(Reuters Health) – Circa un farmaco su otto nei Paesi poveri o in via di sviluppo potrebbe essere contraffatto o contenere mix di ingredienti pericolosi per la vita dei pazienti. Lo afferma uno studio americano pubblicato da
Jama Network Open.
Lo studio.
Per la realizzazione della review i ricercatori hanno esaminato 350 lavori precedenti, che avevano testato 400.000 campioni di farmaci nei Paesi poveri e in via di sviluppo. Complessivamente, circa il 14% dei medicinali è risultato contraffatto, scaduto o comunque di bassa qualità e probabilmente non sicuro o efficace come avrebbe dovuto essere.“I farmaci di bassa qualità non hanno principi attivi o ne hanno in quantità insufficiente e possono prolungare la malattia, portando al fallimento del trattamento e contribuendo alla farmacoresistenza – dice
Sachiko Ozawa della University of North Carolina di Chapel Hill, autrice principale dello studio – Oppure, hanno troppo principio attivo e il farmaci può causare avvelenamento, provocando morti evitabili”.
Africa e Asia a rischio
. Gran parte della ricerca relativa au farmaci contraffatti o pericolosi si è concentrata in Africa e circa la metà degli studi analizzati in questo lavoro sono stati effettuati in questo continente. Quasi un farmaco su cinque in Africa è risultato contraffatto o pericoloso.
Un altro terzo degli studi è stato condotto in Asia, dove circa il 14% dei medicinali testati non si è dimostrato all’altezza degli standard di sicurezza e efficacia. I farmaci più testati sono stati antibiotici e antimalarici. Complessivamente, il 19% degli antimalarici e il 12% degli antibiotici sono stati falsificati o resi pericolosi.
Mentre queste medicine sono sicuramente dannose per i pazienti, l’analisi non è in grado di dire quante persone hanno sofferto di seri effetti avversi o sono morte in seguito all’assunzione di questi farmaci.
L’impatto economico.
I ricercatori hanno cercato di valutare l’impatto economico dei medicinali contraffatti o prodotti in modo impropri: il costo annuale potrebbe attestarsi tra i 10 e i 200 miliardi di dollari. Lo studio non esamina i Paesi sviluppati, ma “le preoccupazioni sulla qualità dei farmaci non sono limitate alle Nazioni meno abbienti – sottolinea Ozawa – Anche nei Paesi più ricchi, comprare medicinali meno costosi da siti online non certificati potrebbe significare ricevere farmaci contraffatti o scadenti”. L’esperta suggerisce di verificare la fonte prima di acquistare farmaci e sensibilizzare i politici sul problema in modo che possano migliorare la catena di fornitura globale dei medicinali.
Fonte: Jama Network Open
Lisa Rapaport
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)