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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Eczema. Nei bambini, prodotti idratanti per il bagno non aiutano contro il prurito

di Lisa Rapaport
immagine 21 maggio - I prodotti da bagno indicati per l’eczema non avrebbero un grande effetto nel contrastare il prurito nei bambini e le riacutizzazioni della malattia. A evidenziarlo, sulle pagine del British Medical Journal, è pubblicato una ricerca condotta su 482 bambini affetti da eczema di età compresa tra uno e 11 anni, seguiti per un anno da ricercatori inglesi
(Reuters Health)Miriam Santer e colleghi, dell’Università di Southampton, hanno seguito per un anno 482 i bambini che seguivano la routine di trattamento per l’eczema, che poteva includere l’uso di creme idratanti, unguenti e corticosteroidi per via topica, a seconda delle necessità. Alla metà di questi bambini, inoltre, è stato chiesto di fare il bagno con uno di tre prodotti specifici, sciolto in acqua. Alla fine dello studio, non ci sarebbero state differenze significative, dopo quattro mesi o dopo un anno, tra i due gruppi di bambini per quel che riguardava numero di esacerbazioni dell’eczema, impatto dell’eczema sulla qualità della vita o tipo o quantità di corticosteroidi usati per le riacutizzazioni.

E anche se in realtà la ricerca non sarebbe stata progettata per testare l’efficacia di questi prodotti da bagno emollienti, “questo è un risultato importante per le famiglie di bambini con eczema ,in quanto semplifica il trattamento, anche se dovranno continuare a usare gli altri prodotti, compresi gli emollienti”, dice Miriam Santer. “Gli agenti emollienti, come creme idratanti o unguenti, aiutano a bloccare le sostanze irritanti”, spiega l’esperta, mentre in precedenza si pensava che gli additivi aggiunti all’acqua durante il bagnetto potevano lasciare un ‘film’ sul bambino che forniva un effetto simile, “ma il nostro studio non dimostra che questo funziona”, precisa Santer.

“Gli additivi per il bagno restano sulla pelle solo per un breve periodo ed è quindi improbabile che abbiano un grande effetto”, conclude Carsten Flohr, co-autore di un editoriale e ricercatori al St.John’s Insitute od Dermatology al King’s College di Londra.

Fonte: Bmj

Lisa Rapaport

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
21 maggio 2018
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