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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Incidenti del sabato sera. Studio Usa dimostra che servono politiche anti-alcol più restrittive

di Maria Rita Montebelli
immagine 30 maggio - Sono oltre mezzo milione gli incidenti stradali  mortali registrati negli Usa tra il 2000 e il 2015, un terzo dei quali correlati all’alcol; l’applicazione di politiche restrittive per la guida sotto l’effetto di bevande alcoliche, si è dimostrata molto efficace nel ridurre il rischio di incidenti stradali.  Il limite di alcolemia consentito alla guida negli Usa è < 0,8g/L. Da noi è < 0,5 g/L. Ma il rischio di incidenti stradali comincia ad aumentare per un’alcolemia al di sopra di 0,2 g/L.
Le politiche restrittive sulle bevande alcoliche sono realmente in grado di ridurre le morti da incidenti stradali negli stati che le implementano? A chiederselo è una ricerca appena pubblicata su JAMA Internal Medicine che, attraverso uno studio trasversale ripetuto, ha esaminato appunto l’associazione tra una misura aggregata di politiche sull’alcol in 50 Stati USA e i 505.614 incidenti mortali registrati negli USA tra il 2000 e il 2015.
Endpointdello studio era la probabilità che un dato incidente stradale fosse correlato all’alcol .
 
Secondo la Centers for Disease Control and Prevention Community Guide, delle politiche efficaci per scoraggiare la guida in stato di ebbrezza dovrebbero prevedere un criterio di ‘tolleranza zero’ per i giovani e i guidatori inesperti, un limite di concentrazione di alcol nel sangue inferire a 0,08% negli adulti, interblocchi di accensione per i soggetti condannati per guida in stato di ebbrezza e checkpoint della sobrietà. Risultano protettive contro gli incidenti mortali da alcol anche le politiche restrittive orientate al consumo, quali tasse maggiorate sulle bevande alcoliche e l’elevazione dell’età minima legale per il consumo delle stesse (negli USA ≥21 anni).
 
Ma le politiche anti-alcol e contro la guida in stato di ebbrezza variano notevolmente da uno Stato all’altro negli Usa. Per avere dunque un metro di paragone, i ricercatori americani hanno messo a punto la Alcohol Policy Scale (APS) con la quale hanno valutato il grado di implementazione e l’efficacia di 29 diverse policy anti-alcol tra il 1999 e il 2014 in 50 Stati americani.
 
I risultati dello studio indicano che ben il 35,4% (178.795) degli incidenti mortali considerati è risultato correlato all’alcol. Nel 66,6% dei casi, vittime degli incidenti da alcol sono risultati i guidatori, nel 15% dei casi la vittima era un passeggero e le restanti vittime erano pedoni, ciclisti e occupanti di auto non in transito. Le vittime erano per l’80,1% di sesso maschile e nell’85,9% di una fascia d’età compresa tra i 21 e i 54 anni; bianchi non ispanici in oltre la metà dei casi. La maggior parte delle fatalità è stata registrata tra le 6 del pomeriggio e le 6 del mattino; il 57% degli incidenti si è verificato nelle 60 ore comprese tra le 18 del venerdì e le 6 di lunedì mattina.
 
La risposta, logica ma finora mai calcolata in dettaglio, è stata che per ogni 10 punti percentuali (misurati con l’APS score) di aumento di misure restrittive sull’alcol, si assiste ad una riduzione del 10% del rischio di incidenti stradali mortali, correlati all’alcol. Le politiche restrittive sull’alcol inoltre sembrano funzionare anche al di sotto del limite legale di alcolemia (negli Usa sangue < 0.08%).
 
Nello stesso periodo analizzato, circa il 40% degli incidenti stradali si sono verificati in guidatori con una concentrazione di alcol superiore a 0,05% e inferiore al limite  USA di 0,08%, mentre il 60% degli incidenti si sono verificati in guidatori con alcolemia inferiore al limite legale, e tuttavia misurabile (> 0,00%). Le misure restrittive contro l’alcol sono risultate in grado di ridurre il rischio di incidenti mortali, anche nel caso dei bevitori ‘prudenti’. Un fatto che non sorprende, visto che ricerche precedenti avevano dimostrato come il rischio di incorrere in un incidente alla guida, cominci ad aumentare a partire da livelli di alcolemia di 0,02% e che il rischio è sostanzialmente elevato anche restando entro i limiti legali di 0,08%. Negli Usa sono in molti ad invocare una riduzione del limite legale a 0,05% di alcolemia e di recente lo stato dello Utah ha abbassato a questo livello l’assicella della tolleranza. In Italia il limite legale è già inferiore a 0,5 grammi/litro. Farsi ‘pizzicare’ dal palloncino con un’alcolemia tra 0,5 e 0,8 grammi/litro comporta un’ammenda da 500 a 2000 euro e la sospensione patente da 3 a 6 mesi. Al di sopra degli 0,8 g/L le sanzioni aumentano esponenzialmente.
 
Ma, come visto, anche il livello di 0,05% non è sicurissimo. La cosa migliore dunque sarebbe astenersi del tutto dal bere, prima di mettersi alla guida. Anche se, appellarsi al buon senso delle persone, non porta lontano. Dunque, ben vengano delle politiche più restrittive per l’alcol alla guida. Il criterio della tolleranza zero anche per gli adulti e i guidatori esperti potrebbe non essere una cattiva idea.
 
Maria Rita Montebelli
30 maggio 2018
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