(Reuters Health) – Una versione ingegnerizzata della molecola CD6 consentirebbe alle cellule T di raggiungere e attaccare il tumore del cervello in modo specifico. La scoperta è opera di un team di ricercatori guidato da
Nabil Ahmed, del Baylor College of Medicine di Houston, in Texas. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature.
La premessa
. Secondo i ricercatori, contrariamente a quanto avviene nelle malattie infiammatorie a livello cerebrale, come la sclerosi multipla, in cui le molecole di adesione ICAM1 e VCAM1 vengono sovraregolate per consentire lo stravaso delle cellule pro-infiammatorie, l’endotelio del tumore sottoregola queste due molecole di adesione, un meccanismo per evadere il sistema immunitario. Sempre l’endotelio del tumore, inoltre, sovraregolerebbe l’espressione della molecola di adesione cellulare dei leucociti attivati (ALCAM).
Lo studio.
Partendo da queste premesse, i ricercatori hanno quindi re-ingegnerizzato il ligando naturale di ALCAM, CD6, presente sulla superficie delle cellule T, in modo da portare l’ancoraggio di questi linfociti alle ALCAM e mediare dunque l’adesione dei linfociti anche con bassi livelli di ICAM1 dell’endotelio del cancro, creando la forza di adesione necessaria a catturare i linfociti dal circolo sanguigno. L’iniezione delle cellule T homing system negli animali da laboratorio avrebbe confermato la loro capacità di colpire le cellule del cancro del cervello, mentre pochi linfociti si sarebbero infiltrati nel tumore di altri tessuti e nel tessuto cerebrale normale. Le cellule T, accoppiate a un antigene del glioma, avrebbero ucciso, inoltre, in modo efficiente solo le cellule del glioma in vitro e non avrebbero avuto attività contro altri target che esprimono ALCAM.
Ancora, in un modello animale di glioblastoma, il cancro sarebbe regredito dopo iniezione endovenosa di cellule T ‘homing system’ mirate al glioma, in contrasto con le cellule T bersaglio prive di CD6 ingegnerizzato, che avrebbero solo temporaneamente rallentato la crescita tumorale. Gli animali trattati con le cellule T ‘homing ststem’ avrebbero avuto una sopravvivenza media superiore ai 60 giorni rispetto a 22 giorni per gli animali trattati con cellule T bersaglio del glioma e ai 18 giorni per gli animali non trattati.
Fonte: Nature
Will Boggs
(Versione italiana per Daily Health Industry)