(Reuters Health) -La popolazione più giovane spesso subisce ritardi nella diagnosi del cancro. Secondo i dati di uno studio condotto del Regno Unito, adolescenti e giovani adulti possono accumulare lunghi ritardi tra l’insorgenza dei sintomi del cancro e la diagnosi.
“Abbiamo
identificato sottogruppi a maggior rischio di incappare in intervalli prolungati dall’insorgenza dei sintomi alla comparsa e alla diagnosi, durante i quali ulteriori ricerche e interventi di diagnosi precoce potrebbero essere ancora più mirati a massimizzare la loro efficacia”, hanno scritto gli autori della ricerca sulla rivista The Lancet Child & Adolescent Health, pubblicata online il 29 gennaio.
L’autore senior, Lorna A. Fern della Divisione Cancer dell’University College Hospitals di Londra, insieme al suo team, ha condotto u
n’analisi trasversale della coorte Brightlight. Lo studio ha coinvolto giovani di età compresa tra i 12 e i 24 anni, che erano stati reclutati ,entro una media di 6 mesi dopo una nuova diagnosi di cancro primario, da 96 ospedali del National Health Service in tutta l’Inghilterra da luglio 2012 ad aprile 2015. I partecipanti hanno risposto in prima persona ad interviste sulle loro esperienze diagnostiche. I ricercatori hanno estrapolato i dati demografici da moduli di case report, il tipo di cancro e la data di diagnosi dal Registro nazionale dei tumori.
I risultati dello studio
Su 1.114 partecipanti, 830 hanno completato un’intervista faccia a faccia. Tra i partecipanti, 204 su 748 (27%) hanno aspettato più di un mese per vedere un medico generico o presentarsi a un pronto soccorso. Dei 701 che hanno consultato un medico di base, 242 (35%) hanno avuto tre o più consulti prima di essere indirizzati a uno specialista.
Tra gli 803 pazienti intervistati, l’intervallo mediano dall’insorgenza dei sintomi alla diagnosi è stato di 62 giorni. Rispetto ai maschi, le donne erano significativamente più propense ad avere tre o più consulti prima di una consulenza specialistica (odds ratio aggiustato, 1.6) e hanno atteso una mediana di 24 giorni più lunga dall’insorgenza dei sintomi alla diagnosi. I pazienti con linfoma o tumori ossei e quelli con melanoma hanno mostrato minori probabilità di avere tre o più consulti prima di una richiesta di consulenza specialistica). Gli intervalli di diagnosi variano da una mediana di 51 giorni in più nei pazienti con tumore osseo e una mediana di 33 giorni in meno nei pazienti con tumori del sangue.
I commenti
“Questo studio sottolinea l’importanza di fare una diagnosi differenziale del cancro quando un paziente in età adolescenziale / giovane presenta sintomi che sono persistenti, che non seguono un preciso schema, o sono difficili da diagnosticare – dice
Joy M. Fulbright, professore associato di pediatria all’Università del Missouri-Kansas City School of Medicine e direttore del Programma Adolescent and Young Adult al Children’s Mercy di Kansas City – I medici in questi casi devono stabilire periodi di osservazione regolari per proseguire nella ricerca di una risposta”.
“Questi risultati supportano l’importanza di fornire una adeguata informazione a scuola, durante gli incontri con i medici o in altri luoghi, riguardo i sintomi del cancro; in particolare, nel caso dei tumori più comuni in questa fascia di età, come cancro della pelle, linfoma, tumori delle cellule germinali, e sarcomi”, consiglia Fulbright, secondo il quale è anche importante incoraggiare visite regolari. Infatti, molti adolescenti e giovani adulti non vanno dal medico regolarmente perché non ne percepiscono l’importanza, oppure perché, come accade negli Stati Uniti, non hanno assicurazione”.
Fonte: Lancet Child and Adolesc Health
Lorraine L. Janeczko
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)