Il cancro è una delle principali cause di morbilità e mortalità in tutto il mondo (la seconda causa di morte), con circa 14 milioni di nuovi casi nel 2012 e 8,8 milioni di morti nel 2015. Globalmente, quasi una morte su sei è dovuta al cancro.
Solo quest'anno, sono attesi circa 8 milioni di decessi a causa del cancro e senza nuove politiche sanitarie specifiche il numero di morti aumenterà a 13,2 milioni all'anno entro il 2030 e il numero di nuove diagnosi potrebbe salire di circa il 70% nei prossimi 2 decenni.
Circa un terzo delle morti per cancro sono dovute ai 5 principali rischi comportamentali e dietetici: alto indice di massa corporea, basso consumo di frutta e verdura, mancanza di attività fisica, consumo di tabacco e consumo di alcol e più dei due terzi dei decessi si verifica nei paesi a basso e medio reddito.
Il fumo resta il più importante fattore di rischio per il cancro ed è considerato responsabile di circa il 22% delle morti per cancro.
Il cancro che causa infezioni, come l'epatite e il virus del papilloma umano (HPV), è responsabile poi fino al 25% dei casi nei paesi a basso e medio reddito.
Diagnosi tardive e difficoltà di accesso alle cure sono purtoppo molto comuni nei Paesi a basso reddito. Nel 2017, solo il 26% dei paesi a basso reddito era infatti in grado di fornire servizi e prestazioni pubblici adeguati.
L'impatto economico del cancro è significativo e sta aumentando. Il costo economico totale annuo del cancro nel 2010 è stato stimato in circa 1,10 trilioni di dollari Usa.
Tutti dati rilanciati dall'Oms in occasione della Giornata mondiale del cancro che si svolge il 4 febbraio di ogni anno e promossa dall’Uicc (Union for International Cancer Control).
E anche sulla base delle forti persistenti discriminazioni nell'accesso alle cure in base al reddito che il World Cancer Day di quest'anno viene indirizzato soprattutto per far crescere la consapevolezza globale della malattia nei media internazionali e globali e nei programmi di salute e sviluppo con uno sguardo rivolto prima di tutto ai Paesi più in difficoltà.
"Possiamo. Io posso” è lo slogan di questa edizione 2018 e sta a indicare come sia importante la consapevolezza sociale ma anche quella individuale nell’adottare comportamenti e stili di vita capaci di ridurre l’impatto della malattia.
La UICC è la più grande organizzazione internazionale per la lotta contro il cancro, con oltre 1.000 membri in 160 paesi che rappresentano le principali società scientifiche, ministeri della salute, istituti di ricerca, centri specializzati e associazioni di pazienti.
Nel 2008, l'UICC ha sviluppato la
World Cancer Declaration come strumento per contribuire a portare la crescente crisi del cancro all'attenzione dei leader governativi e dei responsabili delle politiche sanitarie.
L'obiettivo globale dell’UICC è la riduzione del 25% delle morti premature per cancro e malattie non trasmissibili (NCD) entro il 2025. Un target che per essere raggiunto deve per prima cosa vedere moltiplicati gli impegni contro le disuguaglianze nell’assistenza.
Sanchia Aranda, presidente dell'UICC e Ceo del Cancer Council Australia ha dichiarato: "Nel 2011 è stato stabilito l'obiettivo dell'Oms di ridurre i decessi prematuri di NCD del 25% entro 14 anni. Possiamo raggiungere l'obiettivo, ma è necessario agire. Con le disuguaglianze nell'accesso alla prevenzione, alla diagnosi, al trattamento e all'assistenza è difficile la riduzione dei decessi prematuri. Se ci impegniamo a raggiungere questo obiettivo, dobbiamo agire rapidamente e in modo decisivo perché contro il cancro ci siano servizi sempre più uguali in tutto il mondo ".
