(Reuters Health) – La gotta potrebbe essere associata a un maggior rischio di demenza nelle persone anziane. E’ quanto emerge da una nuova ricerca presentata a Eular 2018, il meeting annuale della lega europea contro le malattie reumatiche.
“La gotta potrebbe essere un marker di altre condizioni croniche e forse i medici potrebbero discutere della possibilità di demenza con chi ha questa malattia del metabolismo – ipotizza
Jasvinder Singh, della University of Alabama di Birmingham, che ha preso parte al lavoro – Ma come ogni studio epidemiologico, anche il nostro ha diverse limitazioni e serviranno ulteriori ricerche e trial clinici per capire i percorsi patogenici coinvolti nell’aumento del rischio”.
Lo studio.
Lo studio di coorte osservativo è stato condotto su dati Medicare. Nel campione considerato di 1,23 milioni di persone, 65.324 hanno avuto demenza incidente. I tassi di incidenza grezza nelle persone senza e con la gotta sono stati rispettivamente di 7,36 e 13,58 per 1.000 anni-persona. In analisi multivariata, la gotta è stata collegata in modo indipendente con un rischio significativamente maggiore di demenza incidente (hazard ratio 1,17), che è stato confermato nelle analisi di sensibilità.
Avere più di 75 anni è stato associato a un rischio di demenza di 6,3 volte superiore. È stato registrato anche un rischio di demenza più alto per le donne, per i neri e per chi aveva più comorbilità. Nelle analisi dei sottogruppi, la gotta era significativamente legata alla demenza in pazienti senza comorbilità chiave: malattia coronarica, malattie cardiovascolari, ipertensione, iperlipidemia o diabete, ma non in quelli con una di queste, eccetto la malattia coronarica.
I commenti
. Singh ha riconosciuto diverse limitazioni dello studio, incluso il fatto che sono stati esaminati dati di over65 quindi i risultati non possono essere generalizzati all’intera popolazione. Tra i punti di forza, invece, c’è che i dati Medicare sono piuttosto rappresentativi degli over 65.
Alexander So, professore di reumatologia al Lausanne University Hospital in Svizzera, ha commentato: “Questo studio contribuisce all’attuale dibattito su come la gotta e l’iperuricemia sottostante possano influire sulle funzioni cognitive. I dati suggerirebbero che la gotta danneggi le funzioni cognitive”.
So, che non è stato coinvolto nello studio, ha aggiunto che studi futuri dovranno stabilire se l’associazione è dovuta a un aumento della malattia vascolare, quale tipo di demenza è coinvolta e se il legame è davvero secondario rispetto a diabete e ipertensione. “Per il momento – ha osservato – questi dati non influenzeranno la pratica clinica, ma rafforzano l’idea che i pazienti di gotta sono a rischio per molte condizioni comorbilità come l’ipertensione, le malattie cardiache e ora, forse, la demenza”.
Fonte: Ann Rheum Dis 2018
Lorraine L. Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)