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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Apnea notturna. Trattarla dopo un ictus migliora la ripresa

di Cheryl Platzmangels Weinstock
immagine 8 ottobre - Trattare l’apnea notturna immediatamente dopo un ictus o attacco ischemico transitorio (Tia) potrebbe migliorare i sintomi neurologici dei pazienti e la loro funzionalità quotidiana. E’ quanto emerge da uno studio USA
(Reuters Health) –Il team di ricercatori del Regenstrief Institute and Richard L. Rouedeush VA Medical Center di Indianapolis, guidati da Dawn M. Bravata, ha studiato 252 adulti ospedalizzati per ictus ischemico o Tia. Tutti sono stati sottoposti a screening per apnea notturna; il disturbo del respiro del sonno affliggeva circa i tre quarti dei pazienti.
A circa due terzi dei pazienti con apnea notturna è stato insegnato come utilizzare la macchina per la Cpap e sono stati incoraggiati a utilizzarla. Il restante terzo è servito ha costtuito il gruppo di controllo e ha ricevuto i trattamenti medici standard.
 
Le evidenze. 
I sintomi neurologici dei pazienti e la loro capacità di svolgere normali attività, come la deambulazione e l’auto-cura, sono stati valutati all’inizio dello studio e tra i sei e i dodici mesi. Al follow-up, tutti i pazienti hanno mostrato un miglioramento sia dei sintomi neurologici sia dello stato funzionale, ma il 59% di chi che ha usato Cpap ha fatto registrare punteggi neurologici quasi normali, contro il 38% dei controlli.
“Tutte le evidenze suggeriscono che prima si tratta l’apnea notturna, migliori saranno i risultati.
 
Tuttavia, questo è difficile per un ospedale, che dovrebbe riconfigurare i servizi per quanto riguarda i disturbi del sonno”, sottolinea Bravata, autore principale dello studio. “Credo che lo  studio dica chiarmaente  che i pazienti con ictus e Tia dovrebbero ricevere test diagnostici precoci con studio del sonno. Se soffrono di apnea notturna dovrebbero essere trattati prima di lasciare l’ospedale”.
 

Fonte: J Am Heart Assoc 2018
 

Cheryl Platzman Weinstock

 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
 
8 ottobre 2018
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