“Una Prostate Cancer Unit è una struttura che offre al paziente la possibilità di poter eseguire tutto l’iter necessario sia per una diagnosi precoce del tumore prostatico, sia qualora già accertato, per un suo idoneo trattamento e follow-up”. Le parole sono di
Alessandro Sciarra, medico e coordinatore dell’Unità Prostatica del Policlinico Umberto I di Roma insieme a Valeria Panebianco. Un tipo di struttura non ancora molto diffusa in Italia, riconosciuta dall’ente ospedaliero solo in pochi casi (oltre a quella del Policlinico romano c’è n’è ad esempio una all’Istituto Tumori di Milano), ma che secondo chi ci lavora potrebbe essere il futuro per la lotta a questo tipo di tumore, rappresentando un beneficio sia per i pazienti che per il sistema sanitario.
Il tumore alla prostata è oggi la più comune neoplasia solida (214 casi per 1000 uomini) e la seconda causa di morte per cancro nell’uomo. Sempre più aziende ospedaliere spingono per avere Unità di questo tipo, che sembrano migliorare la qualità della vita dei pazienti e far risparmiare soldi. Abbiamo chiesto a Sciarra, che dirige la Prostate Unit del Policlinico Umberto I di Roma da quando è stata attivata a novembre 2010, di spiegarci perché.
Innanzitutto, ci spieghi brevemente cos’è un’Unità Prostatica.
L’Unità Prostatica è un’organizzazione dove i pazienti possono essere valutati da specialisti nel settore del cancro alla prostata che lavorano insieme all’interno di un team multidisciplinare, ovvero un gruppo composto da medici di diverse specializzazioni il cui obiettivo è di fornire le giuste cure attraverso la coordinazione e comunicazione l’uno con l’altro. Dall’ottobre 2010 il nostro Policlinico universitario ha accettato l’istituzione dell’Unità Prostatica, fondata in un’Azienda Ospedaliera di grandi dimensioni, che può coprire una popolazione di più di 300.000 persone.
E fino ad oggi quanti pazienti ha trattato la Prostate Unit del Policlinico Umberto I?
Da quando è attiva ha valutato 230 pazienti, arrivando a più di 100 diagnosi di carcinoma prostatico. Mentre le Prostate Unit sono state riconosciute già da qualche anno in alcuni paesi europei come la Germania, in Italia si stanno proponendo a partire proprio dalla fine del 2010, quando è stata istituita la nostra. Nel territorio italiano esistono anche altre realtà con organizzazioni multidisciplinari tipo Prostate Unit, ma la maggior parte non è ancora riconosciuta come decreto dal relativo ente ospedaliero.
Il tumore alla prostata è una delle neoplasie che colpisce di più gli uomini. Ci sono vantaggi per i pazienti, grazie a queste strutture?
Sì, certo. Il vantaggio per il paziente è una riduzione dei tempi di attesa, una maggiore facilità nel concludere l’iter nella stessa struttura, e la disponibilità delle tecniche più moderne e valide nei vari step per la gestione del carcinoma prostatico.
Sì, ma come cambia l’esistenza del paziente che entra in una Prostate Unit? C’è un miglioramento nella qualità di vita?
Noi pensiamo proprio di sì. La vita del paziente che entra in questo percorso cambia perché tutto l'iter diagnostico e terapeutico si automatizza e quindi si velocizza e si semplifica. Una volta eseguita la visita iniziale è infatti direttamente il clinico a prendere gli appuntamenti per i successivi esami, a informare il paziente sulla data e così via fino al ricovero. Quindi il paziente non deve prenotare da solo gli esami, magari dovendoli cercare presso diversi istituti, né deve aver paura di dimenticare qualcosa da fare. Entra invece in questa organizzazione, che si propone ad esempio di arrivare a concludere l'iter diagnostico entro un mese (compresa la diagnosi istologica da biopsia) o eseguire una procedura terapeutica entro 20-30 giorni.
E oltre a questo, in una Prostate Unit si fa ricerca? Voi ne fate?
La ricerca e la produzione scientifica è una parte importante della nostra attività, come anche la partecipazione a studi clinici per la gestione dei tumori. Tutti gli specialisti che fanno parte della nostra Prostate Cancer Unit devono organizzare e partecipare ogni 10 giorni a meeting multidisciplinari. I casi vengono discussi durante il meeting. Ad esempio noi oggi stiamo lavorando all'ottimizzazione dell'impiego di un nuovo marcatore precoce che si chiama PCA3 e contestualmente lavorando ad una forma moderna di risonanza magnetica multiparametrica (che permette con uno studio metabolico e dinamico sulla vascolarizzazione di caratterizzare aree della prostata più a rischio per carcinoma prostatico).
Ma perché un ospedale dovrebbe decidere di dotarsi di una Prostate Unit?
Oltre a quello di cui abbiamo già parlato, il vantaggio potrebbe essere anche economico. Ad oggi non sono state eseguite delle analisi economiche precise. Tuttavia il vantaggio economico per la struttura deriva potrebbe derivare, ad esempio, dalla riduzione dei tempi di attesa per l'iter diagnostico e per le procedure terepautiche. Inoltre, una ottimizzazione delle scelte diagnostiche e terapeutiche riduce le procedure non idonee o poco utili per il paziente e quindi aumenta l'efficacia dei trattamenti. In più, per quanto abbiamo visto, una struttura così specializzata e che segue attentamente tutto il percorso del paziente, può portare ad una riduzione delle complicanze e degli eventi avversi collegati al cancro.
Laura Berardi