“Negli ultimi anni, il fenomeno “resistenza” risulta amplificato e accelerato da un uso eccessivo e/o improprio, sia in medicina umana che veterinaria, di agenti antimicrobici. Questi ultimi, esercitando forti pressioni selettive sulla popolazione microbica, possono produrre effetti deleteri sulla salute degli esseri umani e degli animali a causa della perdita di efficacia della terapie con conseguente rischio di maggior gravità e/o diffusione delle malattie”. È quanto si legge nelle “
Linee guida per la promozione dell’uso prudente degli antimicrobici negli allevamenti zootecnici per la prevenzione dell’antimicrobico-resistenza” pubblicate dal
Ministero della Salute.
Il documento, elaborato dalla Sezione per la Farmacosorveglianza sui medicinali veterinari del Comitato tecnico per la nutrizione e la sanità animale (Decreto ministeriale del 30 marzo 2016) fornisce indicazioni utili per prevenire l’uso inappropriato di antimicrobici che, in medicina veterinaria, rappresenta un rischio concreto per la salute animale, per gli allevatori ed è responsabile sia della riduzione delle produzioni che dell’inefficienza degli allevamenti.
La pubblicazione è una guida pratica per le Autorità competenti, i medici veterinari liberi professionisti e gli operatori di settore, con indicazioni utili a ridurre l’uso inappropriato e promuovere un approccio prudente all’utilizzo di antimicrobici.
“È oramai chiaro - si legge - come un approccio integrato al fenomeno dell’antimicrobico-resistenza giochi un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie. Occorre, dunque, promuovere il rispetto delle condizioni di benessere degli animali, la corretta gestione nutrizionale, la messa in atto di idonee misure di biosicurezza e di igiene, attraverso programmi di eradicazione e monitoraggio delle malattie infettive e di appropriate campagne di vaccinazione degli animali”.
“La stretta osservanza dei principi contenuti nelle linee guida – si precisa - può massimizzare il numero di animali sani, riducendo al minimo la necessità di ricorrere all’impiego di antimicrobici.
Il documento, da valutare e personalizzare per ciascun allevamento, è arricchito anche da uno studio, primo nel suo genere, sulla possibilità di ricorrere alla strategia vaccinale in alternativa all’uso di antibiotici, soprattutto nei casi in cui questi ultimi vengano impiegati, conformemente alle condizioni stabilite all’atto dell’autorizzazione all’immissione in commercio, per la prevenzione di malattie di origine batterica.
Dal 2019, infine, con l’entrata in vigore della ricetta veterinaria elettronica e del sistema informatizzato per la tracciabilità del farmaco, “sarà più semplice monitorare l’utilizzo corretto degli antimicrtobici e, soprattutto, rinforzare le azioni di contrasto all’AMR”.
Azioni di miglioramento:
- abbandonare l’impiego di antibiotici per fini preventivi o, qualora considerato indispensabile, soltanto a seguito di idonee giustificazioni documentate;
- prevedere un loro utilizzo esclusivamente a seguito di accurati accertamenti diagnostici, inclusi i test di sensibilità;
- prestare particolare attenzione al rispetto delle indicazioni e delle condizioni d’uso previste per il raggiungimento dei risultati prospettati nelle indicazioni;
- valutare l’efficacia degli antibiotici e la validità delle loro associazioni e segnalare prontamente eventuali reazioni avverse;
- promuovere/aggiornare la formazione/informazione finalizzata alla conoscenza dell’incidenza delle patologie infettive a eziologia batterica esistenti/persistenti nelle diverse aree geografiche; • promuovere la disponibilità di presidi immunizzanti;
- tenere un elenco aggiornato di tutti i vaccini stabulogeni prodotti dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e verificare la loro congruità rispetto agli accertamenti diagnostici effettuati, alla situazione epidemiologica riportata per le aree di specifica competenza, al monitoraggio della loro efficacia in campo;
- promuovere la disponibilità di strumenti diagnostici;
- prevedere, laddove necessario, la possibilità di revisione del Riassunto delle caratteristiche del Prodotto.
Raccomandazioni per un uso prudente.
Per uso prudente si intende “una serie di misure pratiche e di raccomandazioni che conferiscono benefici alla salute animale e pubblica” (OIE - Codice Terrestre) o “l’uso di antimicrobici che massimizza l’effetto terapeutico e minimizza lo sviluppo dell’antimicrobico-resistenza” (OMS). In pratica, attraverso un “uso prudente” è possibile:
- preservare e mantenere l’efficacia terapeutica e la sicurezza degli antimicrobici;
- mantenere gli animali in salute;
- prevenire e/o ridurre la selezione di microrganismi resistenti, il trasferimento di determinanti di resistenza;
- mantenere l’efficacia degli antimicrobici usati in medicina umana;
- proteggere la salute del consumatore assicurando la sicurezza degli alimenti di origine animale, sia in termini di residui che di trasferimento di microrganismi resistenti all’uomo
Vaccini per riduzione uso antibiotici.
La vaccinazione può fornire un valido ausilio alle strategie di riduzione dell’uso di antimicrobici. L’adozione di programmi vaccinali aziendali mirati e il loro adeguamento in funzione del monitoraggio della situazione sanitaria aziendale, attraverso la diagnostica di laboratorio e la sorveglianza al macello, restano elementi fondamentali. I piani vaccinali devono essere impostati secondo le caratteristiche del vaccino adottato (tipologia, insorgenza e durata dell’immunità, ecc.) e viceversa. I vaccini devono essere scelti in base alle loro caratteristiche di innocuità ed efficacia e somministrati in maniera corretta. In particolare, essi devono essere conservati e somministrati secondo le indicazioni contenute nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto. In situazioni particolari, in cui il medico veterinario ne ravvisi l’opportunità, al fine di limitare l’utilizzo di antimicrobici, si può ricorrere all’utilizzo di vaccini stabulogeni.