Sarebbero tutte da rivedere al ribasso le attuali soglie di sicurezza per il consumo di bevande alcoliche, stando ai risultati di una ricerca appena pubblicata su
Lancet. E forse andrebbero anche uniformati visto che gli attuali limiti raccomandati per il consumo di alcol sono molto diversi tra una nazione e l’altra.
Angela Wood (Dipartimento di Salute Pubblica, Università di Cambridge) e colleghi, allo scopo di definire meglio le soglie di sicurezza per il consumo di bevande alcoliche, cioè quelle associate al minor rischio di mortalità per tutte le cause e di malattie cardiovascolari, hanno analizzato i dati relativi a circa 600 mila bevitori attivi residenti in 19 nazioni ad alto reddito e senza pregresse patologie cardiovascolari.
Gli autori sono andati a caratterizzare le associazioni dose-risposta, calcolando i rapporti di rischio (HR) per l’assunzione di 100 grammi di alcol a settimana (12,5 unità di alcol/settimana*), aggiustati per età, genere, presenza di diabete e abitudine al fumo, confrontandoli con fasce di consumo superiori (100-200 grammi, 200-350 grammi, oltre 350 grammi a settimana).
Tra i circa 600 mila bevitori attivi inclusi nell’analisi i ricercatori inglesi hanno registrato oltre 40 mila decessi e 39 mila casi di patologie cardiovascolari di nuova comparsa, durante un follow-up di 5,4milioni di anni-persona. Rispetto alla mortalità per tutte le cause, questa analisi ha evidenziato la presenza di una relazione curvilinea con il consumo di alcol, dove il rischio minore è stato registrato per i consumi inferiori a 100 grammi/settimana. L’alcol è risultato associato soprattutto ad un aumentato rischio di ictus (+14% per i consumi settimanali di alcol superiori a 100 gr), di coronaropatia (ma non di infarto) (+ 6%), di scompenso cardiaco (+9%), di ipertensione maligna (+24%), di aneurisma aortico fatale (+15%).
Per contro, un consumo di alcol superiore a 100 grammi a settimana è risultato associato ad un ridotto rischio di infarto (-6%).
Ma il dato di certo più impressionante è stato tra tutti quello relativo alla ridotta aspettativa di vita. Chi consuma 100-200 grammi di alcol a settimana, rispetto a chi beve meno di 100 grammi a settimana, ha a 40 anni un’aspettativa di vita ridotta di circa 6 mesi; chi beve 200-350 grammi di alcol a settimana, ha un’aspettativa di vita ridotta di 1-2 anni, mentre chi indulge pesantemente nel consumo di bevande alcoliche (oltre 350 grammi di alcol a settimana) vede la propria aspettativa di vita ridursi di 4-5 anni.
Lo studio è stato realizzato con finanziamenti di UK Medical Research Council, British Heart Foundation, National Institute for Health Research, European Union Framework 7 e European Research Council.
*Una unità alcolica corrisponde a circa 8 grammi di etanolo secondo i criteri inglesi, ovvero a:
· 76 millilitri di vino di media gradazione (13°)
· 250 ml di birra a 4°
· 25 ml di superalcolico (40°)
Maria Rita Montebelli