“Per quanto riguarda la telecardiologia ormai siamo a un punto di svolta”. Ne è convinto
Fabrizio Ammirati, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia dell’Ospedale G.B. Grassi di Roma (nonché direttore del Dipartimento di Medicina dell'Asl Roma 3), parlando a margine del XV Congresso nazionale dell’Aiac. Le tecnologie disponibili, infatti, sarebbero ormai talmente avanzate da rendere attuabile un’applicazione su larga scala della telecardiologia.
I cardiologi italiani, inoltre, rappresentano un’eccellenza per quanto riguarda il monitoraggio dei dispositivi impiantabili con il controllo remoto. “C’è un esperienza consolidata in questo senso – spiega Ammirati – e se n’è dimostrata l’efficacia clinica e il vantaggio economico”.
Dalla prevenzione delle aritmie alla loro identificazione precoce, la telecardiologia trova quindi molteplici applicazioni cliniche in ambito aritmologico. “Ormai dobbiamo solo metterle in pratica – conclude il cardiologo -, attuarle, per migliorare le nostre prestazioni”.