"Con la campagna di quest’anno – ha proseguito - speriamo di ispirare un'azione reale da parte dei governi e della società civile nell'affrontare le disuguaglianze nella diagnosi, nel trattamento e nella cura del cancro, che sfortunatamente colpisce in gran parte le popolazioni più vulnerabili in ogni paese. In Australia, mentre noi manteniamo alcuni dei migliori risultati del cancro nel mondo, i dati nazionali mostrano che il divario tra i gruppi socioeconomici più alti e quelli più bassi si espande nel tempo e tutto questo deve essere più rappresentato proprio grazie alla Giornata mondiale contro il cancro".
Un esempio di servizi carenti, in particolare nei paesi sottosviluppati e svantaggiati, è l’accesso alla radioterapia. Essendo uno dei principali metodi di trattamento per il cancro, essa si raccomanda mediamente al 52% dei malati. Ma nei paesi a basso-medio reddito vi riesce ad accedere solo un paziente su dieci.
E il problema non riguarda solo i Paesi poveri ma anche colossi dell’economia mondiale come la Cina dove c’è tuttora una forte carenza di strutture di radioterapia, con accessi alle cure che variano moltissimo da una provincia all'altra.
E, a seconda di dove si vive, anche in Inghilterra, ad esempio, l’accesso ai servizi di radioterapia a modulazione d'intensità, una forma avanzata di trattamento radioterapico, varia dal 20 al 70%.
Anche a fronte di questi dati, UICC ha deciso di spingere l’acceleratore sulla necessità di superare queste differenze lanciando un nuovo piano di azione il “Treatment for All”,per migliorare l'accesso alla diagnosi e alle cure, sottolineando che, senza nulla togliere all’importanza della prevenzione, essa non può sconfiggere il cancro da sola.
Cary Adams, Chief Executive Officer di UICC, ha detto: "Lo tsunami dei casi di cancro nei prossimi decenni richiede una risposta persuasiva e robusta a tutti i livelli: globale e nazionale. Lavoreremo per accelerare i progressi traducendo gli impegni globali in base alle evidenze, alla sicurezza e alla qualità delle azioni nazionali ".
Quattro i target:
• miglioramento della qualità dei dati sul cancro;
• aumento del numero di persone con accesso alla diagnosi precoce;
• riduzione dei tempi di inizio dei trattamenti per evitare l’evoluzione della malattia;
• accesso globale alle cure palliative.
Ad oggi queste le cause più comuni di morte per cancro i cui in ogni caso resta prevenibile dal 30 al 50% dei casi:
• polmone (1,69 milioni di morti);
• fegato (788.000 morti);
• colorettale (774.000 morti);
• stomaco (754 000 decessi);
• seno (571.000 morti).
Questi i fattori di rischio più comuni:
• uso del tabacco;
• essere sovrappeso o obesi;
• dieta malsana con basso consumo di frutta e verdura;
• mancanza di attività fisica;
• uso di alcol;
• infezione da HPV a trasmissione sessuale;
• infezione da epatite o altre infezioni cancerogene;
• radiazioni ionizzanti e ultraviolette;
• inquinamento atmosferico urbano;
• fumo interno da uso domestico di combustibili solidi.
E queste le azioni più incisive per prevenirlo:
• riduzione dei fattori rischi (vedi sopra);
• vaccinazione contro l'HPV e il virus dell'epatite B (da sole si stima possano prevenire almeno 1 milioni di casi l’anno);
• prevenzione rischi sul lavoro;
• ridurre l'esposizione alle radiazioni ultraviolette;
• ridurre l'esposizione alle radiazioni ionizzanti (immagini diagnostiche professionali o mediche).
Senza contare i benefici di una diagnosi precoce:
- se identificato precocemente, il cancro ha maggiori probabilità di rispondere a un trattamento efficace e può comportare una maggiore probabilità di sopravvivenza, meno morbilità e trattamenti meno costosi;
- miglioramenti significativi possono essere fatti nella vita dei malati di cancro individuando precocemente il cancro ed evitando ritardi nelle cure.
La diagnosi precoce è infatti rilevante in tutte le situazioni e nella maggior parte dei tumori. In assenza di diagnosi precoce, i pazienti vengono diagnosticati nelle fasi avanzate quando il trattamento curativo potrebbe non essere più un'opzione.