Due persone hanno perso la vita, dal primo al 31 gennaio 2018, a causa del
morbillo. Non vaccinati, avevano 38 e 41 anni, non hanno superato la malattia a causa di un’insufficienza respiratoria.
I casi totali, nello stesso periodo, sono stati 164, in 12 diverse Regioni italiane. Sono i dati
dell’ultimo bollettino emanato dalla Sorveglianza Integrata del Morbillo e della Rosolia, raccolti dal Reparto Epidemiologia, Biostatistica e Modelli Matematici del Dipartimento Malattie Infettive, Istituto Superiore di Sanità.
Oltre l’80% dei contagi si è verificato in quattro Regioni: Sicilia, Lazio, Calabria e Liguria. In Sicilia l’incidenza più elevata.
L’età media dei contagiati è di 25 anni. Il 26,4% dei casi, per un totale di 43, aveva meno di cinque anni di età. Di questi, 14 erano bambini al di sotto dell’anno di età. Il 52,4% dei casi si è verificato in soggetti di sesso femminile.
Il 93% non era vaccinato o vaccinato con una sola dose. Quattordici i casi tra i bambini con meno di 1 anno di età. Nel 40% si è verificata almeno una complicanza, mentre oltre la metà non ha avuto bisogno di ricorrere ad un ricovero ospedaliero. La complicanza più frequente è stata la diarrea, riportata in 24 casi (14,6%). Sono stati segnalati 12 casi di polmonite (7,3%) e 8 casi (4,9%) di insufficienza respiratoria. In altri casi si è verificata stomatite (32 casi), cheratocongiuntivite (17 casi) ed epatite (13 casi).
I due decessi di gennaio fanno salire a 6 il numero totale di vittime, in Italia, dall’inizio dell’epidemia. A perdere la vita sono stati tre bambini sotto i 10 anni di età, rispettivamente 1, 6 e 9 anni. Gli altri tre decessi si sono verificati in adulti rispettivamente di 38, 41 e 41 anni. In tutti i casi i pazienti non vaccinati al momento del contagio e soltanto uno di loro soffriva di altre patologie. L’insufficienza respiratoria è stata la causa del decesso di tutte le vittime.
Dal primo al 31 gennaio 2018 è stato segnalato un solo caso di rosolia.