il 29% dei pazienti non si è dovuto sottoporre a una procedura invasiva che comporta il rischio di infezione ed emorragia è già una buona notizia”, conclude Barbar.
Fonte: New England Journal of Medicine
Gene Emery